Chimera

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    Capitolo XX: Intuizioni

    Erano tutti tesi. Morgan continuava di tanto in tanto a prendere a pugni la porta della sala riunioni. Hotch continuava a rigirarsi la penna fra le dita con lo sguardo perso nel vuoto. Spencer continuava a leggere e rileggere i dossier. Tutti cercavano di capire dove l’S.I. potesse aver portato Emily.
    L’unica che non partecipava alla tensione del resto del team era Sarah. Si era seduta e aveva chiuso gli occhi. Cercava la concentrazione necessaria per risolvere il caso. Sapeva che la risposta era davanti hai suoi occhi, ma non riusciva a vederla.
    Jason la osservava e mentalmente la incoraggiava. Se qualcuno poteva tirare Prentiss fuori dai guai quella era Sarah. Le aveva insegnato tutto quello che sapeva sul profiling e anche di più. I cinque anni in Europa avevano fatto di lei una vera professionista. Il suo intuito innato faceva il resto. Lei poteva fermarlo!
    Sarah seguiva i propri processi mentali come dentro un labirinto. A volte si spaventava da sola di dove riuscissero ad arrivare i suoi pensieri. Il suo cervello era una macchina ribelle che andava sempre per i fatti suoi. Occorreva tutta la sua autodisciplina per riuscire a canalizzare le sue idee, ma in quel momento non stava ottenendo i risultati sperati. Alla fine si arrese. C’era un particolare che le sfuggiva, ma più cercava di concentrarsi su questo fatto più il suo cervello divagava. Alla fine decise di lasciarlo correre a briglia sciolta e vedere dove la portava.
    Provò a ricapitolare il caso e gli indizi. L’S.I. aveva un SUV nero con i vetri oscurati, sapeva molte cose di lei perché l’aveva spiata mettendo un microfono nel suo appartamento, si identificava in Spencer e credeva di avere una storia con lei. Che altro? Certo, era riuscito ad avere il codice di accesso del suo sistema d’allarme. Quel codice lo sapevano solo lei e Spencer, non l’aveva mai dato a nessun altro. Qualcosa scattò in lei. Invece si che l’aveva dato a qualcuno! Non ci aveva pensato prima solo perché gli sembrava una cosa troppo ovvia e scontata. Aveva dato la colpa agli operai che stavano ristrutturando l’ufficio del palazzo di fronte. Ma forse era stata proprio lei, anche se involontariamente, a fornire all’S.I. il numero!
    Saltò in piedi e si diresse all’ufficio di Garcia senza una parola. Gli altri si limitarono a guardarsi. Quando aveva quell’espressione sul volto Sarah non rispondeva a nessuno, era troppo concentrata su quello che il suo cervello le suggeriva.
    Garcia era seduta davanti ai monitor e sentendo la porta aprirsi si girò. Aveva gli occhi lucidi, aveva pianto fino a poco prima. Sarah non la degnò di una parola. Prese la sedia dove era seduta dallo schienale e la spinse via con forza. Poi allungò la mano fino a prendere l’altra sedia e si piazzò davanti ai computer.
    - Ehi! Si può sapere cosa combini? – disse la bionda informatica allibita dal comportamento di Sarah.
    - Non ho tempo adesso, ne riparleremo un’altra volta. Ora sta buona e zitta, mentre io controllo una cosa.
    La squadra entrò nell’ufficio di Penelope e assisteva in silenzio alla ricerca di Collins. I dati scorrevano veloci sui monitor e nessuno di loro riusciva a capire cosa lei stesse cercando.
    - BINGO! – urlò infine trionfante lei.
    - Cosa? – chiese Morgan speranzoso.
    - Abbiamo poco tempo! Vi spiego mentre siamo per strada! JJ chiama la polizia e mandala all’indirizzo che ti arriva sul cellulare. Garcia mi dispiace – dicendo cosi corse fuori dall’ufficio diretta verso gli ascensori.
    - Dove stiamo andando? – le chiese Derek mentre la seguiva verso gli ascensori.
    - A casa dell’S.I., probabilmente avrà portato Emily lì o comunque troveremo qualche indizio su dove può essersi nascosto.
    Jason che li seguiva a breve distanza sorrise compiaciuto. C’era riuscita di nuovo. Aveva trovato l’S.I.

    Stavano comunicando attraverso il viva voce. Sarah era un fascio di nervi mentre spiegava concitatamente le sue deduzioni sul caso.
    - L’S.I. si chiama Marcel Brunet. Di nazionalità svizzera. Nato e cresciuto a Ginevra. Dopo la morte del padre la famiglia si trasferisce ad Annecy, in Francia, dai parenti della madre. Cittadino modello. Ho controllato la sua foto. Come sospettavo è affetto da eterocromia dovuta a chimerismo.
    - Come fai a dirlo? – chiese Spencer.
    - I suoi capelli sono striati. Lì ha biondi con striature nere. Ha un occhio verde e uno castano. Chimerismo tetragametico.
    - E questo che vuol dire? – chiese Hotch.
    - In questo caso la chimera può avere organi con differenti set cromosomici. Per capirci: può avere il fegato con un determinato DNA e un rene con un DNA del tutto diverso. Il nostro soggetto soffre anche di ermafrodismo.
    - Come scusa? – intervenne Rossi.
    - In lui sono sviluppati i genitali di entrambi i sessi, sia ovaie che testicoli. Circa un anno prima di cominciare ad uccidere in Francia è stato operato di tumore alle ovaie. Sicuramente è stato questo il fattore di stress. Rendersi conto di essere sia uomo che donna deve essere stato devastante per la psiche del ragazzo. Tanto più che in seguito all’intervento è diventato impotente.
    - Ma se le stupra! – gli ricordò Derek.
    - Probabile che usi una protesi – intervenne Jason dal telefono.
    - Circa un anno fa – riprese Sarah – è arrivato qui a Washington. Lo zio si è fatto garante per lui e l’ha fatto lavorare nella sua ditta.
    - Quale ditta? – chiese Spencer.
    - Una ditta di pulizie. Sia io che le tre vittime eravamo loro clienti. Pensavo che rivolgermi ad una ditta invece che ad una persona sconosciuta per tenere in ordine l’appartamento fosse una buona idee. Speravo di non incappare in qualche psicopatico. Invece sono finita dritta nella tana del lupo!
    - Quindi è cosi che vi spiava – riprese Derek – Aveva i codici di accesso e le chiavi di tutti gli appartamenti e poteva studiare le vite delle vittime senza problemi.
    - Già. Siamo quasi arrivati. Mi raccomando stiamo tutti attenti. Questo tipo non ha niente da perdere. Non credo che si arrenderà spontaneamente.
    - La polizia e le ambulanze stanno convergendo all’indirizzo che mi hai dato, Sarah – si intromise JJ dall’autoparlante.
    - Ok, grazie. Chiudo la comunicazione, ci vediamo lì.
    I SUV sfrecciavano a velocità sostenuta con le sirene spiegate. Era una lotta contro il tempo

    Continua…


    P.S. le informazioni sul chimerismo sono state prese da Wikipedia
     
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23 replies since 9/9/2010, 20:09   1231 views
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