Chimera

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    Capitolo XVIII: Pigiamo party

    Sarah era ferma nel corridoio. Aveva sentito le voci degli altri nell’openspace. Vide JJ avviarsi sorridente nel suo ufficio. Doveva risolvere quella faccenda seduta stante, prima che fosse troppo tardi.
    Bussò alla porta ed entrò. Jennifer era seduta davanti al computer e stava cercando qualcosa nei dossier davanti a lei.
    - Sarah! – la ragazza era visibilmente sorpresa e imbarazzata.
    - Dobbiamo parlare, JJ.
    - Si. Io volevo scusarmi per…
    - JJ, non ora!
    Jennifer sobbalzò. Non le aveva dato neanche la possibilità di spiegarsi.
    - So che sei arrabbiata con me, ma…
    - Sto cercando il modo di dirtelo più delicatamente possibile – Sarah si passò una mano sul viso e sospirò – Puoi mandare Will e Henry in un posto sicuro?
    - Per… perché? – Jennifer si allarmò a quella richiesta.
    - Non ci arrivi, eh? Se l’S.I. ha ascoltato la lite fra me e Spencer sa che tu ne sei la causa. Potrebbe decidere di agire come con Mark.
    Il viso dell’agente Jareau divenne bianco. Non aveva riflettuto su questo.
    - Allora? C’è un posto sicuro per Will e Henry?
    - Potrebbero andare dai parenti di Will a New Orleans…
    - Perfetto. Più lontano è, meglio è. Riguardo te… tu verrai con me e Spencer.
    - Sei sicura?
    La profiler alzò gli occhi. JJ non aveva mai visto quello sguardo. Un misto di rabbia, furore, preoccupazione e qualcos’altro che non riusciva a definire.
    - Risolveremo i nostri problemi personali in un altro momento. Per quanto possa essere arrabbiata con te, non si lascia un collega in pericolo. Quindi, si, sono sicura. Vado da Hotch a dirglielo. Tu chiama Will e fallo partire subito.
    - Si… Sarah un ultima cosa. Io… sono veramente dispiaciuta, non volevo mettermi fra voi due.
    Sarah era ferma con la mano sulla maniglia e aveva già cominciata ad aprire la porta. Senza guardarla le rispose con il tono più freddo di cui era capace.
    - A no? Io credo che invece tu volessi proprio quello.
    - Come scusa?
    Finalmente si girò verso la collega. I suoi occhi erano di ghiaccio.
    - Lui ha scelto me. Fattene una ragione. Se mai ti venisse in mente di provare a metterti in mezzo di nuovo… beh, rimpiangerai che io non ti abbia lasciato in mano all’S.I.
    Detto questo se ne andò dall’ufficio.

    Hotch era con il resto della squadra nell’openspace.
    - Collins, novità? – le disse appena la vide arrivare.
    - Garcia ci sta lavorando. Hotch, JJ viene con me e Spencer. Non è più al sicuro neanche lei.
    - Come? Perché? – chiese Hotch che era all’oscuro del motivo del litigio fra Sarah e Reid.
    - E’ nei guai perché ha la lingua troppo lunga e che va per i fatti suoi – intervenne Derek che invece sapeva tutto.
    - Le ho già detto di mandare Will e Henry in un posto sicuro – riferì Sarah.
    - Starete comodi? C’è spazio a sufficienza? – chiese Derek girandosi verso di lei.
    Sarah fece spallucce.
    - Quella casa è immensa… sempre stata troppo vuota. Ci sono 4 camere da letto al primo piano, più una di servizio al piano terra.
    - Allora c’è spazio anche per me – decise Derek.
    - Per te? – Spencer sembrava stupito.
    - Ho chiesto io a Morgan di venire con voi – rivelò Hotch – Vi voglio al sicuro. Il fatto di cambiare casa non vi mette al riparo dall’S.I., una pistola in più può fare sempre comodo.
    - Qualcun altro si vuole unire? – chiese Sarah con ironia.
    - Beh, visto che lo chiedi – disse Prentiss.
    Sarah mandò all’amica un’occhiata di disapprovazione, che Emily fece finta di ignorare con uno sguardo innocente negli occhi.
    - Hotch – intervenne Jason – forse sarebbe meglio che tutta la squadra si trasferisse da Sarah, fino a che non l’abbiamo preso…
    - Eh, no! Adesso basta! Non ho bisogno della balia, me la so cavare anche da sola! – Sarah non voleva che Gideon mettesse piede in quella casa, era già stata dura permettergli di andare nel suo appartamento.
    - Jason, Collins sarà anche stata una tua allieva. Ma sicuramente non conosci quel tono. Io stasera torno nel mio appartamento… - intervenne Rossi.
    - In fin dei conti io, te e Rossi non siamo in pericolo – ragionò Hotch.
    - Mi volete lasciare fuori dal pigiama party? – disse Garcia che aveva sentito la conversazione.
    - Certo che no, mia bellissima bambolina. Chi resisterebbe ad una notte in una grande casa senza te che giri con il tuo pigiamino sexy addosso? – scherzò Derek facendole l’occhiolino.
    Sarah sospirò alzando gli occhi al soffitto. Ma possibile che Derek e Penelope si comportassero sempre come due bambini dell’asilo, invece che come due agenti federali? Quella era una battaglia persa in partenza…
    - Novità, Garcia? – disse Hotch, cercando di riportare l’attenzione sul caso.
    - Si e no. Dai documenti non risulta nessuno che sia stato in Francia nel periodo dei precedenti omicidi. Almeno… niente che risulti dalla carte di credito o dalle liste dei passeggeri aeri…
    - La buona notizia? – chiese Sarah.
    - Sono riuscita a restringere la lista a tre nomi. Piccoli precedenti penali da ragazzi, vivono da soli, età compresa nei parametri.
    - Perfetto concentriamoci su questi tre – disse Rossi.
    - Ho caricato le foto sul monitor della sala riunioni – disse Garcia – Se sta seguendo Sarah, forse lei lo ha già visto… potrebbe risultargli familiare.
    - Se hanno lavorato nel palazzo di fronte, potrei averli visti tutti… comunque proviamo.

    Sarah era in piedi davanti al monitor, mentre il resto della squadra era concentrato sui dossier dei tre sospettati. Sentiva una leggera emicrania. Era stanca e preoccupata. Non certo la situazione ideale per mettere a fuoco dettagli rilevanti.
    Emise un sospiro. Derek le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla.
    - Non importa, ciuffo buffo, era solo un tentativo.
    - Il problema è che mi risultano famigliari tutte e tre i volti… i lavori sono durati tre settimane. Potrei averli visti tutti i giorni in quel periodo. Nessuno di loro mi fa scattare niente…
    - Tranquilla. Lo troveremo.
    Sarah cercava di concentrarsi sugli occhi dei tre uomini. Era furbo, sicuramente usava lenti a contatto colorate per nascondere la sua particolarità.
    Si allontanò dal monitor e si mise a sedere vicino a Spencer. Era visibilmente stanca. Lui allungò una mano sotto al tavolo per prendere la sua. Era un gesto inconsueto per loro. Davanti al resto del team evitavano di sfiorarsi, a volte evitavano persino di guardarsi.
    - Reid? – lo chiamò Hotch.
    - Si?
    - Portate Sarah a casa. Ormai sono le otto e lei ha bisogno di riposo.
    - Ma abbiamo solo fino a domani! – protestò lei.
    - Non siamo di aiuto a nessuno stanchi e poco concentrati. Vi voglio tutti qui domani mattina alle sette. Ora andate e cercate di riposare.
    - Prendo una copia dei dossier – provò Derek.
    - Morgan, quando dico di riposare intendo lasciare il lavoro qui e andare a dormire! – lo rimproverò Hotch.

    Arrivarono con due SUV. Quando scesero, i membri della squadra guardarono ammirati la splendida casa in stile Tudor. Era bella e grande, proprio come aveva detto Sarah. L’erba del prato era stata tagliata da poco. Sembrava una cartolina.
    - Wow! E’ una reggia! – disse Garcia sgranando gli occhi.
    - Vogliamo entrare? Oppure avete intenzione di rimanere qui tutta la notte? – chiese Sarah con un sorriso divertito.
    - Mi fai fare un giro turistico? – rincarò Penelope.
    - Certo, cosi decidiamo le sistemazioni per questa notte.
    Appena furono tutti entrati, Sarah chiuse a chiave la porta blindata ed inserì l’antifurto.
    - Fino a domattina siete tutti sotto sequestro – provò a scherzare.
    - Allora? Queste sistemazioni per la notte? – chiese Derek con un sorriso malizioso.
    - Oh, certo – rispose Sarah con uno sguardo furbo – seguitemi.
    Si avviò lungo il corridoio del piano terra e aprì sicura una porta vicino alla cucina.
    - Questa è la camera di servizio. Ci sono due letti gemelli. Il bagno di servizio è la porta a destra. Tu e Spencer dormirete benissimo qui…
    - Io e Reid? – disse Morgan con un po’ di disappunto.
    - Certo! Noi ragazze occuperemo le camere al primo piano e voi farete la guardia al piano terra. Buonanotte! – disse passando accanto ai ragazzi con un sorriso divertito sul volto.
    - Aspetta! Io non voglio dormire con Reid!
    - E io non voglio dormire con lui!
    - Beh? Avete cosi insistito per venire a stare tutti qui… dovrete accontentarvi… non avrete mica pensato di tenere compagnia a una di noi? – chiese Sarah con uno sguardo malizioso.
    - Ehi dio greco scolpito nella cioccolata, se vuoi fare un giro di sopra più tardi… la mia porta è sempre aperta! – rincarò la dose Garcia con una strizzatina di occhi maliziosa – Certo, se il piccolo federale soffre di solitudine… dovremo cercare una compagnia anche per lui…
    Spencer diventò rosso fino alla punta dei capelli. Morgan era senza parole per come le ragazze gli avessero giocato quel tiro mancino. Le quattro si avviarono verso le scale ridendo e dandosi di gomito fra loro.
    - Quelle piccole quattro…
    - Lascia perdere Morgan. Per stanotte dovremo sopportare.

    Continua…
     
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