Chimera

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    Capitolo XXI: La resa dei conti

    Sarah guidava in modo spericolato premendo sempre più sull’acceleratore. Per una volta Spencer e Derek non le dicevano di rallentare. Erano tutti tesi come corde di violino. Sapevano cosa sarebbe successo ad Emily se non fossero arrivati in tempo.
    Sarah sperava di arrivare prima che lui cominciasse. Non le bastava salvarle la vita. Lei voleva impedire che la sua migliore amica subisse uno stupro. Nessuno meglio di lei sapeva cosa questo comportava. Per più di un anno le era risultato impossibile anche solo pensare ad avere una qualche sorta di intimità con un uomo. Poi c’era stato Spencer e lei aveva finito con il dimenticare. Pensava che fosse stata una fortuna aver incontrato Reid solo molto dopo, probabilmente la loro storia non sarebbe mai nata se lei avesse avuto ancora vivido il ricordo di quello che Mark le aveva fatto.
    Emily e Derek vivevano la loro storia fra alti e bassi, ma una cosa del genere poteva porre la parola fine al loro legame. Non perché Morgan fosse cosi sciocco da dare la colpa a Prentiss, ma perché lei dopo non sarebbe stata più la stessa in molti sensi. Per quanto Sarah amasse Derek non lo riteneva all’altezza di una situazione delicata come quella.
    Continuava a premere sull’acceleratore e imprecava fra se. Perché la macchina non andava più veloce? Poi dopo una curva vide la loro metà, le auto della polizia cominciavano ad arrivare. Un SUV nero uscì di retromarcia dal vialetto urtando una delle auto e cominciò una folle corsa.
    - Maledizione! – impreco Sarah – Chiama Hotch digli di cercare Emily dentro la casa. Noi inseguiamo l’S.I.
    Derek annuì deciso, anche se aveva voglia di correre dentro a cercare Emily. L’S.I. poteva averla caricata in macchina! Compose il numero di Hotch e mise il viva voce.
    - Agente Hotchner.
    - Sono Morgan. L’S.I. sta fuggendo a bordo di un SUV nero. Lo stiamo inseguendo.
    - Veniamo a darvi man forte.
    - No! Entrate nella casa. Forse Prentiss è lì!
    - Può pensarci la polizia.
    - No, Hotch – intervenne Sarah – Ho bisogno di sapere se Emily è sul SUV o meno! Non si fermerà facilmente. Credo che dovrò mandarlo fuori strada. Non voglio correre rischi se Emily è con lui.
    - State attenti! Vi mandiamo rinforzi. Se la troviamo vi richiameremo subito!
    - Grazie, Hotch – Derek stava per chiudere la telefonata – Hotch?
    - Non preoccuparti, lei capirà perché non sei entrato a cercarla.
    Derek sospirò. Sperava che lei non la prendesse troppo male. Aveva paura che fosse sulla macchina che stavano inseguendo. Ma aveva ancora più paura che fosse dentro quella casa. Erano arrivati in tempo?

    L’inseguimento continuava. Brunet aveva preso l’autostrada. Sarah non lo mollava, stringeva il volante talmente forte che le nocche erano bianche. Morgan non l’aveva mai vista cosi concentrata. Si chiedeva se Sarah avesse mai un cedimento. Poi notò le gocce di sudore che le imperlavano la fronte. <<allora è umana dopo tutto>>.
    Spencer dietro di loro continuava a fissare la nuca di Sarah. Sapeva che la ragazza si sentiva in colpa per Emily. Anche se capiva di non essere responsabile per le azioni di uno psicopatico questo non alleggeriva il senso di colpa. Avrebbe voluto dirle qualcosa, ma ora era troppo concentrata nella caccia.
    Continuavano a zigzagare nel traffico con manovre spericolate. Sentiva in lontananza le sirene delle pattuglie che li stavano raggiungendo.
    La squillò del cellulare fece saltare tutti e tre.
    - Morgan!
    - Morgan, sono Rossi. Emily è qui! Sta bene è solo un po’ scossa. Siamo arrivati in tempo.
    Sarah si sentì sollevata alla notizia. Ora poteva concentrarsi su quel bastardo.
    - Rossi, di a Hotch che stiamo per entrare in azione. Vi richiamiamo appena possibile – detto questo fece segno a Morgan di riattaccare.
    Superò ancora due vetture e si avvicinò al SUV nero. Scalò all’improvviso e si accostò al veicolo.
    - Tenetevi!
    Sterzò di botto andando a colpire l’altra macchina che cominciò a sbandare ma non rallentò.
    - Il tipo tiene duro – intervenne Derek.
    - Vedremo… io sono più dura di lui!
    Sarah eseguì ancora la medesima manovra mandando l’altro SUV fuori strada. Videro il veicolo cappottarsi e finire la sua folle corsa contro il guardrail. Sarah frenò mettendo la macchina di traverso ed impedendo agli altri automobilisti di avvicinarsi all’incidente. Scesero tutti e tre insieme. Non c’era stato il tempo di mettersi i giubbotti antiproiettile.
    - State attenti, non abbiamo le protezioni – disse Morgan mentre estraeva l’arma.
    - Con un po’ di fortuna avrà perso i sensi – disse Reid speranzoso.
    Sarah si avvicinò lentamente seguita dagli altri due e si mise in posizione. Derek e Spencer la superarono andando a posizionarsi al lato del SUV.
    - Marcel Brunet! F.B.I. esci con le mani bene in vista – i tre si scambiarono un occhiata, nessuna risposta da dentro al SUV.
    All’improvviso videro qualcuno cercare di uscire dal finestrino ormai rotto. Aveva lunghi capelli biondi con striature nere. Era molto esile, aveva la stessa fisionomia di Spencer. Si tirò su incerto, sembrava intontito.
    - F.B.I. mani in altro Brunet.
    Guardò i due agenti come se non li vedesse veramente, era visibilmente confuso. Poi il suo sguardo si spostò su Sarah e un largo sorriso si aprì sul volto dell’uomo.
    - Amore mio! Sei venuta finalmente!
    - Si, sono venuta a prenderti. Metti le mani bene in vista!
    - Perché di comporti cosi? Non sei felice di vedermi?
    - Falla finita! Alza le mani e arrenditi – lo sguardo di Sarah trasudava odio.
    - Sei ancora arrabbiata? Ma… avevamo fatto pace…
    Sarah non gli rispose nemmeno. Quello era ormai viveva nelle sue fantasie, aveva completamente perso il contatto con la realtà circostante.
    - Sarah, amore… - disse ancora Brunet mentre faceva un passo nella sua direzione.
    - Non provarci nemmeno! Sta lontano da lei! – Spencer sentiva la voglia di premere il grilletto, non avrebbe tollerato che lui osasse sfiorarla.
    Brunet si voltò verso di lui e fu come se lo vedesse per la prima volta.
    - Chi sei tu? Non ti intromettere, capito! Lei è mia! – cosi dicendo tirò fuori una pistola e la puntò contro Spencer.
    - No! – Sarah era terrorizzata per la prima volta in vita sua – non è lui che vuoi! Tuo vuoi me!
    L’S.I. non si girò a guardarla era tutto concentrato su Reid.
    - Non puoi avermi!
    - Cosa dici mia amata! Certo che posso averti, noi siamo una coppia.
    - No – Sarah fece appello a tutte le sue conoscenze della psiche umana, doveva distrarlo – non puoi avermi, ti ricordi? Fra noi è finita. Ti ho lasciato per quello che mi hai detto!
    - No, noi abbiamo fatto la pace – ancora non spostava la sua attenzione e la sua pistola da Spencer.
    - Ti ho mentito! Io… io… ho fatto sesso con Hotch!
    Finalmente l’S.I. si voltò verso di lei. Era una maschera di puro odio mentre volgeva la pistola nella direzione di Sarah. Derek premette il grilletto, ma non abbastanza in fretta.
    Si sentirono distintamente due detonazioni. Spencer vide Brunet cadere a terra privo di vita. Girò lo sguardo a cercare Sarah. Lei era stesa per terra in una pozza di sangue. Il mondo cominciò a muoversi a rallentatore mentre correva verso di lei. Vedeva la labbra di Morgan muoversi ma non riusciva a capire cosa stesse dicendo. Sarah era stata ferita al lato sinistro del petto e lui cominciò a premere con forza per fermare l’emorragia. Vedeva tutto annebbiato, non si rendeva conto di stare piangendo. La chiamava ma lei non rispondeva.
    Morgan si chinò accanto a lui mentre continuava ad urlare qualcosa ai soccorritori. Sarah non riapriva gli occhi nonostante sia lui che Derek continuassero a chiamarla. Una paura profonda attanagliava il cuore dei due profiler. Avevano visto altre volte ferite del genere, sapevano tutte e due quante possibilità rimanevano che sopravvivesse ad un colpo del genere.

    Continua…
     
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23 replies since 9/9/2010, 20:09   1231 views
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