What happens at the mall, sticks to the mall

~Faith On Mars~ & Mary15389

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Senior Member

    Group
    Spencer Reid Fan
    Posts
    27,923
    Location
    The region of the summer stars.

    Status
    Offline
    SPOILER (click to view)
    Dopo sei mesi mi sa che è arrivato il momento di postare un nuovo capitolo. Ho rimandato in eterno perchè non volevo che tutto ciò finisse...scusate, e spero che qualcuno di voi ricordi ancora un po' della storia XD


    CAPITOLO 16

    Nicole si avviò sorridente verso le scale con Spencer alle spalle che continuava a domandarle il significato dell’ultima frase. La ragazza iniziò a correre per non rispondere, ma alla fine il giovane la raggiunse e la bloccò per la vita.
    «Cos’è questa storia delle pecore?» ripetè per l’ennesima volta.
    Liardi cercò di riprendere fiato per formulare una risposta, «Pensa che Alex ha voluto farmi credere che lei e Derek non hanno fatto nulla stanotte. E quando gli ho detto che io non avevo nulla da raccontare, mi ha risposto che era vero quanto il fatto che loro due hanno contato le pecore tutto il tempo.»
    Poi il silenzio cadde tra di loro, erano soli nell’androne del palazzo, Nicole aveva le spalle al muro e Reid era così pericolosamente vicino. Si guardarono intensamente, poi il rumore del portone che si apriva lì fece sobbalzare. Si allontanarono e uscirono composti dall’edificio.
    «Allora ci vediamo fra un po’ in ufficio.» disse lei raggiungendo il SUV e voltandosi verso il ragazzo.
    «A dopo.» fu la risposta del ragazzo che aprì lo sportello della vettura e si mise al volante.

    «Cosa voleva dire Nicole?» disse Derek alle sue spalle, mentre Alex si affrettava a chiudere a chiave la porta blindata.
    «Mmh, niente. Cose da donne.» si mantenne sul vago, perché non era proprio il caso di riprendere il discorso fatto con Liardi.
    Derek le cinse la vita, poi l’attirò a sé.
    «E ora…che facciamo? Abbiamo ancora un po’ di tempo prima di andare in ufficio…» accennò poi per sviare l’attenzione dall’argomento, mentre accarezzava ritmicamente il petto di Morgan.
    «Ehi… voglio che tu sappia che quello che è successo, non è stato solo un gioco. Non voglio che finisca tutto così.» le disse di punto in bianco lui, sollevandole il mento con una mano.
    «Lo so, altrimenti non avrei fatto quello che ho fatto. Sarà dannatamente complicato, ma… che gusto ci sarebbe se fosse tutto semplice?»
    Lui sorrise, poi sussurrò al suo orecchio:
    «Allora, se la mettiamo così… un’idea su come passare il tempo ce l’ho.»

    Aveva aperto la porta e se l’era richiusa alle spalle, lasciandosi poi andare su di essa. Sfinita. Ripensava alla nottata appena trascorsa e non poteva credere che fosse tutto vero. Lasciò cadere la borsa a terra e si diresse verso il bagno. La prima cosa che notò fu il telefonino sul mobile accanto al lavandino.
    Sorrise ripensando alla telefonata che aveva dato inizio a tutta la magia. Prese il telefono tra le mani e schiacciò un tasto perché il display si illuminasse. Ventitré chiamate senza risposta dai suoi colleghi, la maggior parte erano di JJ, ma non mancavano i numeri di Hotch, Emily, David e Garcia.
    Lo posò nuovamente conscia che fra qualche istante li avrebbe rivisti e avrebbe dovuto recitare la sua parte. Aprì il rubinetto e si sciacquò il viso, poi si incamminò verso le scale per raggiungere la camera da letto dove si sarebbe cambiata prima di raggiungere l’ufficio.

    Spencer non riusciva a cancellare dalla sua mente tutte le emozioni che aveva vissuto quella notte, e non solo perché aveva una memoria eidetica. Avrebbe conservato ogni singolo fotogramma per sempre, si era divertito, si era emozionato, aveva vissuto veramente.
    Ora era diretto a Quantico, non sentiva nemmeno la necessità di passare da casa. Ormai era tutto finito e avrebbe fatto meglio a lanciarsi nel lavoro e non pensarci troppo.
    Varcata la soglia della BAU vide correre verso di lui JJ preoccupata, «Ma cosa ti è successo? Ti abbiamo cercato tutta la sera, eravamo in pensiero.» gli disse fissandolo intensamente negli occhi.
    Il ragazzo tirò fuori dalla tasca il cellulare mostrandolo alla collega. Spento, poi sorrise e cominciò a raccontarle di come era rimasto bloccato tutta la notte nel traffico di Washington.

    Alex si infilò i jeans e il maglioncino bianco, poi recuperò il regalo per Jack e accarezzò Max, il suo micio striato che ronfava pacifico sul lettone.
    «Allora? Sei pronta?» le chiese Derek appoggiandosi allo stipite della porta, infilandosi le mani nelle tasche del giaccone di pelle.
    Lei annuì con un gesto del capo e si infilò il cappotto, poi si mise la borsa sottobraccio e continuando a stringere il regalo di Jack tra le mani fece cenno a Derek di uscire dalla porta principale. Erano passati da lei perché aveva assolutamente bisogno di darsi una rinfrescata.
    Lanciò le chiavi a Morgan, che le raccolse al volo, poi le disse divertito:
    «Nano, perché questo onore?»
    «Beh, suppongo che dovrò cominciare a fidarmi di te, no?»
    Gli fece l’occhiolino e si accomodò sul sedile del passeggero. Arrivarono in ufficio silenziosi, ognuno immerso nei propri pensieri, poi, prima di varcare le porte recanti il simbolo dell’unità si guardarono come per infondersi coraggio.
    Si recarono all’area relax per prendersi il primo caffè della giornata, dopo che Lehane ebbe depositato la borsa e il regalo alla sua postazione, di fronte a quella di Spencer.
    «Ehi, dove eravate finiti ieri sera? Non avete idea di quanto ci siamo preoccupati per voi.» li accolse Emily, che stava versando una tazza abbondante di miscela nera e fumante.
    «Il signorino qui presente ha l’automobile off limits, quindi mi ha chiesto un passaggio.» iniziò Alex, come fosse un copione già preparato, ma cercando di risultare il più naturale possibile.
    «Eravamo un po’ in ritardo, ma il colpo di grazia è stato un blocco stradale per lavori al ventiseiesimo chilometro della statale, la neve ha fatto il resto. Bloccati nel traffico per un tempo incommensurabile.» terminò Derek, poi le sorrise complice.
    «Comunque, com’è andata la festa? Divertiti?» domandò Lehane, cercando di sviare il discorso su altri lidi.
    Prentiss gettò loro un’occhiata che parlava da sola, e poi ribatté:
    «Oh sì, molto. Ma credo che qualcuno qui si sia divertito più di noi.»
    Li guardò ammiccando, e poi sparì, lasciando dietro di sé un intenso aroma di caffè.

    L’ultima ad arrivare in ufficio fu Liardi. Dopo essersi cambiata e aver recuperato il regalo per Jack si era avviata verso la BAU. Non era riuscita a trattenere una sana risata durante la salita in ascensore, ringraziando di essere completamente sola nella cabina, così che quando si aprirono le porte si trovò davanti Penelope Garcia.
    «Cos’è successo di così divertente al mio raggio di sole?» le chiese vedendola ancora sorridere.
    Nicole si sentì sprofondare, aveva pochi secondi per inventare una scusa credibile, l’ennesima della giornata e Spencer non era lì ad aiutarla.
    «Ma niente. Sono semplicemente di buon umore...» rispose non riuscendo a pensare a nulla di meglio. Poi si incamminò seguita a ruota dalla tecnica informatica fino all’open space, dove Alex e Derek erano alle loro scrivanie. Una morsa allo stomaco per l’imbarazzo la stordì per qualche secondo, poi lanciò la borsa sulla sua scrivania di fronte a quella di Derek e accanto a quella di Reid.
    «Buongiorno a tutti, scusatemi per ieri sera, com’è stata la festa?» disse raggiante guardando negli occhi Lehane.
    «L’ennesimo blocco stradale?» sentì dire alle sue spalle vedendo giungere JJ e il piccolo genio che beveva dalla sua tazza. Ringraziò che il caffè fosse caldo e potesse camuffare il suo improvviso rossore alla vista della collega.
    «Come dici?» la ragazza finse di non capire la domanda della donna bionda.
    «Spence è rimasto bloccato nel traffico e non è arrivato alla festa ieri sera.» il ragazzo quasi si soffocò con il liquido scuro che stava sorseggiando sentendo le parole dell’agente Jareau.
    «Curioso...» intervenne Emily che era lì con loro, «Anche Derek e Alex hanno avuto problemi in strada.»
    «Incidente mortale che ha coinvolto un tir e due autovetture.» esclamò Nicole mostrandosi sicura. Si sedette sulla sua sedia continuando a spiegare. «Sono rimasta fino alle undici e mezza circa nella mia macchina ferma nel traffico, ho anche dimenticato il cellulare in casa...» pregava che le avessero creduto.
    JJ ed Emily si guardarono, poi Dave arrivò alle loro spalle e battendo una pacca benevola sul braccio di Lehane, affermò:
    «Ecco qui i nostri desaparecidos. Pensavamo di dover chiamare i sommozzatori per recuperarvi in qualche fiume.»
    Alex sollevò lo sguardo nella sua direzione sorridendo, mentre Prentiss continuava:
    «Apparentemente ieri il traffico cittadino ha cospirato…»
    «Eh già, fortuna che Spence studia a memoria i rapporti governativi…» le diede man forte JJ.
    Scoppiarono tutti a ridere, suscitando l’imbarazzo di Nicole ed Alex, che però tentarono di restare normali e comportarsi come se nulla fosse.
    «Sì, certo prendetemi pure in giro. Tanto non siete voi ad aver passato la nottata con un incubo che continuava a lamentarsi.» esclamò Lehane indicando Morgan, che le fece una linguaccia.
    «Almeno tu eri in compagnia...» le sussurrò complice Liardi facendole l’occhiolino. Era contenta che quel segreto sarebbe stato custodito per sempre da loro quattro, che avessero passato quella meravigliosa notte, insieme.
    «Eccovi qui.» li aveva raggiunti anche Hotch a cui i ragazzi porsero subito i regali per il piccolino. Aaron ringraziò cordialmente e si sincerò che stessero tutti bene, se per loro la notte era stata magica, per i loro colleghi era stata ricca di ansia per le loro sorti.
    Dopo aver ripetuto per l’ennesima volta quello che era accaduto loro, la parte destinata al pubblico, ognuno si rivolse al suo lavoro e i quattro rimasero soli alle loro scrivanie.
    «Ci avranno creduto?» chiese Spencer poggiando la tazza sulla scrivania e allontanando la sedia per prendervi posto.
    Lehane gli mostrò uno sguardo scettico dall’altra parte del tavolo, poi sussurrò:
    «Sono i migliori profilers del pianeta, temo che ci abbiano scoperti ancora prima che aprissimo bocca.»
    «Preferisco non sapere la verità e continuare a credere che abbiano creduto alle nostre parole...» rabbrividì Nicole raccogliendo poi la borsa e iniziando a rovistarvi dentro. Quando ebbe trovato il tesoro che cercava, portò fuori la mano che teneva tra le dita una minuscola memory card ed esclamò raggiante:
    «Ragazzi, fuori i vostri indirizzi e-mail protetti!»
    «Il mio lo conosci già tesoro mio…» le rispose Lehane, guardandola altrettanto sorridente.
    «Non oso immaginare cosa è costretta a sopportare la vostra posta elettronica. Non voglio nemmeno lontanamente sognarlo.» sentenziò sicuro Derek, poi scrisse qualcosa su un post it e lo tese a Nicole.
    «Ci scusi Mr. Serietà.» lo rimbeccò Alex.
    «Io e te ce la vediamo poi in privato.» disse Liardi a Reid che era rimasto imbambolato a seguire quello scambio di battute tra i suoi colleghi. Sapeva cosa c’era in quella macchina fotografica e avrebbe preferito che non lo vedesse nessun’altro. Non poteva ancora realizzare tutto, ma il semplice pensiero lo emozionava.
    La ragazza afferrò il post it dalle mani di Morgan e ridacchiando si avviò ad inserire la piccola card nel computer per inviare a tutti gli altri le foto.
    «In privato per cosa, esattamente?» chiese petulante Lehane a Spencer, che arrossì. Poi si rivolese a Liardi. «Che nascondi in quella memory card, Nicole?»
    Derek improvvisamente sollevò la testa e ammonì scherzosamente Alex:
    «Ehi, non fare la suocera. Abbiamo fatto una promessa ricordi? Quindi non chiedere più di quanto non ti sia concesso.»
    Alex sbuffò e di nuovo gli fece una linguaccia, infine si arrese, sollevando le mani in aria:
    «D’accordo, d’accordo. Non voglio sapere nulla.»
    «Vedrai quando ti arriva la mail tesoro mio!» esclamò Liardi smanettando sulla tastiera. «Ah...» ricordò poi sollevando la testa verso i tre, «Inutile ricordare che quello che è successo al centro commerciale è rimasto lì. Motivo per cui...scelgo io cosa mostrarvi di questa memory card!» li provocò. Tutti si lasciarono andare a risate di gusto, non si erano mai sentiti vivi e felici come in quel momento.
    Alex aveva Derek e Derek aveva Alex, così come Nicole aveva Spencer e Spencer aveva Nicole.
    Senza dimenticare che ognuno di loro aveva gli altri tre, grazie al patto di eterna complicità e amicizia che avevano firmato semplicemente rimanendo chiusi in un centro commerciale.

    Dall’altra parte del corridoio Penelope era tornata nella sua stanza. Non era una profiler, ma la storia dei colleghi le puzzava di bruciato. Si sedette al suo computer e cominciò ad immettere le coordinate GPS dei SUV dei colleghi per scoprire il loro percorso della sera precedente.
    Quando lo schermo generò i risultati non si stupì per nulla, ma non l’avrebbe comunque detto a nessuno. Sapeva mantenere i segreti.

    Il centro commerciale aveva ripreso la sua normale vita. La gente affollava i corridoi, tutto sembrava come ogni volta, ma non era così. La presenza dei quattro ragazzi era ancora viva e presente, specialmente quando un ragazzo afferrò un paio di calzini proprio del colore che cercava e si stupì di trovarne uno solo all’interno della confezione. Non poteva sapere che l’altro era nel cappotto di un agente dell’FBI che spesso portava furtivamente la mano alla tasca per accarezzare quel dono fatto con amore. E per ricordare che quello che aveva vissuto non era stato solo un sogno.

    image

    FINE





    Beh, siamo giunti al termine. Lascio qui i miei ringraziamenti e forse arriverà con un altro post anche la mia co-autrice a dire la sua.
    Innanzitutto ringrazio tutta la gente che è rimasta fedele nonostante i miliardi di impedimenti che questa ff ha visto. Pc rotti, pause interminabili ecc ecc...siamo imperdonabili!
    E' stata una delle esperienze più belle che io abbia mai potuto vivere. Il tutto nato come una semplice oneshot è venuta fuori in questa storia a capitoli che mi sono divertita a scrivere dalla prima all'ultima sillaba. Mi sento un po' come i nostri Profiler in questo ultimo capitolo, conscia di aver vissuto qualcosa di magico e nello stesso tempo dispiaciuta che sia già finita. L'unico augurio silenzioso e segreto che posso farmi è che mi sia data l'occasione di ripetere l'esperienza. Chissà...
    Per questo riservo un ringraziamento speciale a Faith, mia co-autrice e collega in questa avventura. Mi ha aiutato a tirare fuori il mio lato comico (?) che abbiamo un po' messo alla prova qui. Mi sono divertita proprio tanto a scrivere con la naturalezza più assoluta questi siparietti simpatici seminati qua e là. Ho vissuto le emozioni in prima persona (specialmente il primo incontro tra Alex e Nicole *____*), e sono fortunata di averle poi potute ripetere nella vita reale sulla mia pelle. Più forti e speciali di quello che avevo immaginato tra queste righe *l'honey mio intenderà*.
    Ad ogni modo...le parole mi stanno venendo meno, incapaci di esprimere ciò che veramente vorrei, quindi meglio chiuderla qua prima di rovinare tutto. Tanto penso che anche ciò che non ho esplicitamente detto sia chiaro. Grazie di cuore...
     
    Top
    .
  2. ~Faith On Mars~
     
    .

    User deleted


    Ha già detto tutto Mary, ma qualche parola la aggiungo anche io.
    Per prima cosa ringrazio tantissimo tutti coloro che hanno letto dall'inizio alla fine e ci hanno detto la loro! Grazie di cuore, davvero. E' sempre bello ricevere commenti e anche critiche... è costruttivo e aiuta a crescere.
    Ecco, proprio un punto cruciale a cui vorrei dedicare questo commento.
    Con questa storia, più che con altre...sono cresciuta, e ho capito un sacco di cose.
    Sembrerà banale, ma è proprio così.
    Mi sono divertita, emozionata e commossa scrivendo questa storia con te, tesoro!
    E sono proprio felice di aver trovato Nicole e Alex dal vivo.
    Quindi...grazie mille :wub:

     
    Top
    .
16 replies since 26/3/2010, 14:40   1079 views
  Share  
.