Chimera

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    Capitolo XIX: L’inizio della caccia

    Alle 5,30 del mattino le ragazze del team furono svegliate dal suono di un pianoforte. JJ, Emily e Garcia si affacciarono dalle porte delle loro camere e si rivolsero uno sguardo interrogativo. Chi poteva suonare il piano a quell’ora del mattino?
    La musica proveniva da una sala del piano terra. Scesero le scale e trovarono Morgan appoggiato allo stipite di una porta scorrevole. Il ragazzo si girò verso di loro e si mise un dito sulle labbra.
    All’interno del locale c’erano solo un pianoforte a coda bianco e una poltrona. Seduta al piano, Sarah teneva gli occhi chiusi mentre suonava. Sulla poltrona intento ad osservarla c’era Spencer con un sorriso beato stampato sul volto.
    Le tre entrarono e si avvicinarono ai due. Sarah suonava veramente bene. JJ si guardò intorno e notò dei trofei e alcune foto sul ripiano del grande camino. Diede una gomitata a Emily e le fece cenno di seguirla in silenzio.
    I trofei erano tutti con la scritta “Primo classificato” e riportavano i nomi di importanti concorsi per giovani talenti musicali. Nelle foto si riconosceva una Sarah bambina che suonava concentrata. In una di esse era presente anche una bellissima donna bionda che aveva la mano poggiata sulla spalla della bambina e le sorrideva teneramente.
    Garcia nel frattempo si era avvicinata ancora di più al piano e rimaneva incantata a guardare le lunghe dita di Collins muoversi sulla tastiera.
    - Questa musica è bellissima… cos’è? – chiese lei sempre più rapita dalla melodia.
    - Suonata al chiaro di luna, Beethoven – rispose Spencer.
    - Sei veramente brava Sarah. Non sapevo che suonassi il pianoforte.
    - Erano anni che non lo suonavo – rispose la ragazza senza aprire gli occhi – Sono un po’ arrugginita.
    - E questo me lo chiami essere arrugginita? Figuriamoci cosa riuscivi a fare quando eri in forma!
    - Te lo dicono i trofei su questa parete, Garcia – le rispose Emily.
    - Wow! Tutti “primo classificato”! Eri veramente brava.
    - Me la cavavo, niente di speciale – rispose Sarah con modestia.
    - Perché hai smesso? – chiese ancora Garcia.
    Sarah interruppe la sua esecuzione e si girò a guardare l’amica. I suoi occhi erano immensamente tristi.
    - Ho smesso dopo l’incidente dei miei genitori. Da allora non ho più suonato… fino a questa mattina – dicendo cosi fece un sorriso dolce a Spencer che ricambiò.
    - Con un talento come il tuo è un peccato non esibirti – le fece notare Emily.
    La ragazza fece una mezza risata.
    - Veramente se i miei non avessero avuto quell’incidente, probabilmente non ci saremmo mai incontrati… loro volevano che diventassi una concertista.
    - Beh, il talento lo hai – si intromise JJ – e anche la tecnica. Perché hai deciso di diventare una profiler?
    Collins non rispose, si limito a scambiarsi un’occhiata complice con Spencer. Il ragazzo si alzò dalla poltrona e si rivolse a tutti gli altri.
    - Non credete che sia il caso di prepararci? Hotch ha detto alle sette, ma se arriviamo prima è meglio.
    - Il ragazzino ha ragione – convenne Morgan – Signore, anche se la vista di voi tutte in pigiama è a dir poco stuzzicante credo che sia il caso che vi andiate a preparare.

    Salirono sui SUV. Spencer, Derek e Garcia partirono per primi seguiti da Emily, Sarah e JJ. Mentre sul primo veicolo le battute fra Derek e Penelope non conoscevano tregua, nell’altra macchina c’era un silenzio imbarazzato.
    Alla fine Emily decise di prendere in mano la situazione.
    - Adesso basta! Voi due chiarite ora seduta stante! Non mi costringete a prendervi a sculacciate come i bambini.
    Sarah non fece una piega e continuò a guardare fuori dal finestrino, mentre JJ si mordeva le labbra non sapendo bene cosa dire.
    - Insomma!
    - Io quello che avevo da dire lo già detto ieri alla diretta interessata – rispose Sarah.
    - Dicendo un mare di assurdità! – intervenne JJ.
    - Ah si? E quale assurdità avrei detto di grazia?
    - Che io mi sono messa in mezzo di proposito tanto per cominciare!
    - E come me lo chiameresti dare giudizi non richiesti su una relazione di cui non sai assolutamente nulla! – rispose Sarah visibilmente arrabbiata.
    - Io mi preoccupavo solo per Spence! – si difese JJ che cominciava ad alterarsi a sua volta.
    Finalmente Sarah si girò sul sedile per affrontare la sua antagonista.
    - Non ti sembra che Spencer sia grande abbastanza per prendere le sue decisioni senza che tu ci debba mettere quella lingua lunga e velenosa?
    - Io ho fatto solo una domanda ad un amico, cosa c’è di male in questo?
    - NO SIGNORINA BELLA! TU TI SEI PERMESSA DI DIRE CHE CREDI CHE IO NON SIA ADATTA A LUI! – Sarah era veramente al limite.
    JJ si zittì di colpo, non poteva replicare perché Sarah aveva detto la verità.
    - Oh, non mi dire! Miss so tutto io è rimasta finalmente senza parole!
    - Sarah – cominciò ad ammonirla Emily.
    Collins si girò nuovamente sul sedile e riprese a guardare fuori dal finestrino incrociando le braccia.
    - Ok, visto che voi due non riuscite a venirne a capo credo che sia il momento che intervenga finalmente una persona adulta!
    - Guarda che noi siamo persone adulte! – rispose piccata Sarah.
    - Certo, come no! Le persone adulte si mettono ad urlare in quel modo invece di ragionare. Ora i negoziati di pace sono stati aperti. Voi mi ascoltate e poi vedremo se va bene cosi – Emily sospirò, ma perché toccava sempre a lei fare da paciera fra quelle due? – Tu JJ giuri solennemente di non azzardarti mai più a mettere bocca nella relazione tra Spencer e Sarah. Va bene?
    JJ fece un timido cenno con la testa, poi si rese conto che Sarah non poteva vederla.
    - Si, giuro solennemente di non dare più giudizi su Spencer e Sarah o sul loro rapporto.
    - Il primo passo è fatto. Ora tocca a te signorinella – disse Emily bussando sulla spalla di Sarah.
    - Perché io che avrei fatto? Mi sono solo difesa!
    - Tu invece prometterai di non alzare più la voce in quel modo con JJ e di cercare di perdonarla e metterci una pietra sopra.
    Sarah sbuffò.
    - Sarah, sto aspettando! E lo sai che l’unica cosa che mi irrita più di Derek quando si impunta è aspettare.
    - Prometto – rispose Sarah contro voglia.
    Emily sorrise. Erano proprio due ragazzine quando c’era di mezzo Reid.
    - Ora stringetevi la mano e facciamola finita qui.
    Le due ragazze eseguirono gli ordini di Emily senza fiatare.

    Arrivarono a Quantico alle 6,45. Derek, Spencer e Garcia si diedero uno sguardo divertito. JJ e Sarah guardavano per terra con aria imbronciata, come succedeva sempre dopo che Emily le aveva costrette a chiedersi scusa a vicenda. In un anno e mezzo quella scena era diventata molto familiare, JJ e Sarah erano come cane e gatto, anche se normalmente non arrivavano mai allo scontro diretto. Di solito si tenevano il muso per un paio di giorni e poi tornava tutto alla normalità. Se la cosa era più grave Prentiss prendeva in mano la situazione e le redarguiva a dovere.
    Si avviarono tutti e sei verso l’ascensore quando Emily si fermò di colpo.
    - Cosa c’è? – chiese Sarah voltandosi verso l’amica.
    - Ho scordato il tesserino in macchina, arrivo subito.
    - Dai ti aspettiamo – le rispose Garcia.
    - No, andate avanti e chiamate l’ascensore, ci impiego un secondo.
    Detto questo si allontanò con passo svelto verso la vettura e gli altri proseguirono verso l’ascensore. Appena Garcia spinse il bottone della chiamata sentirono una macchina partire a grande velocità. Sarah ebbe un presentimento.
    - Emily? – si avviò verso il posto auto riservato alla squadra – Emily? Tutto bene?
    Poi i suoi occhi notarono qualcosa vicino al SUV. Si inginocchiò e si sentì mancare. Le chiavi di Emily erano per terra, poco più là la sua borsa era caduta riversando tutto il contenuto. Si alzò di corsa voltandosi verso gli altri che si stavano avvicinando.
    - EMILY! HA PRESO EMILY!

    Continua…
     
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