Missing Scenes

My Side Of The Story

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  1. pampino
     
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    Buonasera a tutti coloro che hanno letto e (spero) apprezzato "My Side Of The Story". :) Di seguito, pubblico le cosiddette scene nascoste, ovvero momenti che - in un modo o nell'altro - approfondiscono e completano la storia. Per le avvertenze generali, v. quanto ho scritto nell'introduzione di "M. S. O. T. S.". ;)

    AUTORE: pampino
    TITOLO: Missing Scenes - My Side Of The Story
    RATING: Giallo-Arancione
    GENERE: AU - OOC
    AVVERTIMENTI: 5 episodi
    PERSONAGGI: principalmente Aaron/Emily.
    DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono, sono di Jeff Davis. "Criminal Minds" appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
    NOTE: v. avvertimenti riportati qui.

    Potete postare i commenti qui.

    Il primo Focus si colloca prima che i fatti di "My Side Of The Story" abbiano inizio. Perciò, vedremo Aaron alle prese con Haley e Emily alle prese con il suo boyfriend ... :rolleyes:
    SPOILER (click to view)
    Occhio alla profezia di Haley, la quale - a dispetto dell'antipatia che ho da sempre nei suoi confronti - secondo me non ha tutti i torti. ^_^

    Buona lettura. :)

    1. Rapporti infranti

    Washington ...
    <<perchè non vuoi affrontare il discorso, Aaron?>> domandò Haley, per l'ennesima volta, mentre seguiva l'ormai ex marito dal soggiorno alla cucina.
    <<perchè non c'è nulla di cui parlare.>> le rispose lui, degnandosi finalmente di guardarla. <<sei andata a letto per un anno intero con Manfred, il nostro caro amico Manfred!>>
    Haley lo fissò, e incrociò le braccia al petto.
    <<sì, è vero. Mi dispiace che tu lo abbia scoperto in quel modo, avrei preferito parlarti di persona.>>
    <<oh!>> sbottò Aaron. <<quanto sei carina, Haley!>>
    <<l'ironia non cambierà la realtà, Aaron.>>
    <<lo so benissimo.>>
    La donna scosse il capo, con frustrazione.
    <<ho sbagliato, hai ragione. Il tuo risentimento nei miei confronti è del tutto legittimo, ne sono consapevole. Però, vorrei che ti fermassi a riflettere; vorrei che ti chiedessi perchè è successo quello che è successo.>>
    Lui si versò un bicchiere d'acqua.
    <<il perchè mi pare ovvio, Haley. Non mi volevi più, desideravi un altro uomo e hai preferito divertirti con lui alle mie spalle – piuttosto che prenderti le tue responsabilità e parlarne con me.>>
    <<aaron.>> lo chiamò lei, stancamente. <<tu trascorri dodidi ore al
    giorno in ufficio, quando non hai casi; quando hai casi, invece, nove volte su dieci sei lontano da Washington. Quando sei qui, sei troppo stanco per prenderti cura di me o di Jack ...>>
    <<... Ehi!>> la interruppe l'uomo. <<questo non devi nemmeno pensarlo!
    Jack viene prima di tutto, e non devi permetterti di nominarlo, ora! Non ti consentirò di trascinare nostro figlio in questa faccenda!>>
    <<ok.>> s'arrese lei, riconoscendo la correttezza dell'assunzione di Aaron.
    <<allora torniamo a noi: ricordi quand'è stata l'ultima volta che abbiamo fatto l'amore? Oppure quando abbiamo fatto una passeggiata, una gita,
    semplicemente guardato la televisione insieme?>> lo interrogò. Lui la guardò, in silenzio. <<noi non ci tocchiamo da così tanto tempo, Aaron.>>
    <<considerando che siamo separati da quattro mesi, e che prima ti facevi toccare da Manfred, non mi sembra una constatazione intelligente – la tua.>>
    Haley abbassò la testa.
    <<aaron, smettila di parlare di Manfred! Il problema non è lui.>>
    <<no? Chissà come mai, credevo che fosse proprio lui – l'uomo con cui ti sbaciucchiavi sul retro della sua automobile.>>
    <<sto cercando di farti capire che non ha senso essere sposati con qualcuno
    che non c'è mai. Non immagini il mio senso di vuoto, la mia solitudine e anche la mia rabbia ... E Manfred era lì, vicino a me, mentre tu davi la caccia ai serial killer.>>
    Aaron chiuse e riaprì gli occhi più volte.
    <<e tu hai immaginato la mia umiliazione?>> la interrogò, duro.
    <<sì! Milioni di volte, e il senso di colpa mi sta devastando, anche se non è giusto!>>
    <<non è giusto?>> ripetè lui, con tono meccanico.
    <<no, Aaron, non lo è. Non puoi imputare solo a me il fallimento del nostro matrimonio.>>
    Aaron allargò le braccia e le fece ricadere pesantemente lungo i fianchi.
    <<tu hai tradito me, non il contrario!>> urlò.
    Haley stiracchiò le labbra in un sorriso contrariato.
    <<sì, ti ho tradito per molto tempo – e tu, il capo dei profilers dell'FBI, non
    ti sei accorto di niente, non avresti capito se non mi avessi vista con i tuoi occhi. Non ti suggerisce qualcosa, ciò?>>
    Aaron sospirò.
    <<non so se tu voglia prendermi ancora in giro, o se tu credi seriamente alle
    parole che stai pronunciando. Ho scoperto che scopavi con un altro uomo.>> iniziò, insolitamente brutale. <<e non un altro uomo qualunque, per inciso: Manfred Boyle, l'amico di famiglia, quello che ha tenuto un discorso al nostro matrimonio. Dall'oggi al domani, mi hai piantato in asso – senza dire una parola, senza chiarire alcunché ... Hai portato via mio figlio. Sono rimasto solo come un cane ... Ora ti permetti di farmi la morale e hai voglia di parlarmi?>>
    Haley sollevò una spalla, rassegnata.
    <<ti ho amato tanto, Aaron: molto più di quanto tu possa immaginare ... Questa conversazione è la dimostrazione che, spesso, l'amore non basta. Oppure, semplicemente, il mio amore per te non era abbastanza forte, e ho sopravvalutato le mie capacità.>>
    Aaron sbatté le palpebre, quasi incredulo, e abbozzò un sorriso spiazzato.
    <<anch'io ti ho amata, Haley.>> le mormorò.
    <<ma hai sempre amato di più il tuo lavoro.>> gli rinfacciò. <<io ero
    incinta di tuo figlio, ricoverata in ospedale per alcune complicazioni, e tu eri dall'altra parte degli Stati Uniti.>>
    <<questo è un colpo basso, Haley.>>
    <<questa è la verità.>> sibilò lei. <<non posso accettare che la tua non sia una semplice professione, ma sia parte integrante della tua vita ... Non posso tollerare che mio marito trascorra più tempo con i membri del suo team o con pazzi criminali che con la sua famiglia.>>
    <<tu hai allontanato Jack.>> le ricordò, ancora una volta. <<sono
    tornato a casa, e mio figlio non c'era più, e ... Tu ... Me l'hai strappato via.>> concluse, con la voce tremante.
    <<oh, Aaron!>> esclamò Haley. <<evita questa sceneggiata, ti prego! So
    che ami Jack più della tua stessa esistenza, più della BAU. So che sei un padre straordinario, e non mi pare che ti abbia mai impedito di incontrare nostro figlio.>>
    <<hai solo deciso di non sprecare l'occasione per liberarti di me: sei
    scomparsa immediatamente. Non mi hai concesso neanche il tempo di
    assimilare la realtà ... Non mi hai concesso niente.>>
    <<sì. Era finita da anni, Aaron. Manfred è stato solo un pretesto.>>
    <<non ti avrei mai tradita, Haley.>>
    <<no, non l'avresti mai fatto. Ti conosco bene.>> confermò lei. <<la tua integrità non deriva da una scelta d'amore, però. Sei solo impaurito dall'eventualità di infrangere le regole.>> detto ciò, Haley gli s'avvicinò, guardandolo dritto negli occhi. <<sei così ligio al dovere, tu: la fedeltà a tua moglie e all'FBI sono importanti davvero, per te. In entrambi i casi, hai firmato un contratto, e non vuoi mai trasgredire.>>
    <<non ci vedo niente di male, in questo.>> disse Aaron.
    <<oh, Aaron.>> continuò Haley. <<prima o poi capiterà anche a te.
    Infrangerai le regole, e non potrai farne a meno.>>
    <<no. E' impossibile.>> si ostinò Hotch.
    <<anche per me, un tempo, sarebbe stato impossibile solo il pensiero di andare a letto con un altro uomo ... Ma le cose succedono. Hai presente, vero, il concetto di karma?>>
    <<l'ho presente, tuttavia non vedo cosa c'entri.>>
    <<c'entra, Aaron.>> riprese lei. <<infrangerai le regole, commetterai un errore ... Tutto quello in cui credi adesso ti sembrerà talmente irrilevante, talmente stupido ...>>
    <<... No.>> insistette lui.
    <<oh, sì! Succederà, Aaron. E' solo questione di tempo.>> disse Haley.
    <<e la presunzione che stai rivelando in questo momento, davanti a me, si dissolverà lentamente ...>>
    <<... Ti sbagli, Haley.>> resistette Aaron. <<non mi conosci come credi, allora.>>
    <<sarai indifeso, inerme, tormentato; non saprai distinguere cos'è giusto da
    cos'è sbagliato ... Ti renderai conto che anche tu, con il tuo senso dell'onore, con il tuo impegno a seguire i protocolli, con il tuo orgoglio e la tua alta moralità ... Anche tu ... Sei un essere umano. Sei soltanto un uomo.>> previde lei. <<l'avvocato mi ha scritto: dovremo rimanere in attesa per un po', per risultare divorziati a tutti gli effetti, ma non ci saranno problemi. E' già tutto stabilito.>> aggiunse, per poi voltargli le spalle, allontanarsi, sparire dalla sua visuale e uscire dall'appartamento.
    Rimasto solo, l'Agente Speciale Supervisore Aaron Hotchner si massaggiò la fronte, piuttosto sconcertato.

    Chicago ...
    La felicità di Emily Prentiss si era dissipata rapidamente, di fronte allo sguardo immobile di George.
    <<non capisco, George.>> iniziò, dopo qualche minuto di imbarazzante
    silenzio.
    <<cosa dovresti capire?>> ritorse lui, freddo.
    Emily deglutì rumorosamente.
    <<mi hanno appena comunicato che entrerò a far parte della Behavioral Analysis Unit, a Washington. E' un privilegio, per me. Da quando sono diventata agente dell'FBI ho sperato che arrivasse questo giorno. Io ... Sono così felice ... Mentre tu sembri quasi dispiaciuto.>>
    George s'alzò dal divano e camminò su e giù, lungo il perimetro del
    soggiorno.
    <<oggi mi hanno promosso.>>
    Lei sussultò dalla contentezza.
    <<e' meraviglioso! Dobbiamo festeggiare entrambi!>>
    A dispetto dell'entusiasmo dimostrato da Emily, George non cambiò espressione, né posizione: era immobile, davanti a lei, con le braccia incrociate sul petto.
    <<certo. Congratulazioni.>> si pronunciò lui. <<ma ... Se tu accetti quel
    lavoro, dovrai trasferirti a Washington.>>
    <<sì ... Te ne avevo parlato, era un'eventualiltà preventivata.>>
    <<e noi due?>>
    <<potremo vederci nei week end ... Ne avevamo discusso, ricordo bene, eri d'accordo, e ...>>
    <<... Ero d'accordo, quando il trasferimento era una chimera, Emily!>>
    alzò la voce George. <<adesso salta fuori davvero, diventa reale.>>
    <<non vedo per quale motivo tu debba fare questa scenata, George.>>
    tentò di farlo ragionare lei. <<cosa ti prende?>>
    <<tengo molto alla mia carriera.>> sortì lui.
    <<e' comprensibile. Anch'io tengo alla mia carriera, ma c'è qualcosa a cui tengo di più.>> ribatté Emily, ormai giunta a comprendere le intenzioni e i pensieri di George.
    <<sapevo che avresti fatto la scelta giusta.>> le sussurrò quest'ultimo. <<mi seguirai a New York, allora. La nostra storia è più importante del lavoro,
    è più importante di tutto, e non avevo dubbi che tu e io la pensassimo allo stesso modo.>>
    George le s'avvicinò e l'abbracciò, ma Emily si ritrasse e fece un passo indietro.
    <<la cosa a cui tengo di più, in assoluto, è la mia libertà.>> dichiarò dunque.
    <<credevo che tu fossi ... Che tu ...>> bofonchiò lui.
    <<... Secondo te, la nostra storia è più importante del mio lavoro, non certo
    del tuo.>>
    George mostrò un'espressione alterata.
    <<i tuoi discorsi femministi mi stanno dando ai nervi.>> l'avvertì.
    <<non ti ho chiesto di rinunciare alla tua opportunità, mentre tu non hai esitato un momento a demolire la mia gioia.>> gli fece notare Emily.
    <<emily, ti prego, non essere ridicola! Ho la possibilità di coordinare la filiale di punta dello studio ... Quale sarebbe, la tua occasione? Prendere ordini da un grigio burocrate, rincorrere psicopatici per tutta la vita. Nessuna persona sana di mente sceglierebbe questa opzione.>>
    <<la tua sicurezza mi sorprende, George. Evidentemente, sono malata.>> disse lei, e afferrò il trench.
    <<che significa?>>
    <<significa che è finita.>> sentenziò, sicura. <<mi riprendo la mia libertà.>>
    George la fissò stupito per un attimo, e quindi rise nervosamente.
    <<libertà? Vuoi essere libera? Prego, accomodati! Con il tuo nuovo lavoro, potrai essere libera di trascorrere le tue serate da sola, perseguitata dai fantasmi delle vittime dei maniaci ai quali dichiarerai guerra ... Per sempre!>>
    <<correrò questo rischio, George, e lo correrò con consapevolezza.>>
    L'uomo era a bocca aperta, e non riusciva a decidere se essere più arrabbiato
    o più sorpreso.
    <<sei una donna strana, Emily Prentiss.>> l'accusò. <<sei del tutto
    incapace di lasciarti andare. Tornerai da me.>>
    Lei negò con un cenno del capo.
    <<tienti pure questa stupida convinzione, George, ma è ben misera
    consolazione. Se ritieni che io sia incapace di lasciarmi andare, forse dovresti prestare maggiore attenzione a te stesso ... Per tre anni sono stata conciliante e speranzosa, ma a questo punto posso finalmente essere sincera: a letto fai pena. Goditi la tua promozione.>> concluse, e uscì dall'appartamento sbattendo la porta.

    ;) ;) ;)

    Edited by pampino - 1/10/2010, 21:21
     
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  2. pampino
     
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    Benvenuti al Focus 2: Emily è appena entrata a far parte della BAU, e deve approcciarsi non solo con un nuovo capo, ma pure con nuovi colleghi ... :rolleyes: Le prime settimane di lavoro non sono mai semplici, nemmeno per Emily Prentiss ... ^_^ Il capitolo è ambientato nel primo giorno di Emily, e via discorrendo ... :)

    2. La fiducia si conquista


    Emily aveva obbedito all'ordine del suo capo: presentarsi mezz'ora prima del
    dovuto, in occasione del suo esordio alla BAU. Quando giunse a destinazione, trovò l'open space vuoto, scarsamente illuminato, in apparenza deserto.
    Disorientata, si guardò intorno. All'improvviso, le sembrò di avvertire la
    presenza di qualcuno, e si voltò: Aaron Hotchner la stava fissando.
    <<buongiorno.>> la salutò, diretto. <<scusi, se l'ho spaventata.>>
    <<nessun problema.>>
    <<bene.>> risolse lui, e la superò. <<venga nel mio ufficio, per cortesia.>> disse, senza guardarla.
    Emily mandò gli occhi al cielo: quell'uomo era un vero pezzo di ghiaccio. Lo seguì, diligentemente: non voleva certo contrariarlo al primo giorno di servizio. Hotch aprì la porta dell'ufficio e le permise di entrarvi. Lei gli passò accanto, e il suo fantastico profumo gli attraversò le narici, fino a raggiungergli il cervello. La guardò avanzare, e poi vide che si era voltata ancora verso di lui.
    <<s'accomodi, prego.>> le concesse Aaron.
    <<la ringrazio.>> mormorò Emily, sedendo.
    Hotch lanciò un'occhiata all'orologio, e si collocò alla scrivania. Spostò il
    proprio sguardo su Prentiss, la quale stava studiando la stanza con occhi curiosi e attenti.
    <<siamo in attesa dei due agenti anziani. Arriveranno presto.>> le spiegò.
    <<oh.>> fece lei. <<d'accordo.>>
    <<sì.>> aggiunse Hotch.
    I due si guardarono per pochi secondi, quindi lei riprese la propria
    esplorazione, e lui tamburellò con le dita sul tavolo. Quel suono insistente e ripetuto innervosì profondamente Emily, la quale ricorse a tutto il proprio autocontrollo per evitare di bloccare bruscamente il suo nuovo capo. Hotch si rialzò e s'accostò alle veneziane per scrutare fuori dalla stanza, e per allontanarsi da quel profumo inebriante e pericoloso.
    Rossi e Gideon entrarono in quel preciso istante. Hotch rivolse loro
    un'espressione esasperata, e i due si limitarono a sorridergli con aria innocente. S'avvicinarono a Prentiss.
    <<buongiorno!>> esordì Jason.
    Emily s'alzò, e porse la mano ai due nuovi arrivati.
    <<salve ... Emily Prentiss.>> si presentò.
    <<piacere ... Io sono David Rossi, mentre il vecchio è Jason Gideon.>> cominciò David, spiritoso.
    Gideon brontolò qualcosa tra i denti, e Hotch si lasciò sfuggire un sospiro. I
    tre presenti lo osservarono, e lui roteò gli occhi.
    <<vogliamo parlare di cose serie?>> se ne uscì quindi.
    <<e come potremmo parlare di cose serie, se nemmeno ci conosciamo?>> chiese retoricamente Rossi.
    <<il tuo guaio è che non rifletti mai abbastanza sulle cose.>> redarguì Gideon.
    Emily non poté fare a meno di sorridere. Aaron tornò a sedere, seccato.
    <<se i convenevoli sono terminati, gradirei trattare di argomenti
    professionali ... Sempre che a voi due non dispiaccia, naturalmente!>> si premurò di accertarsi Hotch, ironico.
    Gli anziani nemmeno lo considerarono: Prentiss aveva catturato inesorabilmente la loro attenzione.
    <<per prima cosa, diamoci del tu!>> propose subito Rossi.
    A quelle parole, per poco la mascella di Hotch non crollò sul pavimento: David era irriducibile!
    <<io ... Grazie ...>> balbettò Prentiss, confusa.
    <<... Saremo a tua disposizione, per qualsiasi cosa.>> garantì Gideon.
    <<siete davvero gentili.>> sussurrò lei.
    <<congratulazioni! Il tuo curriculum è impressionante.>> proseguì David.
    <<e' vero: incredibile.>> ne convenne Jason.
    <<oh, voi siete troppo buoni!>> borbottò Emily.
    Hotch stava assistendo alla scena, trasecolato.
    <<va bene, va bene!>> s'inserì. <<non siamo qui per scambiarci
    complimenti! L'Agente Speciale Prentiss è al suo primo giorno, dovremmo darle alcune istruzioni.>>
    David e Jason sbuffarono.
    <<sì, sono qui apposta.>> concordò lei, con umiltà sincera.
    Jason si schiarì la voce:
    <<il team ha attraversato un periodo difficile.>> rivelò.
    <<l'agente che ti ha preceduta, Elle Greenway, ha rassegnato le proprie dimissioni in circostanze poco chiare.>> aggiunse Rossi.
    <<per questo motivo, potresti trovare qualche difficoltà ad inserirti nel
    gruppo.>> continuò Gideon. <<perciò, torniamo a rassicurarti circa la nostra presenza. Puoi contare su di noi.>>
    Emily annuì più volte. Hotch la guardò attentamente, e sentì una strana sensazione di benessere propagarsi in tutto il suo corpo. Senza rendersene conto, afferrò una penna e la strinse forte.
    David s'accorse di quel movimento, e focalizzò i propri occhi sul più giovane collega, notando la sua posizione e la luce nel suo sguardo, puntato su Prentiss. Inarcò le sopracciglia, incuriosito, e ansioso di riferire le proprie impressioni a Jason.
    <<stabilito che Rossi e Gideon le hanno accordato la loro piena
    disponibilità, credo sia giunto il momento di presentarle gli altri agenti, ovvero i suoi colleghi.>> stabilì Hotch, improvvisamente, parlando a Prentiss. <<jason, per favore, puoi radunare tutti in sala riunioni? Ho visto che i ragazzi sono già arrivati.>>
    <<naturalmente.>> accettò l'interpellato, e abbandonò l'ufficio.
    Hotch s'allontanò dalla scrivania per consultare l'archivio. Prentiss rivolse un
    sorriso riconoscente a Rossi, il quale ricambiò.
    Poco dopo, Aaron si fermò alle spalle di Emily, e posò una cartellina sul tavolo. Si chinò per indicarle la pagina da leggere. Lei sussultò appena; vagamente imbarazzata dall'inaspettata vicinanza del suo capo, respirò a fondo, e la magnifica fragranza del dopobarba rischiò di distrarla seriamente.
    Rossi fece caso a tutto.
    <<questo è il codice comportamentale.>> esplicò Hotch, sbrigativo.
    <<sì, l'ho studiato dieci anni fa, quando sono entrata nell'FBI.>> sottolineò Emily, con più acredine di quanto volesse esprimere.
    Aaron restò dietro di lei, allibito. David si passò le dita sul pizzetto,
    interessato, mentre Emily si morse il labbro inferiore – pentita di aver risposto con tanto astio.
    <<i ragazzi sono pronti!>> comunicò Jason, facendo capolino.
    <<ottimo. Andiamo, allora.>> incalzò Hotch.
    Prentiss si rialzò, e si trovò Aaron davanti. I due si osservarono in silenzio, immobili. Lei distolse lo sguardo per prima, raccolse la borsa e si scostò. Hotch non riuscì a smettere di guardarla. David si schiarì la voce, attirando l'attenzione dei colleghi, e sbloccando così la situazione.

    Poco dopo, in sala riunioni ...
    <<vi presento l'Agente Speciale Emily Prentiss.>> cominciò Hotch, senza troppi preamboli. <<da oggi sarà una vostra collega.>>
    Spencer, Penelope, Jennifer e Derek puntarono i loro occhi curiosi sul nuovo acquisto della BAU.
    Morgan si fece avanti per primo, con professionalità:
    <<derek Morgan. Piacere!>>
    <<emily Prentiss, piacere mio.>>
    JJ seguì l'esempio, accostandosi a Emily:
    <<ciao ... Io sono Jennifer Jareau, ma tutti mi chiamano JJ: è più semplice.
    Sono la responsabile delle comunicazioni.>>
    <<molto lieta.>> ricambiò Prentiss.
    <<benvenuta!>> proruppe una vocetta amichevole. <<rispondo al nome
    di Penelope Garcia, e sono l'analista informatico del team.>>
    <<grazie, Penelope.>> sussurrò Emily.
    <<e lui ...>> riprese Morgan, spintonando il timido Spencer. <<... E' il geniaccio del gruppo, il Dr. Spencer Reid: ha una memoria eidetica, e il suo QI è di 187.>>
    Reid agitò la mano, impacciato e imbarazzato.
    <<sono felice di fare la sua conoscenza, Dr. Reid.>> bofonchiò Prentiss.
    <<ti prego, chiamami Spencer, oppure Reid ... E non darmi del lei!>> la implorò il ragazzo.
    Emily sorrise, e acconsentì con un cenno del capo.
    <<splendido.>> si complimentò Hotch. <<ora le cerimonie sono davvero
    terminate.>>
    Emily e i due agenti anziani rivolsero ad Aaron uno sguardo interrogativo.
    <<e' opportuno specificare a Emily che David partecipa attivamente alle
    frequenti trasferte e alle azioni ...>> s'espresse Gideon. <<... Io, al contrario, opero da qui – in qualità di consulente interno.>>
    <<tu, Hotch, Morgan, Reid, Jason ed io siamo profilers. Il ruolo di JJ e di Garcia è diverso, come avrai intuito.>> proseguì Rossi.
    <<sì.>> pronunciò Emily.
    <<i primi tempi, lei non parteciperà direttamente. Affiancherà JJ, che avrà il
    compito di spiegarle ...>> disse Hotch.
    <<... Con tutto il rispetto, signore ...>> interruppe Emily, suscitando
    enorme sgomento in tutti. <<... Non mi sarà possibile imparare niente di utile, se mi terrà nelle retrovie.>>
    Aaron trattenne il respiro, ed evitò di tremare di rabbia: riuscì a replicare con
    la flemma che lo contraddistingueva.
    <<devo segnalarle un'ulteriore raccomandazione, Agente Speciale Prentiss: il comando di questa squadra è assegnato a me. I miei ordini non si discutono.>> sentenziò, lapidario.
    Prentiss squadrò il capo della BAU con un'aria che oscillava tra la sfida aperta
    e la ricerca di un confronto più disteso.
    <<scusa se mi permetto, Hotch ...>> parlò JJ. <<... Prentiss non ha del tutto torto.>>
    <<effettivamente, le statistiche indicano che l'80 % dei nuovi assunti ha più
    probabilità di esprimersi, se ...>> soggiunse Spencer.
    <<... Reid!>> lo fermò immediatamente Hotch.
    <<sta di fatto che il ragionamento di Prentiss fila che è un piacere.>> sciorinò Penelope.
    <<un momento!>> scattò Morgan. <<hotch sa perfettamente cos'è
    meglio, per Prentiss e per la BAU.>>
    <<la bocca della verità!>> si lasciò sfuggire Aaron, guadagnandosi un altro
    sguardo obliquo da parte di Emily, e un'ulteriore espressione di sufficienza di Gideon e Rossi.
    <<non è giusto mettere Prentiss sotto pressione, subito; ma sarebbe anche sbagliato escluderla a priori dalle azioni.>> continuò Derek, saggio. <<volevi dire questo, vero Hotch?>>
    L'interessato si arrese.
    <<certo che sì.>> farfugliò, frustrato.
    <<sono qui per imparare, e vi ringrazio per quest'accoglienza.>>
    intervenne Prentiss.
    <<non ti preoccupare, zuccherino.>> la rassicurò Garcia.
    <<se i preliminari sono conclusi ... Hai qualcosa per noi, JJ?>> brontolò Aaron.

    La prima settimana trascorse lentamente, senza che JJ segnalasse alcuna indagine.
    Emily esaminò numerose pratiche relative a casi già risolti, e trascorse molto
    tempo in compagnia dei due agenti anziani – i quali le fornirono preziose informazioni, e contribuirono a farla sentire meno sola. Il discorso era differente, per quanto concerneva il capo, naturalmente ...
    I colleghi erano molto gentili e carini, con Emily, ma c'era una sorta di tensione latente, un briciolo di diffidenza mal celata. Se il più distaccato (pur mantenendo sempre modi affabili ed educati) era Derek, la persona che più le andava a genio era senza dubbio JJ: era disponibile e simpatica, ed era piacevole chiacchierare con lei.
    La giornata lavorativa di venerdì stava volgendo al termine ...
    Morgan riordinò la scrivania, e Penelope apparve nell'open space.
    <<ci vediamo al solito posto?>> propose Derek, tranquillo.
    <<certo, sexy man!>> confermò Garcia.
    <<bene: vi aspettiamo, allora!>> riprese Morgan, riferendosi implicitamente a JJ e Spencer.
    Reid chiuse il suo grosso tomo di psicologia criminale e si stiracchiò, pronto ad abbandonare l'open space.
    Emily, sentendosi esclusa, emise un sospiro silenzioso. Vide un'ombra sulla scrivania, e sollevò il capo: JJ la stava guardando, con espressione tenera.
    <<ehi.>> le mormorò. <<vuoi unirti a noi? Andiamo fuori a cena.>>
    Prentiss parve piuttosto titubante. Istintivamente, alzò lo sguardo e vide
    Hotch scendere piano le scale, salutare con un gesto della testa e scomparire.
    <<oh, ti ringrazio ...>> trovò finalmente il coraggio di ribattere a Jennifer.
    <<... Ma non credo sia una buona idea.>>
    <<so che i primi tempi sono duri ... Però ... Andrà tutto bene, ne sono sicura: ho fiducia in te.>> continuò JJ.
    <<sei molto cara, JJ. Divertiti.>>
    <<ci troverai da Ed, un locale sulla 54esima ... Casomai cambiassi idea, non
    farti problemi, ok?>>
    <<promesso. Buona serata, e ... Grazie.>> mormorò Emily.
    JJ le strizzò l'occhio, e se ne andò insieme a Reid.
    Emily, rimasta sola, si strinse nelle spalle; poco dopo, udì dei passi: David e Jason.
    <<non crucciarti, Emily.>> iniziò Rossi. <<e' difficile per tutti, al
    principio.>>
    <<david ha ragione.>> convenne Gideon. <<ti spiace, se ci sediamo
    vicino a te?>>
    <<no, nient'affatto.>> garantì Emily.
    I due attuarono il loro proposito.
    <<ok, Emily. Ti abbiamo tenuta d'occhio, e siamo convinti che tu sia dotata
    di uno spiccato senso d'osservazione.>> si sbilanciò David.
    <<cos'hai notato, fino ad ora?>> la interrogò Jason.
    Prentiss fissò prima uno e poi l'altro.
    <<la prima cosa che mi viene in mente?>>
    <<la prima.>> concordarono i due uomini, all'unisono.
    <<ho notato che Hotchner è un misogino represso.>>
    Rossi e Gideon si scambiarono un'occhiata complice.
    <<frena, frena ...>> impose Jason. <<... Escludiamo Hotchner, per adesso. Parliamo solo dei ragazzi.>>
    <<non temere, comunicaci le tue impressioni.>> la spronò David.
    Emily rifletté nell'arco di una manciata di secondi.
    <<reid è un ragazzo incredibilmente intelligente, ed è molto tenero.
    Penelope è simpatica ed esplosiva, e si diverte a giocare con Derek. JJ è dolce e premurosa, persino con me – sebbene non mi conosca affatto. Lei e Spencer sono molto legati ... Morgan è il leader del gruppo, e sembra che io non gli sia troppo simpatica.>>
    <<hai toccato tutti i tasti giusti, tranne l'ultimo.>> le suggerì Rossi.
    <<derek è riservato, a dispetto delle apparenze. E' un profiler in gamba, è l'uomo d'azione della BAU, e stima Hotch incondizionatamente.>>
    <<oh.>> sobbalzò Prentiss, sentendo nominare il suo capo.
    <<non convincerti di non piacergli. Derek ti sta studiando da lontano.>> ricominciò David.
    <<morgan è molto protettivo, con i suoi colleghi. Fa le veci di un fratello maggiore, capisci?>> domandò Jason.
    <<sì.>> affermò lei.
    <<c'è, poi, un rilevante particolare: era molto affezionato all'agente che ti ha preceduto, Elle – e Derek non è il tipo che stringe amicizia facilmente, con una donna, per ovvi motivi. Lei si è dimessa, ed è risultato impossibile chiarire le motivazioni che l'hanno spinta a questo gesto; Derek ne è rimasto molto colpito. Non lo ammetterebbe mai, ma la delusione gli brucia ancora.>> concluse Gideon.
    <<mi dispiace per lui. So cosa significa sentirsi tradita da un amico.>>
    comprese Emily. <<però, non voglio forzare troppo la mano ... Mi state dicendo che, se voglio conquistare davvero il gruppo, devo prima conquistare la benevolenza di Morgan, e io non sono il tipo da dichiarazioni eclatanti o da dimostrazioni plateali.>>
    <<l'abbiamo capito.>> sortì David. <<e' solo per metterti al corrente. Sii te stessa, e i ragazzi non potranno fare a meno di accettarti, e di volerti bene.>>
    <<vi ringrazio: siete due angeli.>> li lodò.
    <<devi solo avere pazienza, e i pezzi del puzzle si collocheranno nei punti esatti.>> la rassicurò Jason.
    <<s'è fatto tardi: torna a casa, ora.>> le consigliò David.
    Emily annuì.

    Il lunedì seguente ...
    Emily uscì dall'ascensore e si fermò davanti al distributore automatico; prese il consueto caffè, si fermò a berlo e poi percorse il corridoio con andatura sostenuta.
    Incontrò Garcia.
    <<ciao, stellina!>> la salutò. <<com'è andato, il week end?>>
    Emily sorrise, sperando di non far trapelare il proprio senso di solitudine.
    <<bene, grazie.>> mentì. <<e il tuo?>>
    <<non posso lamentarmi.>> le rispose Garcia, sorridente come al solito.
    <<mi ritiro nella mia stanza magica. A dopo.>>
    <<a presto.>>
    Pochi passi, e Prentiss scorse Spencer camminare verso l'open space. Si fermò
    ad aspettarla: reggeva a malapena un'enorme pila di libri.
    <<ciao, Emily!>> iniziò.
    <<ciao, Reid.>> replicò lei, e prese fra le braccia alcuni volumi – per
    alleggerirgli il carico. <<lascia che ti aiuti.>> si propose.
    <<grazie, sei la mia salvezza!>> si lanciò il genietto.
    <<aspettate! In tre è più semplice!>> accorse JJ, e sottrasse altri tomi a Spencer.
    <<siete due fatine.>> continuò lui, commosso.
    <<posso chiederti cosa combini, con tutti questi libri?>> indagò Prentiss.
    <<beh ... Ricerche ... Sto elaborando uno studio sui crimini seriali.>>
    spiegò Spencer, senza traccia di esibizionismo.
    <<complimenti, allora.>> s'espresse Emily, sincera.
    Reid la fissò, sorpreso.
    <<dici sul serio?>>
    <<sì, perché?>>
    <<perché ... Le persone che mi conoscono appena mi ritengono un autistico,
    quando scoprono che mi piace studiare.>> bofonchiò il ragazzo.
    JJ, sconsolata di fronte alla mancanza di autostima dell'amico, lo spintonò leggermente. Emily sorrise.
    <<sono sicura che l'invidia sia un mostro davvero terribile con cui
    convivere, per quelle povere persone.>> ribatté.
    Spencer e Jennifer sorrisero a loro volta.
    Arrivò anche Derek.
    <<ah, questi geni!>> si lamentò, scherzoso. <<fanno sgobbare persino le
    signorine ...>> e mandò uno sguardo amichevole alle due agenti. <<... Il nostro Reid sarà anche spettacolarmente intelligente, ma proprio non è un gentiluomo ... Date qui, ragazze! Kid è il cervello, io sono le braccia.>> senza difficoltà, Morgan s'accaparrò tutti i libri raccolti da Emily e JJ e s'introdusse nell'open space.
    <<beh, quello che conta è il pensiero!>> sbottò Spencer, parlando alle
    colleghe. Seguì l'esempio di Morgan.
    Emily fece per entrare, ma JJ la trattenne:
    <<sai? Mi è piaciuto come hai parlato, con Spence.>> le confidò.
    <<non ho detto niente di speciale.>> precisò Prentiss.
    Jennifer scosse amabilmente la testa.
    <<non è vero. Spence è sempre stato emarginato dalla società ...>> disse.
    <<... L'intelligenza fa paura, in un mondo di imbecilli.>> fece Emily.
    <<sì, ma lui ha patito molto per questa esclusione. Nella BAU ha trovato una famiglia, e ... Sa che, anche quando lo prendiamo un po' in giro, agiamo sempre con affetto e considerazione ... Perciò, non sminuirti: le tue parole sono importanti, per Spence, davvero – considerando che tu sei appena entrata nel gruppo. Grazie.>>
    <<ma ... Ma io ... Ho detto solo ciò che penso.>>
    <<a maggior ragione, Emily.>> terminò JJ.
    Prentiss abbassò il capo, restituendo all'interlocutrice la gratitudine.
    Squillò il telefono nell'ufficio di JJ, e lei corse a rispondere. Emily riprese il suo percorso, e si vide affiancare da una figura umana: Aaron Hotchner. I due si scambiarono un'occhiata difficilmente interpretabile.
    <<salve.>> mormorò lei.
    <<'Giorno.>> ribatté lui, quindi la oltrepassò e salì le scale, per rifugiarsi nel suo ufficio.
    Emily raggiunse la scrivania che le spettava e s'accomodò, cercando di non pensare all'indefinibile sensazione che il fugace incontro con il suo capo le aveva lasciato addosso.
    JJ piombò a grandi passi nell'open space:
    <<abbiamo un caso! Tutti in sala riunioni!>> chiamò.

    Qualche minuto più tardi ...
    <<cos'abbiamo, JJ?>> chiese Aaron.
    La bionda agente mostrò il materiale.
    <<ad Athens, in Georgia, si sta verificando una mattanza di giovani liceali.>> ed elencò i nomi, facendo scorrere le raccapriccianti immagini.
    Emily era seduta tra Jason e David, e Hotch l'analizzò per tutto il tempo: le orrende foto di mutilazioni non la sconvolsero, non come lui aveva previsto. Gli parve coinvolta e partecipe, invece.
    <<e' un solitario.>> iniziò Gideon, con espressione riflessiva.
    <<lo penso anch'io.>> ne convenne Hotch. <<gli inquirenti hanno trovato
    tracce di abusi sessuali, JJ?>>
    <<no.>> negò l'interessata.
    <<i ragazzi provengono tutti dallo stesso liceo ...>> constatò Rossi.
    <<... Potrebbe trattarsi di un insegnante o di un bidello.>> suggerì Reid.
    Emily ascoltò con attenzione.
    <<anche secondo me.>> intervenne Morgan. <<vista l'assenza di lesioni
    di tipo sessuale, secondo me è un tipo che sfoga la propria libido con la violenza – ma che è del tutto impotente.>>
    <<e' un'idea, ma non abbandoniamoci a conclusioni affrettate.>> raccomandò Jason.
    Hotch pigiò un pulsante del computer riposto al centro del tavolo.
    <<ciao, miei prodi!>> si fece sentire Penelope. <<posso fare qualcosa per voi?>>
    <<sì, Garcia.>> affermò Aaron. <<voglio che spulci nell'archivio del
    personale del liceo St. Paul di Athens: inoltrami nominativi di maschi implicati in violenza domestica, in particolare a danno di adolescenti.>>
    <<consideralo fatto.>> garantì Garcia, e la comunicazione s'interruppe.
    Gli occhi di Prentiss, involontariamente, si erano fissati su Hotchner. Quando
    vide che lui aveva sollevato lo sguardo per contraccambiare il suo, prese a guardare altrove.
    <<in volo tra mezz'ora.>> ordinò Hotch. <<jj, comunica al referente della
    polizia che stiamo arrivando; una volta lì, ti occuperai di stilare un comunicato stampa ad hoc. David, tu e Morgan visionerete per primi i luoghi del ritrovamento dei corpi. Reid e io penseremo a parlare con i familiari delle vittime.>>
    Spaesata, Prentiss sbatté più volte le palpebre.
    <<e io?>> azzardò.
    <<lei rimarrà qui, per questa volta: aiuterà Jason e Garcia.>> rispose
    Aaron.
    <<che cosa?>> sbottò Emily.
    <<non ammetto discussioni, adesso.>> la fulminò Hotch, lapidario.
    Emily, a bocca aperta, lo osservò.
    <<hotch ha ragione, è meglio così.>> s'inserì Derek. <<sarai dei nostri alla prossima occasione, Prentiss.>> e si rialzò, per prepararsi al volo.
    Reid e JJ mostrarono a Emily un'espressione solidale, e seguirono l'amico.
    Prentiss non riusciva a crederci.
    <<scusi, ma non capisco perché si stia comportando in questo modo.>> riprese, parlando ad Aaron.
    Quest'ultimo le dedicò uno sguardo serio e deciso.
    <<sto solo facendo il mio dovere, Prentiss.>> ribatté, duramente. <<lei rimane qui, per oggi. Il discorso si chiude ora: primo, perché le ho dato un ordine, ed è tenuta a eseguirlo; secondo, perché non ho tempo da perdere a ciarlare. Sono stato abbastanza chiaro?>>
    <<sissignore, Agente Hotchner.>> si rassegnò Emily. <<sono sicura che, se fossi stata un uomo, mi avrebbe fatto partecipare.>>
    Gli occhi di Hotch scintillavano di rabbia.
    Jason s'avvicinò a Prentiss, con affabilità.
    <<vieni, Emily ... Ho davvero bisogno di una mano.>> e la prese
    sottobraccio, per poi trascinarla via.
    David e Hotch erano soli, ora.
    <<si può sapere cos'hai, da guardarmi così?>> cominciò Aaron.
    <<avresti dovuto consentirle di venire con noi, per farsi un'idea. Sei
    stupido.>> lo riprese Rossi.
    <<david, nel caso l'avessi scordato, io sono anche il tuo capo.>>
    <<ciò non toglie che tu stia agendo come un ragazzino capriccioso. Da' un'occasione a Emily: la merita, ne sono sicuro.>> consigliò David, e si defilò.
    Hotch emise un lungo sbuffo.

    Due giorni dopo ...
    L'imposizione di Hotchner non si rivelò del tutto negativa: Emily si divertì un
    mondo ad ascoltare le storielle di Garcia, e le due ragazze impararono a conoscersi meglio. Inoltre, lavorare a stretto contatto con Gideon si dimostrò un'occasione preziosa: Jason era un ottimo maestro.
    Avvenne tutto in maniera automatica, naturale: la soluzione accese la mente
    di Emily all'improvviso. Era seduta accanto a Penelope, e s'era alzata di scatto.
    <<tesoro, che ti prende? Ti ha morso un'ape?>> si preoccupò Garcia.
    <<santo cielo ... E' ovvio!>> sussultò. <<presto, Penelope, chiama subito
    Jason!>>
    <<che succede?>>
    <<credo di aver capito dove stiamo sbagliando!>> rivelò Emily.
    Penelope non perse altro tempo, e allertò Gideon. Poco dopo, l'uomo arrivò.
    <<cos'hai scoperto, Emily?>> le chiese.
    Prentiss rielaborò le idee.
    <<stiamo cercando un uomo con problemi sessuali, perché siamo convinti che sfoghi la propria libido con la violenza ... Ma ... Se leggiamo il messaggio che l'SI ha inviato alla polizia, possiamo notare qualcosa di strano. Accenna al vestito dell'ultima vittima: dice che i colori erano abbinati male. Quale uomo farebbe caso a una cosa del genere?>>
    <<stai pensando che l'SI sia ...>> bofonchiò Garcia.
    <<... Una donna.>> completò Jason.
    <<sì. Il profilo è giusto, abbiamo sbagliato solo il sesso dell'SI. So che può
    apparire bizzarro: l'uso della fiamma ossidrica, le cauterizzazioni ... Ma ...>>
    <<... Non è così insolito.>> rifletté Jason. <<esistono attrezzature minute,
    che una donna può maneggiare con relativa facilità. Se la donna in questione svolge una mansione di manutenzione, può avere semplice accesso a tali oggetti.>>
    <<poniamo il caso che la nostra SI abbia subito un trauma ... E' possibile che il dramma si sia consumato tra le pareti di quel liceo, e che lei si stia vendicando ...>> Emily notò come Jason e Penelope stessero guardandola. <<... E' solo un'ipotesi, d'accordo, ed è balenata così, in me ... Un'intuizione, e potrebbe benissimo essere errata ...>>
    <<... Non è errata.>> stabilì Gideon, e compose un numero al cellulare.
    <<hotchner.>> rispose Aaron, da Athens.
    <<sono io, Hotch. Credo che Prentiss abbia trovato il bandolo della matassa.>>
    Hotch deglutì, stupefatto.
    <<ah, sì?>>
    <<l'SI non è un uomo: è una donna. Presumibilmente, una dipendente del
    liceo che ha subito un rilevante trauma. Riteniamo probabile che si stia facendo
    giustizia da sé.>>
    Aaron rimase in silenzio per un istante.
    <<passami Prentiss.>> sibilò.
    Jason porse l'apparecchio a Emily.
    <<vuole parlare con te.>> le mormorò.
    Prentiss chiuse e riaprì gli occhi, come a prepararsi. Prese il telefono, e lo portò all'orecchio.
    <<eccomi, Agente Hotchner.>>
    <<mi esponga le sue ipotesi, per favore.>> richiese lui.
    Emily ripeté ad Aaron quanto aveva spiegato a Jason. Hotch, di nuovo, restò
    zitto per un po'. Morgan, Rossi e Reid erano vicini a lui, e avevano sentito la conversazione.
    <<santo cielo ...>> mugugnò Spencer. <<... Prentiss ha ragione.>>
    <<non avevamo considerato una simile possibilità.>> bofonchiò Derek.
    David analizzò lo sguardo di Hotch.
    <<bene, Prentiss.>> si decise a ribattere questi. <<credo che lei abbia
    avuto un'ottima idea.>> ammise. <<la prego di dire a Garcia di fornirci i nominativi di tutte le impiegate donne del liceo, con particolare attenzione alle lavoratrici che abbiano avuto problemi di vario genere. Intesi?>>
    <<sissignore.>> accettò lei, e non poté fare a meno di avvertire una punta
    di orgoglio crescerle dentro.
    <<bel lavoro.>> riconobbe Hotch. <<mi tenga aggiornato.>> e
    riagganciò.
    Emily mandò uno sguardo eloquente a Garcia, la quale si mise subito
    all'opera. Non riuscì a trattenere un sorriso inebetito, che Jason registrò in men
    che non si dica.

    Il suggerimento di Prentiss si dimostrò esatto: l'SI era una donna delle pulizie
    che, tempo prima, era stata rinchiusa per giorni in uno sgabuzzino. I
    responsabili di quella bravata (che aveva provocato all'inserviente claustrofobia
    acuta, incubi e la perdita del lavoro) erano gli stessi studenti che lei aveva torturato e ucciso.
    Il team rientrò a Quantico: David per primo si congratulò con Emily; quindi,
    fu la volta di JJ e Spencer, e poi di Derek, il quale le sorrise amichevolmente.
    Hotch le s'avvicinò per ultimo. La fissò a lungo, come se stesse soppesando le parole. Emily non si fece intimidire, e corrispose al suo sguardo.
    <<si tenga pronta, per il prossimo caso. Avremo bisogno di lei.>>
    pronunciò.
    <<naturalmente, signore.>> accondiscese lei.
    Aaron s'allontanò, e Jason batté la propria mano contro quella di Emily.

    Il giovedì successivo ...
    Emily stava camminando lungo il corridoio con il caffè tra le mani, quando notò Spencer conversare con due ragazze. Si stupì, e fu felice per lui. La contentezza sfumò presto, nel momento in cui vide che le signorine stavano ridendo del suo collega, e che questi aveva chinato il capo, mogio. Vide anche che Spencer, dopo un attimo di esitazione, s'era allontanato. Era talmente mesto e umiliato da non scorgere neanche la sua presenza, pur passandole accanto.
    Emily rammentò le parole di JJ; aggrottò la fronte, sinceramente dispiaciuta.
    Le due oche stavano ancora ridendo, e decise che non l'avrebbero passata liscia.
    Le raggiunse:
    <<salve. Sono nuova, da queste parti, e ... Mi stavo chiedendo chi fosse,
    quel giovanotto con il quale vi stavate intrattenendo poc'anzi.>>
    Le ragazze le rivolsero un sorriso eloquente.
    <<uno sfigato!>> esclamò la prima, ridacchiando. <<sgobba tutto il
    giorno sui libri, poverino.>>
    <<dico ... L'ha visto?>> osò la seconda, canzonatoria. <<e' semplicemente
    ridicolo.>>
    Emily bevve un sorso di caffè, sempre più irritata.
    <<ah, sì?>> resse il gioco. <<e voi? A quale unità siete assegnate?>>
    <<non siamo agenti. Sono la segretaria dell'ufficio Persone Scomparse ...>>
    seguitò la prima. <<... Mentre la mia amica è la centralinista della sezione Colletti Bianchi.>>
    <<capisco. E ... Quel ragazzo ... Come mai si è fermato insieme a voi?>>
    continuò a indagare Emily.
    <<lui non si è fermato!>> rispose la seconda. <<figuriamoci! Non sa
    nemmeno cosa sia, una donna. L'abbiamo chiamato noi, solo per divertirci un po' ...>>
    <<... Gli abbiamo fatto credere di voler uscire con lui, per poi chiedergli se
    Derek Morgan fosse libero, stasera.>> riprese l'altra. <<avesse visto la sua faccia!>>
    <<derek sì che è un uomo!>> continuò la compare, sognante.
    Prentiss terminò il suo caffè, evitando così di cedere all'impulso di rovesciarlo
    in faccia alle stolte interlocutrici. Non s'accorse che qualcun altro stava
    assistendo alla scena: proprio Derek Morgan.
    <<voi avete appena offeso l'Agente Speciale Spencer Reid, elemento
    insostituibile della BAU.>> fece presente Emily.
    Le due si fecero serie.
    <<e quindi?>> sbottò la seconda.
    <<il fatto che sia straordinariamente intelligente non rappresenta affatto
    una valida giustificazione per prendersi gioco di lui. Il fatto che sia timido e impacciato non implica che non provi emozioni. Tutto il contrario. In più, Spencer è un mio collega, è un mio amico. Dovreste vergognarvi! Avete tutto da imparare, dal Dr. Reid. Quanto all'Agente Speciale Morgan, sono spiacente, ma lo reputo troppo in gamba, per potersi interessare a due sciacquette come voi. Forse è meglio che torniate alle postazioni che vi spettano, prima che i vostri principali vengano a cercarvi.>>
    Sbalordite, le ragazze si dileguarono.
    Emily ghignò, soddisfatta. Lanciò il bicchiere di carta nel bidone, ed entrò
    nell'open space. Non visto, Derek la seguì con lo sguardo.

    La mattina dopo ...
    Prentiss si fermò davanti al distributore di bevande, e fece per inserire la
    moneta nell'apposita fessura, quando qualcuno le porse un bicchiere di caffè.
    <<lascia stare, Emily: ci ho già pensato io.>>
    Emily guardò Garcia, stupita.
    <<oh. Penelope ... Non dovevi, sei stata carina.>>
    <<nessun problema. Mi fa piacere.>> dichiarò l'occhialuta.
    <<grazie.>> mormorò Prentiss, commossa.
    Le due agenti entrarono nell'open space, e JJ corse loro incontro. Prese
    sottobraccio Emily, e cominciò a parlare anche a lei di campeggio e di week end
    da trascorrere insieme. Emily la fissò, sorpresa: Jennifer era sempre stata la più
    cordiale, ma non si era mai sbilanciata così tanto. Spencer si unì alla
    conversazione.
    Derek fece la sua comparsa, con un sorriso smagliante, e la sua prima azione fu quella di regalare a Emily una grossa pacca sulla spalla. Non l'aveva mai
    fatto, prima di allora. Prentiss era stupefatta. Si domandò cosa diavolo fosse successo.
    Quella sera, Morgan pose la domanda di rito:
    <<allora, al solito posto?>>
    <<naturalmente, bronzeo dio del sesso!>> celiò Garcia.
    <<ok, ci sarò.>> accettò Reid.
    <<sono dei vostri.>> aggiunse Jennifer.
    Derek lanciò un'occhiata a Prentiss:
    <<emily? Stasera non hai altri impegni, vero? Perché devi assaggiare i
    migliori panini di Washington ...>>
    <<... Come?>> farfugliò l'interpellata, cadendo dalle nuvole.
    <<avanti, spicciati! Stiamo aspettando solo te!>> la spronò Derek.
    <<anzi, già che ci siamo: stasera andiamo tutti con il tuo SUV! Non voglio correre il rischio di vederti ubriaca, alla nostra prima uscita di squadra!>>
    Emily lo guardò, e poi guardò gli altri ragazzi.
    <<mi sta bene.>> concordò.
    Morgan le strizzò l'occhio. Scorse i due agenti anziani, e salì le scale per
    parlare con loro.
    <<ehi! Voi che fate? Vi aggregate?>> li invitò.
    <<stasera no, Derek ...>> declinò Jason.
    <<... Io sono stanco, mentre Jason è solo vecchio.>> completò Rossi.
    Gideon scosse il capo, annoiato. Morgan rise, e bussò alla porta di Hotch.
    <<avanti!>>
    <<ciao, Hotch!>> salutò Derek. <<che fai? Vieni con noi, a cena?>>
    <<oh, io ... Beh, ecco ... Io ... No, grazie ... Vorrei andare a trovare Jack,
    Haley permettendo.>>
    <<capisco. Ah, vorrei dirti una cosa ...>> incalzò Morgan, richiudendo la
    porta alle sue spalle. <<... Hai scelto davvero bene, Hotch. Lo sento.>>
    Aaron sollevò il capo dagli incartamenti che stava compilando.
    <<prego?>>
    <<mi riferisco a Prentiss. Mi ha conquistato: senza troppo fracasso, senza
    esibizionismi, ha saputo guadagnarsi il mio rispetto. E' una gran persona.>>
    La bocca di Hotch si aprì appena.
    <<oh. Certo.>> farfugliò.
    <> si congratulò Derek, e uscì.
    Aaron roteò gli occhi: aveva appena perduto il suo unico, potenziale, alleato,
    e aveva appena ricevuto complimenti che non meritava affatto (dato che non era stato lui a decidere per l'entrata in squadra di Prentiss).
    La fronte gli precipitò sulla scrivania.

    ;)


     
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  3. pampino
     
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    Buonasera, cari!!! :)
    Arriva il terzo Focus ... Di sfuggita, in uno dei primi capitoli di "My Side Of The Story", ho accennato a Prentissm durante in caso, in qualità di esca per stanare uno stupratore ... Un incarico difficile e delicato, che - a causa di un vestito mozzafiato - rovinerà le notti di Hotch ... :lol: Di seguito, l'episodio. ;)

    3. Un caso, un vestito


    <<prentiss lo attirerà.>> decise Hotch. <<si vesta provocante, Agente
    Prentiss.>> ordinò, parlando direttamente a Emily.
    Lei lo fissò per un attimo, attonita. Come di consueto, si chiese se lui fosse serio – oppure se agisse solo per il gusto di irritarla.
    David guardò prima Emily e poi Aaron, e si lasciò sfuggire un sospiro
    divertito ed esasperato a un tempo.
    <<come ha detto, signore?>> domandò Prentiss, sperando che allo
    sgomento non si mescolasse la rabbia che stava cominciando a montarle dentro.
    Hotch non si scompose affatto: con la professionalità che tutti gli
    riconoscevano, corrispose allo sguardo della sua subordinata.
    <<lei sarà la nostra esca, Agente Prentiss.>> ribadì. <<abbiamo notato che le vittime dell'SI sono tutte ragazze con i capelli scuri, indipendenti e risolute, simili a lei anche per quanto riguarda l'età. Per stanarlo, lei dovrà indossare qualcosa di ...>> esitò. Fu una pausa brevissima: soltanto David e Prentiss la colsero. <<... Particolare. Naturalmente nasconderà un microfono e un localizzatore, Rossi e Morgan non saranno lontani dalla sua postazione. Reid e io saremo fuori, insieme alle pattuglie di polizia, pronti a intervenire.>>
    Emily non dubitava della serietà di Hotch, aveva sincera stima nei riguardi delle sue capacità (una dimostrazione di più della contraddittorietà delle sensazioni che lui le suscitava): sapeva che non avrebbe mai rischiato l'incolumità di un suo agente. Tuttavia, quel tono, quello sguardo, quell'espressione erano assolutamente offensivi.
    <<vai così, Emily!>> sbottò Derek.
    <<provocante, in che senso?>> interrogò Spencer, e incassò uno
    scappellotto di Morgan.
    <<sì! E' l'occasione per fare un po' di shopping insieme!>> esultò JJ.
    <<chiameremo Penelope per una consulenza esterna ... Sarà entusiasta! E poi, tu sarai la mia cavia: sarò io a curare il tuo look e il tuo makeup! Sì, sì! Sarai una bomba, Emily, vedrai! Fidati di me!>> e batté le mani, felice.
    <<ok, JJ si occuperà di renderti abbastanza sexy ... Però, io voglio essere il primo ad accertarmi che tu, Prentiss, sia pronta per far girare le teste – soprattutto, la testa dell'SI ... E Reid sarà il mio assistente: è ora che anche lui sappia che non vale la pena di vivere solo per i libri.>> riprese Morgan.
    <<chiaro?>>
    Aaron, sentendo parlare Derek in quel modo, ebbe un sussulto. David scosse la testa. Emily, invece, restò sbalordita innanzi alle reazioni dei suoi colleghi: possibile che nessuno di loro avesse capito quali fossero le reali intenzioni di Hotchner? Passò in rassegna i ragazzi, uno per uno, sempre più basita.
    <<come potrò valutare la sensualità di Emily?>> si chiese Spencer.
    <<oh, non potrai valutarla con i tuoi soliti strumenti scientifici, Spence!>>
    lo disilluse JJ. <<quando vedrai Emily dopo il mio trattamento, persino i sassi rimarranno a bocca aperta.>>
    <<a dire il vero ...>> bofonchiò Emily. <<... Io sono già a bocca aperta.>>
    <<bene.>> concluse Hotch, senza spostare gli occhi da Emily. <<pare che
    lei non abbia scelta, Prentiss. Avete quattro ore di tempo: sono abbastanza, per lo shopping e le altre sciocchezze che hai in mente, JJ?>>
    <<non ti deluderò, Hotch.>> garantì Jennifer.
    Aaron volse le spalle al gruppo e si allontanò. David s'accostò a Emily, con discrezione. Le rivolse un sorriso gentile, e le posò una mano sulla spalla: un apprezzato gesto di comprensione. Lei corrispose alla cortesia: per fortuna, almeno Rossi era in grado di interpretare esattamente una situazione che rasentava il ridicolo!
    <<emily! Non perdiamo tempo! Lo shopping ci aspetta!>> la chiamò JJ.
    Prentiss si massaggiò le tempie, e si rassegnò al proprio destino.

    Nonostante tutto, il pomeriggio scorse con allegria e simpatia: JJ si rivelò una
    severa consigliera, ma si dimostrò anche divertente e spigliata. Garcia, da lontano, dispensò una salutare dose di ironia. Infine, le ragazze rientrarono alla base con un vestito nero scollato e un paio di scarpe col tacco in tinta. Morgan le intercettò subito, con la pretesa di vedere i risultati della sessione di compere. Reid, alle sue spalle, era piuttosto confuso. JJ non si diede per vinta, e riuscì ad avere la meglio sull'insistente collega.
    <<vedrai Emily quando sarà pronta!>> s'impose.

    Nel frattempo, Hotch e David erano nell'ufficio che la polizia aveva messo loro a disposizione.
    Rossi sfogliava il file del caso, mentre Aaron consultava distrattamente il giornale: in realtà, stava ricordando con compiacimento lo sgomento di Prentiss innanzi all'ordine che le aveva dato. Un ghigno gli stiracchiò le labbra. David lo spiò e mandò gli occhi al cielo.

    <<ecco ... Ora puoi aprire gli occhi, Emily!>> concesse JJ, dopo
    un'estenuante maratona di trucco e acconciatura.
    Prentiss obbedì, e si guardò riflessa nello specchio. JJ, accanto a lei, sorrideva
    con aria sorniona.
    <<accipicchia!>> si lasciò andare.
    <<allora? Cosa ne pensi?>> chiese la biondina.
    <<beh ... Sembro ... Sono ...>> balbettò Emily.
    <<... Sei rimasta senza parole!>> indovinò JJ. Digitò un numero sul
    videofonino, e subito dopo si mise in linea con Garcia: <<da' un'occhiata qui, Penelope!>>
    Garcia fischiò rumorosamente.
    <<però!>> si pronunciò, dunque. <<ecco svelata l'anima hot di Emily
    Prentiss!>>
    Emily continuò a rimirarsi nello specchio: non c'era vanità, nella sua
    espressione, solo sorpresa. JJ rideva, soddisfatta del suo lavoro, e Garcia ammirava la collega attraverso il microschermo.
    <<dobbiamo fare entrare i ragazzi!>> decise Jennifer.
    <<sì!>> confermò Garcia.
    Morgan e Reid non si fecero attendere. Lo sguardo di Spencer si allargò a dismisura, mentre Derek passeggiò intorno ad Emily, analizzandola con perizia.
    <<wow!>> sussurrò quindi. <<look da “Come on baby light my fire”, eh?
    Questa sera, stenderai non solo l'SI, ma pure tutti i maschietti presenti.>>
    <<e' un apprezzamento, questo?>> chiese Emily.
    <<direi proprio di sì! Complimenti!>> se ne uscì ancora Derek.
    <<e tu, Spence? Cosa ne pensi?>>
    <<oh ... Io ... Ecco ... Penso che Emily sia molto seducente.>> confessò il
    ragazzo.
    <<e se lo dice Spence ...>> alluse JJ.
    <<... E' giunto il momento di allertare Hotch e Rossi.>> ricordò Morgan.
    <<emily, puoi aspettarci alla base?>>
    Ripensando a Hotch, Prentiss sospirò.
    <<sì.>> rispose poi.

    Hotch stava camminando speditamente, e intanto stava esaminando la
    relazione di un ufficiale di polizia, quando sbatté contro qualcuno.
    <<chiedo scusa.>> brontolò, e sollevò lo sguardo: Emily era davanti a lui.
    <<oh. Agente Prentiss.>>
    Non riuscì a evitare che gli occhi s'incollassero fatalmente su di lei: era sempre bellissima (neanche lui avrebbe mai potuto negarlo), ma – in quell'istante – appariva sfavillante. Quel vestito nero sarebbe stato la sua dannazione, Aaron ne era cosciente.
    <<agente Hotchner.>> disse lei, con un sorriso di circostanza.
    Emily, superato l'iniziale imbarazzo, notò che lui la stava letteralmente
    scansionando: era evidentemente in difficoltà, e la cosa le piacque molto più di quanto avesse previsto.
    <<beh ... Vedo che è ... Disponibile all'incarico.>> farfugliò Hotch, e
    deglutì (auspicando che lei non avesse sentito). <<avrò cura di avvertire Morgan e Rossi, per l'appostamento.>> risolse, e dimenticò di chiudere completamente la bocca.
    <<sono già pronti.>> gli fece presente lei, e riprese il suo cammino – stranamente appagata dall'intima consapevolezza che Hotchner la stesse ancora guardando.
    In effetti, Hotch non smise di guardarla, sebbene si fosse rimesso in
    movimento. Sbatté contro una persona, un'altra volta.
    <<hotch. Guarda dove vai.>> lo ammonì Rossi, cercando di rimanere serio.
    <<ah, eccoti! Finalmente! Stavo cercando giusto te.>> sobbalzò Aaron,
    nella speranza che David lo lasciasse in pace.
    <<ho visto Prentiss: accidenti! E' una favola!>> s'espresse l'anziano.
    Apparvero anche Morgan, Reid e JJ – tutti a commentare, estasiati, il nuovo look di Prentiss.
    Aaron si morse il labbro inferiore.
    <<per la miseria, Rossi! Quanto sei volgare!>> lo sgridò, severo, e si eclissò
    misteriosamente.
    I colleghi raggiunsero Prentiss, e con lei entrarono in ascensore.
    <<perché stai ridendo, Emily?>> domandò Spencer.
    <<niente ...>> nicchiò lei.
    JJ aveva ragione: aveva fatto girare la testa a un sasso, ovvero ad Aaron Hotchner. Emily provò a non badare più di tanto all'euforia che stava provando.
    David, quasi intenerito, aggrottò la fronte: avrebbe avuto un sacco di
    materiale da riferire a Jason!

    <<... E allora Prentiss ha steso l'SI, lanciandogli una scarpa. L'ha colpito in testa, e quel figlio di un cane è caduto come una pera matura!>> spiegò Rossi, al telefono.
    <<che donna!>> s'espresse Gideon, ammirato, da Washington. <<ma
    dimmi come ha reagito Hotch, quando ha visto Emily in ghingheri.>>
    <<niente di particolare, sai ... Super Boss è un uomo in carne, ossa e ormoni
    come tutti gli altri. Lui ... Beh, lui ... Sbavava.>> rivelò David, e rise.
    Jason gli fece eco.
    <<oddio, sono cose come questa che mi fanno rimpiangere il servizio
    attivo.>> incalzò.
    <<chi sbavava, e perché?>>
    La voce di Hotch indusse Rossi a voltarsi.
    <<uh, Hotch ... Pensavo fossi in camera ...>> lo salutò David.
    Aaron si grattò la nuca.
    <<... No, non riuscivo a dormire.>> rivelò, serio.
    David e Jason, da un capo all'altro del telefono, scoppiarono in una risata irrefrenabile, mentre Hotch restò immobile, sorpreso innanzi a quella reazione spropositata.
    <<chissà perché non riesce a dormire!>> sbottò Gideon, e per fortuna
    Aaron non ebbe la possibilità di sentirlo.

    :P :P :P :P :P
     
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  4. pampino
     
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    Salve a tutti. :) Rieccomi con il quarto, e penultimo focus ... ;) Questo episodio è ambientato durante uno dei tanti casi che hanno coinvolto la BAU, e in particolare sul difficile rapporto tra Emily e Aaron - prima dell'esplosione della passione. :P.
    Spero vi piaccia. :B): I vostri commenti sono sempre graditi, davvero. :wub:


    4. Strategia di copertura



    Emily era al bancone, insieme a Spencer. Erano in attesa di Hotch, per passare alla seconda fase del piano.
    <<secondo te, l'SI ci cascherà?>> domandò Reid, fissando il suo cocktail.
    Prentiss abbozzò un minuscolo sorriso, mentre agitava la sua vodka alla pesca.
    <<lo spero.>>
    <<scusami.>> le mormorò ancora il ragazzo.
    <<e di che?>> gli chiese lei, sorpresa.
    <<non sono molto sciolto, in situazioni come questa. So che dovrei essere più disinvolto: sto interpretando il ruolo del tuo accompagnatore, e non riesco a spiccicare una parola.>>
    <<beh, ora stai parlando!>> lo avvertì Emily, con simpatia. <<non devi preoccuparti di niente, Spencer.>>
    <<mi spiace che non sia stato possibile, per te, avere Morgan al tuo fianco ... Purtroppo, l'SI predilige donne bianche in coppia scoppiata con un altro bianco.>>
    Emily ridacchiò affettuosamente: Spencer non mancava mai di farle tenerezza. Gli posò una mano sul braccio, amichevole.
    <<ehi.>> lo chiamò. <<lascia perdere Morgan. Tu, Spencer Reid, non hai nulla fuori posto.>> gli garantì. <<e poi, ti assicuro che Morgan non è affatto il mio tipo, per quanto possa volergli bene.>>
    Reid si strinse nelle spalle.
    <<e come sarebbe il tuo tipo?>> la interrogò Spencer.
    Emily si morse il labbro inferiore e roteò gli occhi. In quel momento, qualcuno s'inserì tra lei e il genietto. Prentiss sollevò lo sguardo: Hotch era entrato in azione, piombando fra i due sottoposti.
    <<ciao, piccola.>> salutò, rivolgendosi a Emily. Quindi, si voltò verso Spencer.
    <<tu sparisci, pidocchio!>> esclamò, minaccioso.
    <<che vuoi, prepotente?>> si ribellò Reid, sperando di sembrare convincente.
    Prentiss trattenne una risata; poi, lanciò un'occhiata ad Aaron, e un'immagine le percorse la mente: flash di lei e lui tra le lenzuola, le dita tra i suoi capelli. Scosse il capo: tentò di allontanare quei pensieri e di concentrarsi sul caso.
    Hotch fissò un momento Emily, quindi tornò a guardare Reid e gli afferrò impetuosamente la collottola.
    <<fuori dalle scatole, ragazzino.>> sbottò ancora.
    La recita di Spencer si rivelò esemplare: aprì e chiuse la bocca, emise un suono gutturale, guardò di qua e di là con fare spaesato e quindi si defilò.
    Emily e Aaron, da soli, si fissarono ancora. Lui ordinò uno scotch liscio, e s'accostò a lei.
    <<qualche movimento?>> esordì, secco.
    Emily bevve un altro sorso.
    <<no, ma Reid si è sentito osservato.>>
    <<ok.>> assentì lui, e si portò il bicchiere alle labbra.
    <<già.>> ribadì lei.
    Erano entrambi molto imbarazzati; la vodka, in più, era entrata in circolo nel sangue di Emily: non era certo ubriaca, ma senza dubbio si sentiva piuttosto euforica.
    Aaron, quasi con brutalità, passò un braccio attorno alla vita di Emily. Lei trattenne il fiato per un istante.
    <<scusa, ma è necessario.>> le sussurrò, con la voce tremolante.
    <<certo.>> gli mormorò lei, e posò una mano sul fianco di Aaron.
    <<ora ... Dovremmo ballare.>> le rammentò. Anche lui venne scaraventato in un mondo parallelo, in cui i suoi sogni si realizzavano in maniera istantanea.
    <<giusto.>> accettò lei.
    I due si presero per mano e raggiunsero la pista; apparvero impacciati per una frazione di secondo, ma dopo lei gli portò le braccia attorno al collo, e lui le circondò la vita in un abbraccio.
    <<l'SI dev'essere qui intorno.>> stabilì Hotch.
    <<sì. Anch'io sento i suoi occhi.>> ne convenne Emily.
    <<morgan e Rossi sono arrivati ... Rispettivamente all'angolo sinistro e all'angolo destro della sala.>>
    <<bene. Credo che anche Reid sia in posizione.>> completò Prentiss.
    Aaron inspirò ed espirò velocemente: il profumo di Emily lo stava uccidendo.
    <<david e le sue idee ...>> imprecò, a mezza voce.
    <<... Infatti.>> concordò lei.
    Lui le mandò uno sguardo indagatore.
    <<beh, non è poi tanto male ...>>
    <<... No, effettivamente non è poi tanto male: sto ballando un lento con il mio diffidente boss! Cosa potrei volere di più, dalla vita?>> lo riprese Prentiss, sarcasticamente.
    <<oh!>> s'innervosì lui. <<è lavoro, niente di più!>> ma, proprio mentre pronunciava quelle parole, Hotch avvertì dubbi e timori assalirlo.
    Emily lo guardò negli occhi, e per un po' rimase in silenzio. Con le dita della mano destra percorse la guancia di Aaron, fino a giungere al torace, e quindi sorrise.
    <<agente perfetto, ex marito perfetto, padre perfetto ...>> elencò, con ironia.
    Aaron sbatté gli occhi, un po' irritato e un po' sorpreso.
    <<... Non c'è niente di perfetto, nella condizione di ex marito: un matrimonio fallito non è una nota di merito. Quanto al mio ruolo di genitore, non sono presuntuoso al punto da ritenermi perfetto.>>
    <<agente Speciale Supervisore Hotchner ...>> lo chiamò, per esteso. <<... Non vedi? Sei un personaggio da romanzo. L'eroico tutore dell'ordine che coordina una squadra di profilers, con il cuore infranto da una donna che non lo meritava e che fa il possibile – affinché il suo bambino possa essere fiero di lui.>> ed Emily sospirò, teatralmente. <<sei una figura epica, anzi, direi quasi tragica. Tu tendi all'eccellenza, anche nei
    fallimenti. Non è così, Hotch? Mmmh?>>
    <<non avrei dovuto consentirti di bere, in servizio.>>
    <<sono lucida.>> lo avvertì, seria e assolutamente consapevole di quanto stava dicendo. <<capo perfetto.>> aggiunse alla sua lista. <<con i tuoi capelli sempre ben pettinati, il tuo viso sempre rasato, il tuo completo sempre impeccabile e il nodo della cravatta sempre in ordine: un monumento al rispetto delle regole.>>
    <<prentiss. Adesso piantala.>>
    <<perché? Altrimenti cosa fai? Segni un puntino rosso accanto al mio nome, e poi corri da Gideon e Rossi perché ti consolino? Dirai loro che ti ho fatto la bua?>>
    <<molto divertente.>> brontolò Aaron. Provò a evitarlo, ma un brivido lo percorse da capo a piedi – quando Emily mosse la mano sul suo petto, arrivando ad afferrargli la cravatta.
    <<aaron Hotchner, l'uomo che non sbaglia mai.>>
    Hotch si morse il labbro inferiore, e contemplò il volto della sua subordinata: era splendida, semplicemente.
    <<non sei qui per prenderti gioco di me, Prentiss.>> la rimproverò, nonostante tutto.
    <<non mi sto prendendo gioco di te.>> lo rassicurò. <<non mi permetterai mai.>>
    I due si guardarono ancora, con intensità. Emily non seppe spiegarsi il perchè, ma abbassò il capo e lo appoggiò alla spalla di lui; questi trattenne il respiro per un paio di secondi, disorientato. La vicinanza di Prentiss gli provocava reazioni contrastanti, in cui l'ostentata avversione si mescolava e infine soccombeva ad una sensazione diversa – remota, eppure tangibile, sempre spaventosa. Non gli succedeva spesso, eppure era
    sicuro che proprio quello fosse uno dei rarissimi momenti in cui avrebbe ceduto volentieri il ruolo di Capo Unità che il destino gli aveva assegnato. Per quanto la riguardava, Emily si trovò a pensare a molte cose, tutte insieme: al suo primo giorno alla BAU, a quando aveva stretto la mano di Aaron, alle frequenti volte in cui lo aveva
    contestato – solo per il gusto di vedere quell'espressione esacerbata e dannatamente intrigante che gli si dipingeva nello sguardo. Senza saperlo, tutti e due tentarono di scansare quei pensieri inopportuni.
    Una voce estranea li riportò alla realtà:
    <<signorina, vorrebbe concedermi un ballo?>>
    Hotch e Prentiss si scostarono leggermente, in modo da poter guardare in faccia il nuovo arrivato: corrispondeva alla descrizione dei testimoni. Il piano aveva funzionato.
    <<dice a me?>> sussurrò Emily.
    <<sì. Mi scusi se la disturbo, ma non ho potuto fare a meno di notarla, e ...>>
    <<... Oh, lei è molto gentile!>> se ne uscì ancora lei, falsamente lusingata.
    Hotch, più per istinto che per calcolo, afferrò un polso dell'uomo.
    <<la signorina è con me.>> ammonì.
    Emily osservò Aaron, e si sorprese a provare qualcosa di simile a un delizioso calore crescerle dentro.
    <<che vuoi, tu? La signorina è arrivata qui con un altro uomo: ti sei intromesso, poco fa. Ti ho visto bene!>> recriminò l'altro.
    <<poco importa: ora lei è con me.>>
    Il tizio non si aspettava una cosa del genere: era abituato a conquistare quasi subito la benevolenza della vittima designata, non gli era mai capitato che il secondo rivale opponesse resistenza.
    <<lasciamo decidere a lei, allora.>> propose.
    Emily, come stabilito con Jason e David, fece un passo indietro.
    <<nessuno dei due. A questo punto, divertitevi tra di voi.>>
    L'uomo perse la pazienza, e scattò verso di lei: era la reazione che il team aveva previsto. Emily riuscì a svincolarsi dall'improvvisato placcaggio dello sconosciuto.
    Morgan, Rossi e Reid avanzarono tra la folla, risoluti, mentre Hotchner s'avventò sull'uomo e – senza troppo sforzo – lo ammanettò.
    <<sorpreso, vero?>> sibilò dunque. <<fbi, caro. Sei in arresto.>> sentenziò, duro, per poi strattonarlo e affidarlo a Derek.
    Rossi rivolse il proprio sguardo su Spencer, Emily e Aaron.
    <<complimenti, ragazzi: ottima interpretazione.>> si congratulò.
    Reid si strinse nelle spalle, compiaciuto; Hotch e Prentiss, invece, non fecero caso alle parole di David. Lui seguì Derek, mentre lei raggiunse JJ, rimasta in disparte.
    Spencer, dubbioso, aggrottò le sopracciglia; David, invece, si lasciò sfuggire un sospiro.
    <<ma cosa gli è preso, a tutti e due?>> domandò il ragazzo.
    <<niente, Reid.>> garantì Rossi. <<credo si tratti della tensione. Tutto qui.>> detto ciò, posò una mano sulla spalla del genietto. <<andiamo, non possiamo lasciare l'interrogatorio solo nelle mani di Morgan.>>

    <<... Dove sono gli altri?>> chiese Jason, al telefono, da Washington.
    <<stanno cenando tutti insieme ... Qui, in albergo.>> rispose David.
    <<perché non ti sei unito alla squadra?>>
    <<non sono troppo in forma. Comunque, questi sono gli aggiornamenti.>>
    <<ho preso nota di tutto. Come si sono comportati, Hotch e Prentiss?>> indagò ancora Gideon.
    <<come al solito. Li ho visti alquanto impacciati, dopo la cattura dell'SI. Al contrario, non sembravano troppo a disagio, quando si sono trovati a recitare – in quel locale.>> spiegò Rossi.
    <<per quanto tempo andrà avanti, questa storia, secondo te?>> s'espresse Jason, rassegnato.
    <<non ne ho idea. Potrebbe essere molto pericoloso, Jason.>>
    <<lo so bene, David. Ma sappiamo anche che è inevitabile.>>
    <<sì, hai ragione ... E questo mi spaventa.>>
    <<hotch è a cena con i ragazzi?>>
    <<mi pare di sì: Morgan lo ha trascinato di peso in sala pranzo, con il concorso telefonico di Garcia.>>
    Dall'altro capo del telefono, Jason rise.

    Durante la cena, Hotch cercò di mostrare tutta la socievolezza di cui era capace – senza troppo successo: per quanto Spencer e Derek continuassero a lodarlo, a stuzzicarlo e a raccontargli barzellette, lui non fu in grado di sciogliersi del tutto. Non che questa fosse una novità, del resto.
    Dal canto suo, Prentiss non si rivelò allegra come al solito, dopo la risoluzione di un caso. JJ provò con ogni mezzo a strapparle un sorriso, invano; anche Garcia, presente in virtù delle potenzialità digitali, fallì miseramente nel suo intento.
    Le stanze di Aaron ed Emily erano adiacenti: quando entrarono nelle rispettive camere, si scambiarono un lungo e silenzioso sguardo. Prentiss passò la notte a fissare il soffitto, meditabonda; il sonno di Hotch, invece, fu agitato da sogni confusi e poco rassicuranti.

    Il volo di ritorno si svolse all'insegna della simpatica condivisione; anche Emily sembrava aver recuperato il buonumore perduto. Rossi e Reid, con la partecipazione telefonica di Gideon, discussero animatamente del caso; Morgan, JJ, Prentiss e Garcia (attraverso il collegamento via webcam) intrapresero una rumorosa partita a un misterioso gioco di carte appena inventato dallo stesso Derek.
    <<ehi! Hai barato!>> JJ accusò Reid.
    <<no, sei tu, che sei una schiappa!>> dichiarò Derek.
    La risata di Penelope, proveniente dallo schermo del computer, animò il jet.
    <<che ingiustizia!>> proseguì Jennifer.
    <<la tua è tutta invidia!>> filosofeggiò Derek.
    <<ok, ragazzi ... Il prossimo giro dovrete fare a meno di me: vado un momento in bagno.>> li avvisò Emily, alzandosi e allontanandosi.
    <<ti aspettiamo!>> urlò Morgan, giocoso.
    Hotch era seduto poco lontano, da solo, e guardava fuori dal finestrino; Emily gli passò accanto, e senza accorgersene lo sguardo s'incollò su di lui, quindi scese sui documenti sparsi sul tavolino. Le si strinse il cuore. Riuscì a far finta di nulla, e a procedere verso la toilette.
    Aaron aveva notato la figura di Prentiss approssimarsi, e quindi l'aveva esaminata con attenzione, grazie al riflesso proiettato sul vetro. Sospirò.

    Una volta rientrati a Washington, Aaron si ritirò nel proprio ufficio per sistemare le varie pratiche. Un lieve bussare lo scosse.
    <<avanti.>> disse, serio.
    Prentiss fece capolino.
    <<hotch.>> lo chiamò.
    <<prentiss ... Che c'è?>> farfugliò lui, stupito di vederla: pensava che fossero i due anziani, non si aspettava certo lei.
    <<uh ... Io ... Senti, mi dispiace. Non era mia intenzione aggredirti o offenderti, mentre stavamo ballando.>>
    Aaron la scrutò, perplesso: da quando, la ribelle Emily Prentiss tornava sui suoi passi per chiedere scusa?
    <<oh, quello.>> motteggiò lui, senz'astio. <<niente di preoccupante, Prentiss. In fondo, mi hai detto di peggio – da quando sei entrata in squadra.>> le ricordò.
    Emily s'abbandonò a una tenue risatina.
    <<comunque, volevo solo scusarmi.>> rimarcò, e uscì dalla stanza.
    Hotch la seguì con lo sguardo, attraverso le veneziane, fino a che non abbandonò l'open space.
    <<avevi ragione tu.>> borbottò, tra sé e sé.

    Si era abituato alla solitudine, ormai; l'unica cosa a cui non si sarebbe mai abituato era l'assenza di Jack. Gli mancava il rumore dei suoi piedini sul pavimento, quando gli correva incontro e si lanciava fra le sue braccia, ansioso di ascoltare i racconti del suo super papà che ripuliva il mondo dagli uomini cattivi.
    Hotch si spogliò del cappotto e della giacca, quindi si tolse la cravatta e sedette sul divano. Estrasse alcuni fogli dalla ventiquattrore, e li analizzò. Non c'era altro da fare, se non firmare. Haley manteneva sempre le promesse, eccezion fatta per il voto di fedeltà contemplato dal contratto di matrimonio. Un paio di scarabocchi, e il legame tra lui ed Haley sarebbe stato reciso. Aaron agì, con inaspettata rapidità. Aveva provato a immaginare quel momento, convinto che avrebbe esitato, che sarebbe stato difficile, che i ricordi l'avrebbero ucciso ... Invece, era stato semplicissimo. La separazione era diventata un divorzio a tutti gli effetti. Era finita.
    Al contrario, la sua battaglia quotidiana con Emily Prentiss sarebbe ripresa il giorno successivo. Anzi, non si era interrotta, dato che la sua mente continuava a cercarla – quasi contro la volontà.

    Una volta tornata a casa, Emily era intenzionata a concedersi un bagno caldo e una serata di relax, con un buon libro tra le mani. In realtà, i suoi progetti si realizzarono solo a metà: dopo il bagno, rimase seduta sul divano, con il libro aperto sulle ginocchia, a pensare a Hotch. E non potè evitare, dopo dieci minuti di riflessione caotica e bizzarra, di scoppiare in lacrime.

    :rolleyes: :rolleyes: :rolleyes:
     
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  5. pampino
     
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    Buonasera a tutti. ;)
    Ecco l'ultima Missing Scene, ambientata subito dopo il passionale ... EhmEhm ... Fuori programma tra Emily & Aaron, accaduto nell'ufficio (si veda il capitolo 13 di My Side Of The Story). :wub:
    Dati situazione e contesto, per scrupolo azzardo e sposto il rating da arancione a rosso (anche se non c'è alcuna scena esplicita). :shifty:
    Come sempre, attendo i vostri responsi e vi ringrazio in anticipo per la vostra attenzione. :P

    Quando parlare diventa difficile



    Emily infilò la camicetta e la riabbottonò pazientemente, mentre Aaron, alle
    sue spalle, si riallacciò la cintura.
    <<sai?>> iniziò lei. <<siamo patetici.>>
    Hotch le inviò uno sguardo interrogativo.
    <<perché?>>
    Emily si voltò a guardarlo.
    <<beh ... Non abbiamo resistito nemmeno ventiquattr'ore! Non ci siamo
    neppure tolti tutti i vestiti ... L'abbiamo fatto nel tuo ufficio.>> e rise, con affetto. <<insomma ... Non siamo più due ragazzini.>>
    Hotch scosse il capo.
    <<chi se ne importa?>> se ne uscì. Poi: <<dove hai lanciato la mia
    cravatta?>>
    <<non lo so ... L'ho lanciata e basta, non ho pensato a dove potesse finire.>>
    Aaron trovò la cravatta su uno scaffale della libreria; la prese e l'annodò attorno al collo.
    <<scusami. Non volevo spaventarti, né farti pressioni ...>> bofonchiò.
    <<... Ehi.>> lo interruppe Emily, sorridente. <<sono grande abbastanza per decidere se voglio o meno trascorrere il mio tempo con qualcuno, ti pare? Mi sembra che tu mi abbia dato modo di scegliere, e ho fatto la mia scelta.>>
    Hotch camminò verso di lei, la raggiunse e le circondò la vita con entrambe le
    braccia.
    <<non ho fatto altro che pensare a te, per tutto il giorno. Ti prego, dimmi che è stato così anche per te.>>
    Emily si sciolse nel suo abbraccio e chiuse gli occhi.
    <<sì ... E' stato così.>> sussurrò, mentre affondava le proprie dita nei suoi
    capelli.
    <<come può essere accaduto, Emily?>> chiese retoricamente lui.
    <<non ne ho idea, e sono sconcertata ...>> abbassò il capo, per posare la
    fronte sul suo petto e passare ripetutamente le mani sul tessuto della sua camicia. <<... Questa parte di me, Aaron ... Non so come controllarla.>>
    <<nessuno ti obbliga a controllarla.>> si sorprese a pronunciare lui. La costrinse docilmente a risollevare la testa e la baciò a lungo. <<fino a ieri, non avrei mai immaginato che avrei fatto l'amore con te, qui.>>
    <<e ora? Cosa facciamo?>>
    Hotch sospirò.
    <<il buon senso suggerisce che dovremmo sentirci in colpa ... Per quanto mi
    riguarda, però, non ... Non riesco a dargli ascolto. Credo che tu mi abbia reso dipendente.>>
    Emily lo fissò, un po' sorpresa e un po' compiaciuta.
    <<m'intimorisce leggermente, sentirti dire questo.>>
    <<intimorisce anche me.>>
    Emily uscì dal suo abbraccio e s'appoggiò alla scrivania, come se cercasse di
    recuperare la capacità di analizzare razionalmente la situazione.
    <<odio aderire a un cliché, ma ... Dobbiamo parlare.>> Aaron l'osservava,
    attento. <<cioè, ho bisogno ... Sono ... Io ... Capisci?>>
    <<sì.>> confermò lui, sincero. <<capisco. Emily, non voglio che ti senta obbligata ...>>
    <<... Ancora con questa storia?>> lo redarguì lei. <<siamo stati insieme la
    notte scorsa e questa sera, e non mi hai costretta a fare nulla che non volessi fare anch'io.>> ribadì. <<in entrambi i casi è stato stupendo. E' che ... La nostra situazione è ... Particolare.>> concluse.
    <<in effetti. D'accordo: parliamo.>> propose Aaron, sprofondando nella
    sua poltrona. Emily distolse lo sguardo, ridendo. <<beh? Che c'è?>>
    <<non riesco a iniziare un discorso serio ... Se ti guardo su quella poltrona,
    mi viene in mente qualcos'altro.>>
    Hotch afferrò l'allusione, e si rialzò. Lo sguardo vagò tra le pareti del suo ufficio.
    <<solo adesso mi rendo conto che questo posto non sarà più come prima ...
    Ti reputo responsabile delle mie prossime distrazioni.>>
    <<non è corretto! Hai iniziato tutto tu, io mi sono limitata a essere
    d'accordo.>> si difese lei.
    <<non sminuire il tuo apporto. Di certo, la creatività non ti manca!>>
    esclamò Hotch.
    <<non ho sentito lamentele a riguardo.>> gli rammentò Emily.
    Aaron rise a sua volta. Rise davvero.
    <<qui non possiamo parlare ... C'è troppa elettricità.>>
    <<infatti: nostro compito è scovare un terreno neutrale.>>
    <<il tuo appartamento presenta lo stesso problema.>> ricordò Hotch.
    <<non possiamo farci vedere insieme, fuori di qui, da soli: sarò anche
    paranoico, ma preferisco evitare problemi con la Strauss.>>
    Quel nome fece sobbalzare Emily, la quale si augurò che Aaron non avesse notato il suo lieve indietreggiare.
    <<e' saggio. Quindi?>>
    <<andiamo a casa mia.>> risolse lui.
    Emily si morse il labbro inferiore.
    <<va bene.>> accettò, infine.
    <<cerchiamo di rimanere distanti.>> suggerì Hotch. <<se vogliamo
    parlare, è necessario non ...>>
    <<... Ok.>> concordò lei, bloccandolo. <<e' meglio che ci allontaniamo
    dalla sede con i nostri rispettivi SUV.>>
    <<sì: puoi posteggiare nei paraggi, e poi salire sulla mia vettura.>>
    <<mi pare sia un buon piano.>> sortì Emily. <<ah, Aaron ... Hai la
    camicia abbottonata storta, e la cravatta è sbilenca.>> gli fece notare.
    Lui abbassò lo sguardo.
    <<accidenti!>> imprecò, e provvide a sistemarsi.
    Lei impose a se stessa di guardare altrove, mentre la mente tentava
    disperatamente di trovare un appiglio a cui aggrapparsi.
    <<sei pronto?>>
    <<sì.>> rispose Aaron, e le s'affiancò.
    Si fissarono nell'arco di una manciata di secondi; tutti e due avvertirono un brivido correre lungo la spina dorsale. Goffi e spiazzati, cercarono qualcosa da dire.
    <<andiamo.>> decise lei, e uscì dall'ufficio.
    Hotch socchiuse gli occhi, e seguì la scia del suo profumo.

    Più tardi, appartamento di Aaron Hotchner ...
    <<non era questo, il nostro piano.>> bisbigliò Emily, non appena trovò la facoltà di mettere insieme una frase di senso compiuto.
    Hotch affondò il volto tra i suoi capelli.
    <<avevamo un piano? Non mi ricordo.>>
    <<hai perso la memoria, quando sono salita sul tuo SUV e hai infilato la tua
    lingua nella mia gola?>>
    <<che c'entra ... Era solo per darti il benvenuto sulla mia macchina.>>
    Emily si mosse, per guardarlo negli occhi.
    <<come no! Eppure, ero sicura che tu avessi raccomandato di mantenere le distanze.>>
    Aaron si sbalordì:
    <<oh! Dato che i tuoi circuiti mnemonici erano perfettamente funzionanti, avresti potuto evitare di intrufolare la mano nei miei pantaloni.>>
    <<quindi sarebbe colpa mia?>> lo interrogò lei.
    <<mi sei saltata addosso, quasi non mi hai lasciato il tempo di aprire la porta!>>
    <<che strano, a me pare che sia avvenuto il contrario: tu sei saltato addosso
    a me!>>
    I due si fissarono in silenzio per un attimo, e dunque scoppiarono a ridere.
    <<ok, abbiamo un piccolo problema.>> riconobbe Aaron.
    <<stiamo migliorando, almeno: non abbiamo raggiunto la camera da letto,
    ma siamo riusciti a toglierci tutti i vestiti.>>
    <<e' un magnifico risultato. Dobbiamo essere orgogliosi di noi stessi.>>
    Emily fece scorrere le dita sul suo collo, con delicatezza.
    <<mi fai alzare, per favore?>> gli domandò.
    <<no. Sono fermamente intenzionato a tenerti prigioniera sul mio
    divano.>> replicò lui.
    <<aaron ... Abbiamo bisogno di parlare, seriamente.>> gli rammentò.
    Suo malgrado, Hotch si risollevò.
    <<va bene ... Va bene.>>
    Emily si rialzò, e camminò avanti e indietro. Nel momento in cui si rese conto
    che Hotch la stava guardando con la bocca aperta, si fermò.
    <<beh? Cos'hai?>>
    <<concentrarmi su argomenti seri – come li chiami tu, mi riuscirà sempre alquanto difficile, se prenderai l'abitudine di passeggiare nuda in casa mia.>>
    Emily sospirò, sconsolata, e gli rivolse un'occhiata severa e ammirata insieme.
    <<senti da che pulpito arriva la predica! Ma ti sei visto?>>
    Squillò un cellulare.
    <<e' il tuo, vero?>> le chiese, preoccupato.
    <<sì ...>> ed Emily cercò la borsa, in mezzo al groviglio disordinato degli
    abiti. Trovò il telefonino e controllò il display. <<... E' Morgan! Che diavolo vuole, adesso?>>
    <<non lo saprai mai, se non gli rispondi.>> sentenziò Aaron.
    <<salomonico.>> lo prese in giro lei. Accettò la chiamata: <<derek?>>
    <<ciao, Emily! Sei ancora da Hotch?> iniziò Morgan.
    Prentiss deglutì, disorientata.
    <<da Hotch? No ... No, no!>>
    <<ma che voleva, poi?>>
    Emily si portò una mano sulla nuca, e subito non seppe cosa rispondere.
    <<beh ... Avevo dimenticato di consegnargli una pratica, così ...>>
    <<... E non poteva aspettare domattina?>> continuò Derek, ingenuamente.
    <<evidentemente era una questione molto, molto urgente.>> informò
    Emily, e indirizzò lo sguardo su Aaron. Questi la raggiunse, scivolò alle sue spalle e posò la propria bocca sul suo collo. Lei sussultò. <<cose che capitano.>> riprese, parlando a Morgan.
    <<soprattutto, quando il capo si chiama Hotchner. Era tanto arrabbiato, quindi?>>
    Emily provò a fermare Aaron, senza risultato.
    <<inizialmente sì, ma abbiamo raggiunto un compromesso.>>
    Hotch ridacchiò, e lei lo schiaffeggiò sul braccio.
    <<per fortuna! So per esperienza quanto Hotch possa essere insistente.>> dichiarò Derek.
    Prentiss spintonò appena Aaron, che non accennava a smettere di baciarla.
    <<non credo che tu ne abbia un'idea completa!>> sbottò, esasperata.
    <<che fai, ora? Noi siamo in un locale, ti aspettiamo?>> l'invitò Morgan.
    Nel frattempo, Emily aveva imprigionato le mani di Aaron. <<prentiss? Mi senti?>> la chiamò il collega.
    <<ti sento, Derek ... Scusami ... Ti ringrazio per la proposta, ma sono già a
    casa, e ho un mal di testa infernale: finirei per rovinarvi la serata.>>
    <<mi hai appena spezzato il cuore!>> scherzò Morgan.
    <<mi spiace ... Davvero.>> si scusò lei, sempre alle prese con Aaron.
    <<sarà per la prossima volta.>>
    <<d'accordo. Riguardati, ok?>>
    <<certo. Saluta tutti. 'Notte.>>
    <<'Notte, Emily.>> e Morgan riattaccò.
    Prentiss non fece in tempo a respirare dal sollievo, che Aaron coprì le sue labbra con le proprie.
    <<tu sei pazzo.>> lo accusò, quando si separarono per riprendere fiato.
    <<non è la prima volta che me lo dici. Comincio a sospettare che sia
    vero.>> le mormorò.
    <<ti prego. Dobbiamo parlarne.>>
    Hotch le prese il viso tra le mani.
    <<ma di cosa dobbiamo parlare, Emily? Cosa c'è, da chiarire?>> bisbigliò.
    <<lavoriamo insieme, Aaron. Siamo colleghi ... Il codice comportamentale ... L'FBI ... La nostra squadra ...>>
    Lui la interruppe con un altro bacio.
    <<non siamo colleghi. Io sono il tuo capo, tu sei una mia subordinata.>>
    <<e' un'aggravante, questa.>> gli disse lei, con le labbra ancora vicinissime
    alle sue.
    <<dunque? Abbiamo già demolito ogni barriera. So che è assurdo, so che può essere pericoloso, e so che dovremo fare molta attenzione, però ... Io non voglio rinunciarci. Questo è troppo bello, per lasciarlo andare senza viverlo fino in fondo.>>
    Emily appoggiò le mani sulle sue spalle e lo baciò sul torace, lentamente.
    <<e' vero, è troppo bello.>> biascicò. <<portami a letto, ora.>>
    Aaron non se lo fece ripetere due volte.

    Emily s'accoccolò di più fra le braccia di Aaron, e sentì il suo respiro caldo sulla nuca. Il silenzio, in quel momento, era rassicurante e piacevole: paradossalmente, i pensieri e le paure si erano spenti, e c'era solo una magnifica pace. Aaron aveva ragione: non c'era niente da dire, non era necessario spendere parole inutili. Inoltre, per Emily sarebbe stato davvero difficile – ammettere che aveva desiderato intensamente che questo (come lo definiva lui) accadesse. Era una profiler: sapeva che nella mente umana si annidavano le più laceranti contraddizioni; eppure, non era stata in grado di comprende niente. Era sicura che, per Hotch, valesse la stessa constatazione: era talmente chiaro, adesso che la linea di confine era stata irrimediabilmente superata.
    <<hai fame?>> le domandò lui, all'improvviso.
    <<un po'.>>
    <<anch'io. Ordiniamo cinese? Che ne dici?>> propose.
    <<splendida idea.>> gradì lei, sorridendo appena.
    Hotch non realizzò immediatamente il proposito: permise a Emily di
    accomodarsi meglio contro il proprio corpo, e posò il mento sul suo capo, come a rassicurarla. Gli tornò alla mente il discorso di Haley, e rimase così, immobile, a riflettere.
    <<se questo è un errore e una violazione alle regole, è l'errore più
    straordinario e la violazione più splendida che abbia mai commesso, e voglio vivere sbagliando.>> borbottò, in maniera inintelliggibile.
    Emily sollevò un sopracciglio, dubbiosa.
    <<aaron? Stai pregando?>>
    <<no.>> rispose lui. <<ho scoperto che è meraviglioso essere soltanto un
    uomo.>>
    Emily non capì perché Aaron avesse pronunciato quelle parole; tuttavia, le accolse con una gioia che non ricordava di aver mai provato fino ad allora.
    <<come ci regoliamo, domani?>> gli chiese. <<hai già giocato le carte dell'emicrania e della convocazione in ufficio.>>
    <<domani ...>> ripeté Aaron, meditabondo. <<... Svolgeremo le nostre mansioni, trascorreremo tempo con i ragazzi, passeremo attraverso gli sguardi dei due anziani, come al solito ... Poi torneremo a casa, e staremo insieme – se tu vorrai.>>
    <<vorrò, puoi starne certo.>> gli garantì. <<e se avessimo un caso?>>
    <<ci concentreremo insieme al resto della squadra per risolverlo.>>
    <<aaron ... Non dobbiamo cedere, durante le indagini.>> decretò Emily.
    <<anche se sarà dura, stare lontani.>> riconobbe.
    <<oh, sì. Lo sarà, moltissimo.>> e poi rise. <<pensa se Reid ci avesse sorpresi nel mio ufficio, stasera!>>
    Anche Emily s'abbandonò a una risata.
    <<oddio! Sarebbe stato un trauma, povero Spencer! Lo sarebbe stato anche
    per gli altri, seppure in misura minore.>>
    <<lo so.>> sussurrò lui. <<vedremo di venirne a capo; e tu non rischiare
    troppo la vita, in azione! E' un ordine!>>
    <<sissignore. Prova anche tu a non cacciarti nei pasticci, promesso?>>
    <<promesso.>> le assicurò Aaron. Afferrò il telefono. <<cosa vuoi
    ordinare, allora?>>

    La mattina dopo ...
    Emily era seduta alla scrivania, quando Derek e Spencer le s'accostarono.
    <<ci sei mancata, ieri sera.>> esordì il primo.
    <<anche voi.>> replicò lei, sperando di non arrossire.
    <<morgan ha ottenuo sette numeri di telefono da altrettante ammiratrici adoranti, sai?>> la informò Reid.
    <<congratulazioni, Derek!>> lodò Emily.
    Morgan si strinse nelle spalle.
    <<lascialo perdere, esagera.>> minimizzò. <<quanto a te, signorina, la prossima volta che ci abbandonerai così, mi adopererò per prelevarti di peso e trascinarti con noi. Ci siamo capiti?>>
    Prentiss sollevò le braccia, in segno di resa.
    <<si sta spettegolando, qui?>> sbottò Penelope. <<allora, Emily ...
    Passato, il mal di testa?>>
    <<sì, è tutto a posto.>>
    <<accidenti, però!>> esclamò Reid. <<l'altra sera il capogiro, ieri
    l'emicrania: dovresti farti visitare davvero.>>
    Emily, di nuovo, trattenne una risata fragorosa.
    <<ho già prenotato un checkup completo.>> ribatté, e non poté evitare di
    sorridere della sottile allusione che nessuno aveva compreso, all'infuori di lei.
    Intanto, Jason e David bussarono all'ufficio di Aaron.
    <<avanti.>>
    I due anziani s'introdussero nella stanza, e si guardarono intorno.
    <<'Giorno, Hotch.>> salutò Gideon.
    Aaron sollevò lo sguardo dalla relazione che stava completando.
    <<salve, ragazzi. Cosa posso fare, per voi?>>
    David scrutò l'amico con aria sibillina.
    <<ti abbiamo portato gli ultimi aggiornamenti.>> rispose, e gli porse un faldone. <<qui troverai tutti i rapporti che ti mancavano.>>
    <<bene. Vi ringrazio.>> disse Hotch, e tornò a scrivere.
    Jason studiò l'ambiente con infinita attenzione, mentre David continuò a
    guardare Aaron. Dopo, i due salutarono e uscirono – ridacchiando.
    In quello stesso istante JJ irruppe nell'open space, annunciando un caso.
    In men che non si dica, la squadra si radunò in sala riunioni, dove Jennifer espose la vicenda.
    Aaron era seduto tra David e Jason.
    Mentre JJ esibiva il materiale, Morgan leggeva il fascicolo, Reid chiedeva a Garcia di cercare collegamenti tra le vittime ed Emily rifletteva circa il modus operandi, Rossi e Gideon si concentrarono sul capo.
    <<stai sorridendo, Hotch.>> fece presente Jason, in un sussurro.
    Stupito, Aaron posò gli occhi sul collega.
    <<no.>> negò, consapevole di mentire (colpevolmente, il suo pensiero era
    andato alla prima, lussuriosa doccia che lui ed Emily avevano fatto insieme – quella stessa mattina).
    <<jason ha ragione: stai sorridendo.>> confermò David.
    <<non è vero.>> stabilì Hotch, scandendo le parole, con un tono che non
    ammetteva replica.
    Jason e David scossero affettuosamente la testa, e si dedicarono al caso.


    FINE

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