Veris Voluptates

I piacere della primavera...

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. MidnightSun*
     
    .

    User deleted


    AUTORE: MidnightSun*
    TITOLO: Veris Volupates
    RATING: Giallo-Arancione
    GENERE: OOC, Song-fic
    AVVERTIMENTI: LongFic
    PERSONAGGI: Squadra BAU, Aaron/Emily, Penelope/Derek
    DISCLAIMER: I personaggi non mi appartengono, sono di Jeff Davis. Criminal minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
    NOTE: Questa LongFic la sogno da non vi dico quanto. E' stato un parto durato circa una settimana di scrittura, l'idea è in me da troppo tempo. Nata in seguito a fantasie perverse e notti insonni, la mia prima Long-fic spero piaccia almeno come è piaciuta la prima FF scritta per il contest. Ringrazia fiduciosa nel successo, la scrittrice :woot:

    Veris Voluptates



    Nota: il primo capitolo è formato dalla descrizione di varie situazioni iniziali che convogliano poi nello sviluppo della vicenda. Buona lettura!

    *



    È buio… Qui in fondo.
    I miei occhi aspettano l’alba…
    La mia voce non trova eco…
    I miei piedi non trovano la strada…
    Ma guadagno la mia vita,
    Giorno per giorno
    Fuori di qui c’è il mondo.

    (Renato Zero- Sogni nel buio 1973)

    Era appena uscito ma un senso di disagio già lo pervadeva.
    Era incredibile come un senso di disagio lo pervadeva ogni volta che varcava quella soglia, per uscire da quella casa, prima simbolo del loro amore, oggi simbolo dei loro fallimenti. Era così ogni singola domenica, la prima del mese. Ogni volta che usciva da quella casa, pensava al cartone animato preferito del figlio e pensava che lui stesse diventando un po' troppo come uno dei protagonisti: stava diventando più Squidly Tentacolo, sempre nervoso e quasi mai emotivo, e meno SpongeBob SquarePants, allegro e contento della vita.
    Camminava giù per il vialetto e pensava.
    Pensava.
    Pensava alla sua vita, a quella via che percorreva, dritta e monotona, grigia e cupa. E si vedeva in quel tunnel senza luce, senza via d'uscita.
    Quanto avrebbe voluto uscire da quella monotonia ma non ci riusciva; da solo non ci sarebbe mai riuscito. Sapeva che tutti quanti l'avrebbero aiutato, il mondo gli voleva bene! Ma lui, Aaron Hotchner non era pronto per il mondo.
    Aaron Hotchner voleva aspettare colei il quale o colei la quale lo avrebbe fatto uscire dal tunnel, perchè da solo non ce l'avrebbe fatta.

    Quando la luce vincerà sul buio…
    E nel silenzio esploderà il mio pianto,
    Ricco di rabbia e di felicità…
    Così…
    Così sapranno tutti che son qua!

    (Renato Zero- Sogni nel buio 1973)


    Ogni tanto, quando Hotchner andava a farsi una passeggiata, e a casa rimaneva a casa Aaron, solo soletto, lui pensava a quegli spazi vuoti, a quegli spazi grigi riempiti dal colore di una donna, dall'allegria di persone che sapevano godersi la vita.
    Era convinto che con la persona giusta lui, avrebbe ripreso a vivere.

    Il telefono squillò e Hotch si ridestò dai suoi cupi pensieri
    ...Riattaccò.
    E ritornò nel tunnel.
    E non vide ancora l'uscita.

    *Qualche ora prima*



    La luce nella stanza entrava a stento.
    Un piccolo raggio di sole, unico infiltrato sbrilluccicava sulla fibbia delle sua ventiquattro ore.
    Lui si stava facendo la barba, voleva essere presentabile ai propri colleghi, perchè loro anche se vogliono sembrare migliori, non lo sono.
    In un quarto d'ora uscì di casa e si ritrovò in macchina ben sistemato e comodamente seduto nel suo SUV.
    L'ora della prossima vittima sarebbe giunta ben presto, la sua rabbia cominciava a crescere.
    E come se l'avesse sentito pensare la sua vittima si presentò davanti ai suoi occhi con i suoi capelli corvino e il suo sorriso smagliante; la seguì fino all'incrocio poi la lasciò andare al suo destino.

    *



    Emily Prentiss percorreva il vialetto di casa sua con le chiavi in una mano, la borsa nell'altra, e la testa assorta nei suoi pensieri.

    Aprì la portiera della macchina e si mise alla guida della macchina e accese la radio. Direzione? Il suo parco preferito, dove custodiva tutti i ricordi d'infanzia.
    Aveva voglia di pensare, quel giorno era triste, qualcosa la rattristava, un brutto presentimento le opprimeva il cuore.
    Alla radio trasmettevano canzoni smielate che le favorivano il pensiero: si immerse nei suoi ragionamenti e da quel momento in poi sentì solo la radio e il suo cervello; vedeva solamente la strada...

    It's the air that I breathe
    It's my fall at your feet
    It is my song
    I sing when you are gone

    E' primavera diamine -pensò urlando tra se e se- dovrei essere sprizzante di energia. Cavolo.

    All my hopes and my fears (my hopes and fears)
    in this moment are clear
    you are the one (the one)
    my moon my star my sun

    Pensava alla sua vita, in solitudine, dedicata al lavoro e priva di emozioni; priva di quel mal di pancia che ti prende quando vedi una persona a te cara, quando sei agitata per qualsiasi cosa a cui tieni.
    Si stava chiedendo perchè questi pensieri le venissero in questo giorno nel quale doveva provare solo una rabbia sfrenata. Di solito, quando avevo la luna storta, provava rabbia...quel giorno era triste.

    Pensava e ripensava a cosa potesse renderla così, ma non capiva..
    Optò per uno stupido presentimento...
    E mentre quest'ultimo pensiero le sfiorava la mente, il suo SUV entrò nel parcheggio del parco, entrando con un rumore fragoroso e girando una stretta curva.
    Ad un tratto una frenata improvvisa e poi un urto.
    Emily alzò gli occhi e vide una grossa macchina davanti a lei.
    Scese dall'auto con un'aria copevole ma rimase di stuccò quando vide chi aveva davanti ai suoi occhi.

    Edited by MidnightSun* - 26/9/2010, 11:12
     
    Top
    .
  2. MidnightSun*
     
    .

    User deleted


    PERSONAGGI: Squadra BAU, Aaron/Emily, Penelope/Derek, Kimberly R.McGraw
    DISCLAIMER: I personaggi, tranne Kimberly Rafiqa McGraw & Rachel McGraw, non mi appartengono, sono di Jeff Davis. Criminal minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
    NOTE: La canzone che cito è Numb, dei Linking Park, la prima strofa.


    Capitolo 2



    Scese dall'auto con un'aria copevole ma rimase di stuccò quando vide chi aveva davanti ai suoi occhi.
    Non credette ai suoi occhi.
    Aveva appena tamponato un suo collega.
    "David che...scu...che cosa...ok..respiriamo...ok scusa...scusa per la macchina ma ero sovrappensiero e poi oggi..."
    David interruppe quello che sembrava un monologo e disse:
    "In ordine: per la macchina non fa niente, sono qui perchè ci vengo spesso da un po'. Spero sempre di trovarla."
    "Che cosa?"
    "La risposta."
    Emily abbassò gli occhi, aveva colpito nel segno: 100 punti a David Rossi, fatti al primo colpo.

    Parcheggiarono i SUV e s'incamminarono lungo i viali tempestati da fiori d'arancio: era la stagione di fioritura.

    "Tu come mai sei qui?" chiese in tono paterno David, sapendo in realtà il motivo.
    "..."
    "Risposte.", concluse David.
    "Come fai a sapere sempre i nostri pensieri?" chiese un po' allibita.
    "Li so e basta. Vi conosco bene ormai. Vai, ti ascolto."
    "Io, io..io non lo so...io...io non so più chi sono. Ed ora mi prenderai come una stupida ma una volta era diverso. Tutto era diverso. Mi bastava il lavoro e mi dedicavo completamente a lui. Ora mi manca qualcosa. Sto...sto pensando di prendere qualche giorno e..."tornare alle origini"...-accennò un sorriso...- volevo tornare qualche giorno a Roma. "
    "Io non ti dico proprio niente.Non so cosa dire, nessuno sa cosa dire in questi momenti. Ed intanto mentre noi cerchiamo le parole, la tua anima è da già da un'altra parte. Tu sai dov'è!??"
    Emily annuì.
    "Allora raggiungila".
    "Significherebbe lasciarvi per un pochino...o forse per un bel po'..." Una lacrima le scese sulla guancia, ma andò via subito, non voleva mostrare segni di cedimento.
    Ad interrompere quei pensieri ci pensò il telefono di Emily...
    "Prentiss."
    "Agente Prentiss sono Jack del piano.."
    "Si lo so chi sei, dimmi." Era spazientita, quel momento di riflessione le piaceva.
    "Da ieri sera una ragazza è venuta qui ed ha chiesto di lei." prese fiato. "Le ho detto che non c'era e lei si è piazzata su una poltrona e oggi, quando sono rientrato, lei era ancora seduta. Si è messa ad urlare ed Hotcher mi ha detto di chiamarla."
    "Hotchner!?"
    "Si."
    "Arrivo". Chiuse la chiamata, poi rivolgendosi ad Dave disse: "Tu lo sapevi?"
    "Si sapevo della ragazza, ma non sapevo di trovarti qui! A dopo Em..."
    "A dopo Dave..."
    Ed andò via, massaggiandosi un po' il collo che le faceva male a causa della botta presa con lo scontro frontale fatto con Dave.
    *

    "Allora, dov'è questa famosa ragazza?", chiese con tono minaccioso la bella agente.
    "In sala riunioni."
    "Grazie mille Jack"
    "Di niente!"
    Salì fino al piano della Behavioral Analysis Unit dirigendosi poi in sala riunioni.
    Alla vista della ragazza sgranò gli occhi e corse verso di lei per abbracciarla.
    "KIM! Cosa ci fai qui?!?!
    La ragazza appena la vide si alzò in piedi e corse ad abbracciarla.
    La giovane ragazza dai capelli rossi, alta bella e sorridente, come la ricordava Emily, questa volta era spaventata e piangeva. Indossava una maglietta viola ed una minigonna di jeans.
    "Em, la mamma, la mamma è scomparsas!."
    "Rachel è scomparsa?"
    "Si, io le avevo detto di venire da te ma lei non mi ha ascoltato!" Abbracciò l'agente e scoppio a piangere.
    Quando si fu calmata le cose divennero un po' più chiare.
    Informata Jj, la squadra si riunì.
    "Rachel McGraw, 35 anni, di Quantico; per lavoro era stata trasferita nel Massachusetts, lavorava ad Harvard. Lì studia anche la figlia Kimberly Rafiqa McGraw. Secondo quest'ultima la madre riceveva lettere minatorie da qualche settimana a questa parte; la prima risale a 3 martedì fa, secondo giorno di lavoro nella scuola."
    "Si potrebbe pensare ad un semplice rapimento per riscatto?" ipotizzò Spencer
    "Non penso, non avevano nessun motivo per portarla via, nessuna provocazione, nessun precedente penale, era una donna normale con una famiglia, un lavoro e una vita.". Hotch sembrava avere un quadro chiaro della situazione che comunicò a David con un solo sguardo. Emily osservò lo scambio di sguardi e intromettendosì in quel silenzioso scambio di idee disse:
    "Allora? Come procediamo?"
    "Garcia prendi l'elenco degli insegnanti di Harvard, poi traccia un piccolo profilo di tutti i professori scomparsi e non trovati negli ultimi mesi; vai indietro fino a 3 mesi fa. Intanto che aspettiamo prendiamoci una pausa e schiarire le nostre idee."
    Hotch annuì e la squadra uscì.

    *

    I'm tired of being what you want me to be
    Feeling so faithless lost under the surface
    Don't know what you're expecting of me
    Put under the pressure of walking in your shoes
    (Caught in the undertow just caught in the undertow)
    Every step that I take is another mistake to you
    (Caught in the undertow just caught in the undertow)

    Non sapeva se Dave si riferisse a lei però aveva ragione, doveva schierirsi le idee.
    Era entrata in una specie di tunnel, e ne doveva uscire.
    Ora la situazione era cambiata, si continuava a ripetere. Ora la sua compagna d'infanzia era stata rapita e la figlia era venuta a chiedere aiuto. Richiesta accolta, ora ci penseremo noi.
    Ed io quando penso a me? "Cavolo ci risiamo -pensò- come stamattina. Solo che questa volta è diverso, questa volta c'è Kim, c'è Rachel e c'è una famiglia da riunire."

    L'agente in quel momento riprese un po' di coraggio ma non sapeva che di li a poco qualcosa l'avrebbe sconvolta.
    A distrarla dai suoi pensieri ancora una volta fu il suono del telefono.
    "Dimmi Dave."
    "Dove sei? E' mezz'ora che ti cerco."
    "Sono, erm...sul tetto...-si lasciò sfuggire una risatina pensando a quello che aveva appena detto.- dimmi tutto"
    "Sembri allegra e...il tetto?" Chiese un po' perplesso.."In ogni caso ci sono novità, scendi subito!"
    "Arrivo" chiuse la chiamata e scese in fretta i piani che la separavano dal suo destino.
     
    Top
    .
  3. MidnightSun*
     
    .

    User deleted


    Capitolo 3



    Metre il gruppo si riposava nell'ufficio, lui era dall'altra parte del tetto, quella più in penombra, la parte più bella l'aveva lasciata ad Emily...
    Derek Morgan si alzò lentamente e guardando la città di Quantico pensò alla sua vita. Ai suoi Amici, alla sua Amica.
    Di solito noi definiamo "amici" tutte le persone con le quali abbiamo dei rapporti,che possa essere un saluto,una chiacchera,un abbraccio.
    La vera amica per lui era la reincarnazione di un Oracolo, l'oracolo più bello del mondo, biondo con le gote un po' rosse e degli occhiali vistosi poggiati sugli occhi.
    La SUA vera amica, si chiamava Penelope ed era quanto di più bello si possa desiderare.
    Il loro rapporto, fatto di battute, di scambi fulminei, di sorrisi, di momenti indelebili.
    Era dolce affettuosa, bella, sensibile, semplicemente unica.
    Intanto che pensava a Lei, il bell'agente si dirigeva verso il bar di fronte alla sede dell'F.B.I per portare un gustoso premio alla sua Bambolina.
    Intanto ricordava, ricordava momenti, istanti.
    Ricordò a quando rischiò di perderla a causa di uno psicopatico qualunque entrato per caso nella loro vita. Si, perchè Lei, per sentirsi più utile nel poco tempo libero faceva anche volontariato. Le aveva parlato molte volte di quanto lei si sentisse sola, inutile.
    Lui gli aveva detto che faceva già abbastanza di giorno e che era importantissima per tutti; di tutta risposta gli disse che alcune volte si sentiva piccola in tutto questo mondo che ci circonda, piccola, come una bambina indifesa.
    Si rammentòil discorso da lui fatto:
    "Tu non sei piccola, perchè già sei cresciuta: sei grande e giochi con il tempo e la vita-come tutti facciamo- per il gusto di vivere. Siamo tutti uniti, nessuno è lontano, siamo tutti vicini, nessuna distanza ci può separare!"
    Quella ragazza rappresentava tutto per l'agente Derek Morgan: gioia e tristezza, felicità e preoccupazioni, tutto questo perchè Lei era stata l'unica a fare breccia nel suo cuore.
    Come Lui, Lei gli aveva ricordato, in svariate occasioni, che non sarebbe mai stato da solo e così era. La distanza di un'anima gemella, di un'anima da amore, da desiderare era colmata da quella figura, da quella persona così uguale a lei
    "Ciao Bambolina.."
    "Buongiorno-disse con tono dolce- cosa ti rende triste?"
    "Niente pensavo a te, ai nostri momenti e a tutte le volte che abbiamo rischiato di dividerci"
    Penelope abbracciò Derek mentre una lacrima bagnava il suo viso, sapeva che se n'era accorto ma lo ringraziava per non averlo fatto notare.
    "Ti voglio bene, ti voglio bene per tutti i momenti in cui ci sei."
    Una vibrazione e un suono metallico che annunciava il mittente della chiamata: Aaron Hotchener."
    "Bambolina dobbiamo andare."
    "Prendo gli appunti e andiamo."

    *



    "Siete pronti miei Angeli splendenti?"
    "Dicci tutto Garcia."
    "Rachel McGraw, 35 anni, insegnante, Massachusetts. Originaria di Houston. L'unica professoressa scomparsa nello stesso giorno è Roxana Brown, nata anche lei a Houston."
    "Roxana! Lavora in Florida, alla Florida International University!!"
    "Potrebbe esserci qualche collegamento?"
    "Tracciando una linea retta più o meno obliqua possiamo tracciare un tringolo leggermente impreciso.", intervenne Reid."
    "Se la madre di Kim è scomparsa a Cambridge, l'altra vittima potrebbe essere Roxana, che lavora a Miami..."
    "A cosa pensi Hotch?"
    "Niente di sicuro per ora ma non abbiamo ricevuto ancora nessuna richiesta di riscatto, solo delle lettere minatorie. Potremmo avere a che fare con un "semplice" Disturbo narcisistico di personalità. Partiamo per la Florida. Ci vediamo in aereoporto fra un'ora."
    "Hotch, Io e Garcia abbiamo perso l'auto nell'ultima "Caccia all'S.I". Come facciamo?"
    "Morgan con Garcia, Prentiss te con me."

    *



    Esattamente 65 minuti dopo Emily si trovò davanti ai suoi occhi un capo con un sorriso smagliante.
    Cosa rara -pensò- meglio cogliere l'attimo prima che vada via...
    "Allora Hotch che pensi riguardo al caso?"
    "Rachel era una normale ragazza e da quanto emerso dagli appunti di Garcia lo è anche Roxana. Secondo me le due sono state strettamente a contatto con l'S.I, al quale hanno fatto uno sgarbo, involontariamente, era sottointeso!"
    "Quante possibilità abbiamo di poterla ritrovare?"
    "Abbastanza. Le lettere minatorie non erano particolarmente minacciose. Sembravano solo delle piccole intimidazioni. Un S.I alle prime armi."

    Era di buon umore e questo accendeva nuove speranze in Lei; voleva chiedere un mese di aspettativa per fare chiarezza sulla sua esistenza su questo Pianeta apparentemente inutile, ma le parole, nel momento in cui dovettero uscire, non uscirono.

    "Hotch, senti io volevo dirti una cosa..."
    "Dimmi pure Emily..", disse girandosi e sorridendole.

    Era così bello quando sorrideva..."Dovrebbe essere considerato una delle meraviglie del mondo"-pensò-"Quando ride assume un fascino inaspettato". Scosse la testa per mandare via quei pensieri strani sul suo Capo, ma non riuscì a dire niente.

    "Niente Aaron, volevo solo dirti che...che..oggi sei più simpatico del solito!"
    "Grazie Em.."

    La ragazza si girò per evitare di far notare quell'arrossamento che si faceva strada sulle gote pallide; era come negre l'evidenza e l'anima lo sapeva, ma la testa non lo ammetteva.

    *




    Lo splendore dell'amicizia non è la mano tesa né il sorriso gentile né la gioia della compagnia: è l'ispirazione spirituale quando scopriamo che qualcuno crede in noi ed è disposto a fidarsi di noi. (Ralph Waldo Emerson)



    "Bambolina, oggi sarò il tuo principe e il tuo fantastico cocchiere."
    "Ed io sarò la tua Cenerentola."
    L'agente le diede un piccolo bacio sulla guancia e Garcia arrossì; non riuscì a dire nessuna battutina, era completamente fuori di testa.
    "Sai -disse- ho avuto paura di perderti, spesso,perdere il tuo affetto, i tuoi abbracci, perdere tutti, per una stupida pallottola. Come farei senza di te?"
    "Bambolina te l'ho detto già detto..."
    "Lo so, è che sento che ci sono cose non dette, cose che potremmo perderci e...non voglio perdere momenti belli da quando mi sono quasi ritrovata faccia a faccia con il Signore.."
    Derek Morgan si fermò davanti alla sua auto e prendendo tra le mani il volto dell'agente le disse avvicinandosi al volto parole confortanti.
    "Non permetterò mai a nessuno ti farti del male. Promesso."

    Il migliore amico è una specie di angelo custode. È uno che ti rassicura dicendoti: "Non ti preoccupare", quando invece dovresti preoccuparti eccome. Lo immagino come uno che, se ti vede entusiasta di qualcosa che però vale poco, è capace di essere sincero e dirti la verità. E poi è uno che, se ti critica, lo fa solo quando sei presente, se non ci sei non ti attacca, nemmeno per ridere. (A un passo dal sogno)



    Edited by MidnightSun* - 26/9/2010, 11:12
     
    Top
    .
  4. MidnightSun*
     
    .

    User deleted


    CAPITOLO 4



    Quell'ora di viaggio durò più del previsto.
    Semaforo rotto all'incrocio più importante di tutta DC.
    Emily Prentiss giocava con i capelli e ogni tanto guardava il telefono.
    Aspettava una chiamata di Rachel, un messaggio, un segnale ma niente; sparita da un momento all'altro, come se non fosse successo mai nulla.
    Si conobbero per la prima volta in spiaggia, nella stessa spiaggia dove forse era stata rapita; Emily si preparava per la sua ultima notte in Florida, Rachel si era appena trasferita. La prima aveva come destinazione Roma, la seconda si sarebbe trasferita molti anni dopo.
    Si erano subito capite e comprese: Em era triste per il suo nuovo viaggio e la ragazza l'aveva consolata. Le regalò dei libri il giorno della sua partenza, dei libri molto speciali. Bach per Rachel significava la risposta a molte cose; in cima alla pilata di libri c'era "Nessun luogo è lontano".
    Dentro una dedica:


    Nessun luogo è lontano, quando l'anima è unita con quella di chi desideri ricordare. Gli interessi comuni, pensieri, vengono percepiti dalle anime distanti. Come me, Io, ti penserò sempre, rimarremo per sempre unite. Ti voglio tanto bene, la tua amica distante Rachel.



    E così fu; si sentirono per anni, poi una breve pausa, poi nacque Kim e lei diventò madrina di quella splendida ragazza dai capelli rossi.
    Kim non aveva padre e da qui nacque l'esigenza di trasferirsi di nuovo in America. Si sentiva molto legata a lei e quindi voleva starle vicino. A quei ricordi una lacrima le solcò il viso.

    "Tutto bene?..Vedrai la ritroveremo. E'...viva, ne sono sicuro. - segì una breve frase, poi riprese -Em, vogllio che tu sappia una cosa: qualunque cosa tu abbia bisogno, io ci sarò, tranquilla!"

    Emily era sconcertata: solo in pochi l'avevano mai chiamata Em, e solo in pochi si erano preoccupati così tanto di lei. Lui, l'uomo di ghiaccio era preoccupato per una sua collega. Emily aveva il cuore che batteva forte: semplice cameratismo?, cominciava a dubitarne.


    Em, Em, Em...fermati un attimo, non ti puoi innamorare di Hotch...è così freddo, apatico, insensibile e...irresistibilmente bello quando ride. Poi quel profumo...Nono..è un errore..



    "Si..sono solo un po' preoccupata."

    Lei...perchè faccio questo? Non dovrei, voglio dire, lei è una mia collega ed io sono Aaron Hotchner, l'uomo impassibile, il solido cubetto di ghiaccio che non si scioglie neanche al sole...Eppure il suo sorriso...No, cancella questi pensieri, sono sbagliati.



    "10 minuti e siamo arrivati."
    "Ok Hotch.."


    *..Intanto nella macchina attestata dietro quella del suo capo c'era David Rossi con Kim che viaggiava vicino a lui.



    "Da quanto conosci Emily?"
    "Da sempre direi, da quando sono nata; lei è stata la mia madrina e mi ha aiutato sempre, anche quando tutto quanto andava a rotoli."
    "Posso farti qualche domanda?" chiese Dave prima di continuare ad indagare nel passato della ragazza: qualunque cosa sarebbe potuta tornare utile.
    "Certamente, tu sei Dave, mi ha parlato molto di te Em."
    "Ed ha detto cose belle?"
    "Si, di tutti voi! Per lei sei molto importante, sei come un padre, sei colui che consiglia sempre e sa sempre tutto. Cosa sai di me?"
    "Ancora poco -disse ridendo- ma sei molto simpatica, spigliata e preoccupata. Perchè sei venuta da noi e non dalla polizia locale?"
    "La polizia locale non mi avrebbe creduto. Siamo nuovi e non siamo visti di buon occhio. Te, Penelope, Emily, Derek, Spencer, Jj e il signor Hotcher siete fantastici, mi siete sempre apparsi come degli eroi. Quando mamma è scomparsa ho subito pensato a Em, e poi a voi."
    Il signor Hotchner; riflettè su quel nome e David dedusse che c'era qualcosa che non sapeva.
    "Perchè lo hai chiamato signor Hotchner?"
    "Emily lo ha descritto come una persona fantastica ma duro e per niente facile da gestire...A mio parere, parere di una 18enne, c'è del feeling fra di loro..", disse poi con un viso sorridente e malizioso.
    Non rispose e sorrise guardando fuori dal finestrino.

    *



    "Allora che cosa ne pensi?"
    "Potrebbe essere un disturbo narcisistico di personalità; essendo un disturbo della personalità il cui sintomo principale è un deficit nella capacità di provare empatia verso altri individui, questo disturbo si adatterebbe bene al nostro S.I che poi secondo me..-
    "Ehi piccolo genio frena la lingua, parlavo del vestito dietro il sedile..."
    Era giunto il momento, la piccola Jj, la graziosa Jj, si stava per sposare e Spencer era spiazzato da questo pensiero.
    "E' molto bello soprattutto il pizzo che ha origine nel lontano..."
    Ancora una volta non finì la frase..
    "Fermati SuperQuark delle mie tasche...bastava mi dicessi che è bello!"
    Si girò e gli sorrise come solo Lei sapeva fare; ancora una volta ne rimase meravigliato e ancora una volta avrebbe voluto farla sua.

    E non c'é pietà per chi non crede e si convincerà che non é solo una macchia scura, il cielo.

    Renato Zero, Il Cielo



    Il jet della BAU solcava il cielo in direzione Florida. Quel mare cristallino stava per accogliere nelle sue acque un male profondo.

    Penelope Garcia guardava il cielo quando venne scossa dal richiamo tempestivo di Hotch, che voleva fare il punto della situazione.

    "Atterragio verso le 16.00. Stiamo pensando che l'S.I abbia un disturbo della personalità. Le due donne scomparse avevano preso la cattedra di un altro insegnante in rispettive classi diverse. Che cosa hai trovato su quest'uomo Penelope?"

    "Anthony Bennet, 36 anni, diverse cattedre di lettere e giurisprudenza in vari Stati; unendo le sue ultime tre cattedre da cui è stato cacciato si può vedere che il triangolo da noi...anzi voi, ipotizzato è giusto! Bravi miei bei ragazzi!". Penelope, quel raggio di sole che li illuminava anche quando pioveva.

    "Piano d'azione?" disse Derek con enfasi.

    "Sfodereremo il nostro fascino da attori.." rispose Dave non finendo la frase; a finirla ci pensò Hotch.

    "Non sapendo di preciso contro chi si accanisca il nostro S.I, ma sapendo che prende di mira solo gli insegnanti nuovi -è solo un caso che siano scomparse due prof.sse delle sue materie- ognuno di noi prenderà un indirizzo.
    Distribui un foglio giallo ad ognuno:
    Derek Morgan: College of Education
    Penelope Garcia: College of Communication and Information
    Emily Prentiss: College of Human Sciences
    Aaron Hotchner: College of Law
    David Rossi: College of Criminology and Criminal Justice
    Jj: College of Social Sciences and Public Policy
    Spencer: College of Arts & Sciences.

    Sotto era presente una piccola noticina che portava la calligrafia di Jj: la scuola ha un'unica entrata che porta a dei grandi corridoi. Sopra l'entrata di ogni corridoio è presente il nome del College. Ogni corridoio sfocia in un'uscita a sua volta comunicante con i dormitori.

    Entusiasti dei propri comandi, ritornarono ai loro posti.
    Dave e Hotch si misero uno di fronte all'altro per discutere ancora del caso.
    "Perchè hai messo Prentiss nel corso di Scienze Umane? Tu me lo insegni!, Em è più brava di me con gli adolescenti ormonali!"
    "Non voglio che le succeda niente, probrabilmente se l'avessimo messa in un corso legato alla legge sarebbe stata più soggetta a pericoli. Non deve succedergli nulla!"


    Mi sono esposto, diamine!
    Aspetta Aaron, esposto a cosa? Te non hai nessun legame con Emily; o forse si? Forse no...Cavolo!



    "Ok, sono d'accordo."

    Si è esposto finalmente! E' più di un mese che lo studio! Aspetto solo che tu me lo dica caro il mio Aaron e poi sarai fritto come una patatina del McDonald. Ti serve una compagna e voi siete fatti per stare insieme, anche se non ti sembra.



    Proseguirono piccole turbolenze e poi un atterraggio perfetto.


    Quanti amori, conquistano il cielo
    perle d'oro nell'immensità
    qualcuna cadrà, qualcuna invece il tempo vincerà
    finché avrà abbastanza stelle, il cielo. Renato Zero, Il Cielo

     
    Top
    .
  5. MidnightSun*
     
    .

    User deleted


    Pioveva, come a Quantico.
    Faceva caldo però, come a Roma.
    C'era tensione, come il primo giorno di scuola.
    C'era rabbia, come quella che non ci dovrebbe essere dato che indagavano su un caso federale; prima regola dell'F.B.I., non fare dei casi, un fatto personale.
    Perfetto, prima regola infranta...

    <<buongiorno, sono Aaron Hotchner, capo dell'unità.>>
    <<molto piacere. Le premetto subito alcune cose. Prego mettetevi comodi. Allora..voglio regolarità nelle lezioni e non voglio sconvolgimenti di programmi. Se dovete restare sotto copertura lo accettò ma non voglio paura che dilaga spensierata per i miei corridoi universitari.>>
    <<tutto chiaro.E' tutto?>>
    <<buon lavoro.>>

    ...

    <<adolf Hitler con i suoi pastori tedeschi vicino faceva meno paura di quella tizia...>>, commentò in modo poco carino, prendendo sotto braccio Derek, la bella agente Penelope.
    <<ragazzi non voglio questi commenti...per lo meno non davanti alla presidenza!>> e poi si lasciò sfuggire una risata che lasciò tutti di stucco.

    Passarono lungo i corridoi e non videro nessuno. Poi capirono che c'era una riunione nell'aula magna.
    Un ragazzo sulla trentina un po' effemminato e molto sorridente andò loro incontro.
    <<voi dovreste essere i nuovi agen...-poi tossì-professori. Vi porto subito nelle vostre camere.>>
    <<mi scusi, lei sa chi siamo noi?>> interloquì poi Derek.
    <<sono il segretario generale del College, vi farò da guida e da mentore per quanto riguarda la burocrazia e cose varie. TRanquilli, non dirò nulla. I signori mi vogliano seguire?!>>. Aveva l'aspetto di un cameriere più che di un segretario generale,sia nei modi che nel carattere. Molto servizievole, moro, alto, snello e occhi azzuri. Gli mancava solo la simpatia (che ancora doveva uscire fuori) per renderlo perfetto. Alfred Losiczko era il segretario della scuola da quando aveva 25 anni. ora ne aveva 35. Aveva dato la vita per quella scuola e ne andava fiero. Era amato da tutti, rispettato e anche temuto. Amato per la sua disponibilità, rispettato per l'impegno che metteva nel suo lavoro, temuto perchè con lui non si scherzava, se una cosa non si poteva fare, con lui non c'era possibilità di farlo.

    <<le vostre stanze sono dislocate a coppie in quattro corridoi. Potrete raggiungere le camere di ogni singolo memrbo della squadra con 2 minuti d'orologio. Allora alla camera 1 il signor Read e la signora Jereau. Alla due il signor Rossi e Prentiss, la tre al signor Morgan e alla signorina Garcia. La restante al signor Hotchner.>>
    <<mi scusi -proruppe con la voce un po' tremolante Reid- ma le camere sono ehm..come dire..matrimoniali?!>>
    <<oh, Dottor Reid, questo non è un albergo -disse ridendo Alfred- sono due camere comunicanti ma con entrate separate. Letti ad una piazza e mezza, niente matrimoniale..>> prese fiato poi riprese <<se mi volete seguire vi porto alle camere.>>
    <<un attimo, vorrei spostarmi nella camera singola, lascio la "doppia" o che dir si voglia, al signor Hotchner. Per il resto facciamo da soli, non si preoccupi, grazie mille.>>
    <<allora vi lascio una cartina, qualunque cosa, chiami, il mio numero d'ufficio è scritto qui sopra.>>. Detto questo lasciò la cartina e si congedò ancheggiando un po' a destra e a sinistra.

    Cinque minuti e tutti quanti si indirizzarono verso le loro camere. Le ultime parole sussurate da Hotch furono un "te la farò pagare Dave" poi si separarono lasciandosi andare ad una risata.

    Ma non ci fu pace per loro. Un urlo agghiacciante proveniente dal loro corridoio che chiedeva aiuto. Il tempo di predere le pistole dalla fondina e erano già davanti alla porta della ragazza che urlava. Quando aprirono lo spettacolo che si presentò davanti ai loro occhi fu spaventoso.

    Il loro S.I era li. Con un ghigno cattivo, malvagio.

    Walking through life unnoticed
    Knowing that no one cares
    To consume and then masquerade
    No one sees her there
    And still she sings



    (Everything Burns-Anastacia ft Ben Mody)

    Edited by MidnightSun* - 5/9/2010, 18:39
     
    Top
    .
  6. MidnightSun*
     
    .

    User deleted


    CAPITOLO 7



    PERSONAGGI: Squadra BAU, Aaron/Emily, Kimberly R.McGraw, Preside DeCarolis
    DISCLAIMER: I personaggi, tranne Kimberly Rafiqa McGraw, Rachel McGraw e la preside DeCarolis, non mi appartengono, sono di Jeff Davis. Criminal minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
    NOTE: La canzone che cito è PEr tutta la vita, di Noemi. Le parti in rosso sono flussi di coscienza.

    *



    Un urlo.
    Un grido di dolore.
    Uomo, o forse ragazzo.
    Prima che il terrore si dilagasse nei corridoi, si dilagò nei cuori dei profiler; avevano particolarmente a cuore la situazione.
    In un secondo, con un solo sguardo, gli agenti si posizionarono davanti all'entrata della biblioteca; proveniva da lì il grido di paura.
    Gli agenti si divisero e si posizionarono davanti le due entrate della biblioteca.
    Divisi provarono ad aprire le due entrate, ma erano chiuse a chiave.
    Si posizionarono allora Derek e Hotch, pronti alle loro spalle Emily e Reid.
    Aprirono con un calcio la porta ed i primi che entrarono furono coloro che guardarono le spalle.
    Quello che videro fu sconcertante; libri sparsi ovunque, un pezzo di maglietta strappato, un tagliacarte e Kimberly la quale corse subito ad abbracciare Emily.
    "Cos'è successo? Kim, guardami, Kim! Di chi era l'urlo!?"
    Era confusa, shoccata e spavantata.
    "Era dell'S.I, mi ha detto che mi avrebbe preso, ma non avevo con me la pistola quindi quando si è mosso verso di me, mi sono chinata e...ed ho afferrato la prima cosa che ho preso! Ed è stato un tagliacarte, è li per terra! l'ho preso di striscio su un braccio."
    "La pistola?!"
    Kimberly imprecò, poi chiese a Hotch e Emily di parlare in privato in corridoio.
    Si sederono e l'agente speciale Hotchenr le offrì una cioccolata calda.
    "Allora Kim, mi vuoi spiegare cosa è successo?" interloquì Hotch.
    Kimberly prese fiato poi stringendo fra le mani la tazza spiegò:
    "Ormai è inutile fingere, ma sappiate che dovevo e ve ne chiedo scusa, scusa per avervi mentito e creato così tanti disturbi. Circa 21 anni fa, poco dopo che Em se ne andò dalla Florida, mamma venne chiamata per una missione da agente infiltrato. Su tutti i database mondiali mia madre è schedata come insiegnante e quello, per loro, è l'unico lavoro che ha fatto. Come ben sa anche Emily, fino a circa 10 anni, mia madre lavorava insieme al suo patrigno come agente sotto copertura; veniva inviata quando a rischio c'erano delle famiglie. Così l'F.B.I pensò di richiamarla e così fece. Poi nacqui io e mia madre si era stabilita troppo bene in quell'ambiente finto quali quello dello spionaggio e missioni varie. Da qui nasce il problema della mia sicurezza e della pistola; ne ho sempre nella fondina e vado regolarmente al poligono. Ho la lincenza da un anno; l'ho presa prima di prendere la patente. Così oggi sentendomi sicura sono andata in biblioteca senza pistola e sono rimasta fregata."
    Emily era sconvoltae fu congedata da Hotch il quale rimase da solo con la ragazza. Le disse che andava tutto bene e capiva perfettamente la sua situazione, sia la sua sia quella della madre.
    Gli disse di ricordare qualche particolare e lei glieli disse. Occhi bruni, capelli neri, ricci, alto magro, atletico. Profumo di Calvin Klein.
    "Come fai ad esserne così sicura?"
    "Sono allergica a vari profumi, anzi marche. A causa di questo il mio naso da piccola ascoltava molti profumi...io sono allergica ai Ck."
    "Bene, ci sarà d'aiuto."
    Poi si alzò e girandosi poi verso la ragazza sentenziò così:
    "Un'ultima cosa: ad Emily ci penso io."
    Di tutta risposta la ragazza ribattè:
    "Un'ultima cosa: Just, Cavalli...buon profumo...ad Em dovrebbe piacere molto il tuo profumo."

    *



    "Esplode il cuore, distante anni luce fuori da me[...]
    Le solite scuse, le solite storie, bugie, speranze a volte l’amore, mi guardo allo specchio, mi trovo diversa, mi trovo migliore...
    Un nuovo anno che passa, un nuovo anno in salita, che senso di vuoto che brutta ferita...[...] <<noemi, Per tutta la vita.>>".



    La trovò seduta là, su una panchina in marmo, china su un bicchiere di cartone dello Starbucks ogni tanto intenta a guardare il parco davanti a lei.
    C'erano ragazzi con i loro notebook, con le loro ragazze, bici, palloni e Ipod e lei era lì sola, e lui era a pochi passi da lei con una voglia matta di abbracciarla, di stringerla e di dirle che andrà tutto bene; e come se lei lo avesse sentito si fece un po' più in là e si confidò sottovoce guardando fisso davanti a lei :
    "Aaron stavolta non mi dire che andrà tutto bene. Diamine! Mia nipote ha una pistole vicino al fianco destro, la mia migliore amica è un agente infiltrato e...


    l'uomo che amo è dietro di me ed io non posso averlo. Non dirlo Emily! Ferma! Rovineresti tutto! Ora prendi fiato e trova qualcos'altro da dire!



    e..e..io non so che fare. Un anno fa non sarebbe andata così: sarei stata più dura meno esposta al caso; ora è diverso tutto cambiato. " Confessò cacciando fuori l'aria prima inspirata.

    Lui si avvicinò le cinse con un braccio al schiena e prima di potersene rendere conto le diede un bacio sulla guancia.
    "Andrà tutto bene perchè Rachel e Kim non sono due sprovvedute, perchè tu non sei sola, perchè ci sono io e poi ci sono gli altri e perchè anche questa volta cattureremo i cattivi. Anche questa volta l'ho promesso a voi e a Jack ed io le promesse le mantengo."

    "Aaron, cavolo, Aaron! Le hai dato un bacio, cavolo, cavolo, diamine Aaron ma che ti è saltato in mente?! Ecco ora hai rovinato tutto! Cavolo non le potevi solo chiedere cosa è cambiato!? Bravo, bravo! Vuoi una standing ovation!? Ecco ora si alza e va via..oddio si sta solo appoggiando a te, sta solo accogliendo il tuo abbraccio, piangendo! Bravo Hotch, bel colpo!"



    *



    Ore 17.50 - Ufficio della signorina Hitler, alias la preside - breve colloquio con la signora.

    "Mi dica signor Rossi."
    "Buona sera signora DeCarolis; la volevo solo informare che A, le porte della biblioteca sono state buttate giù, B, la signorina Kimberly Rafiqa McGraw, figlia di Rachel McGraw, è in possesso di un'arma da fuoco, C, ha la nostra autorizzazione per l'uso qualora sia necessario, D, non ammettiamo scambi di opinioni. Abbiamo deciso così e dirigente Strauss è d'accordo. Buona giornata." Si concedò poi lasciando di stucco lei.

    "Veloce ed indolore?" Esordì Derek
    "Si -disse ammiccando un sorriso- veloce ed indolore.
    La conversazione fu interrotta dal cellulare di Garcia:
    "Dio Greco, ci sono novità sul tessuto strappato; chiama tutti e falli venire ehm...eeh..in camera mia!"
    "Grazie dolcezza, dieci minuti e siamo da te."

    *

    C'era profumo di amore in quella giornata di primavera, e c'era odore di paura in quella giornata di primavera.




     
    Top
    .
  7. MidnightSun*
     
    .

    User deleted


    Capitolo 8



    DISCLAIMER: I personaggi, tranne Kimberly Rafiqa McGraw, Rachel McGraw e la preside DeCarolis, non mi appartengono, sono di Jeff Davis. Criminal minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
    NOTE: La canzone che cito è Fight For This Love di Cheryl Cole. Le parti in rosso sono flussi di coscienza.

    Ringrazio tutti per aver aspettato e mi scuso per l'assenza di capitoli in questo tempo prolungato, ma ho avuto parecchi impicci...Spero vi piaccia...

    *



    Too much of anything can make you sick
    Even the good can be a curse
    Makes it hard to know which road to go down
    Knowing too much can get your hurt



    "Bambolina, hai chiesto di vedermi?"
    "Ciao Dolcezza, si...ci sei solo te?"
    "Si, certo, come mi avevi chiesto. Dimmi tutto."
    "Ho fatto tutto quello che mi avevate chiesto, anche se non mi piaceva, ma sapete che per la famiglia si fa tutto. Ecco, perfetto. Io...non penso che dovremmo seguire questo caso. Penso che dovremmo lasciar perdere."
    "Cosa hai scoperto, Amore?"
    "Anthony Bennet non è un professore. Anthony Bennet è un agente sotto copertura come Rachel. Ha avuto vari incarichi e prima di esserlo era un cecchino della SWAT. Non penso sia un caso della BAU."
    "Bambolina devo chiamare gli altri."
    "Emily no."
    "Perchè?! Ha il diritto di sapere."
    "Sapere può fare male. Ha tempo per sapere. L'importante è che ora si decida il da farsi."

    Cinque minuti dopo Hotch Dave e il resto della squadra era lì.

    Penelope si alzò ed espose la situazione.
    "Garcia, come hai scoperto queste cose?!"
    "Infiltrandomi un po' dapperttutto Hotch. Io...non lo so...Io...preferirei lasciaste perdere.."
    "Cosa dici?! COME TI VIENE IN MENTE UNA COSA DEL GENERE?"
    "HOTCH è UN CECCHINO! CHISSA' CHE INTRIGHI CI SARANNO SOTTO! IO HO PAURA. ADORO EMILY MA SE LE DOVESSE SUCCEDERE QUALCOSA, IO NON MI DAREI PACE! "
    Hotch diede uno sguardo a Derek che capì subito.
    "Vado a parlare con Emily" proruppe poi Dave. Hotch acconsentì.
    "Garcia voglio un resoconto di tutte le attività di questo bastardo. E' nostro il caso. E se vuoi una motivazione te la fornisco subito. C'entra Emily, e questo mi basta. Al lavoro."
    "Tu che farai?!"
    "Lezione, mi tocca."

    *

    Una volta che tutti quanti uscirono, Derek svolse il suo compito.
    "Bambolina che ti succede?"
    "Ho paura! Ho paura per te, per Hotch, per la piccola Kim, per Em...per tutti. Questa è roba da dipartimento federale della marina o che ne so io..per altri! Che c'entra il BAU!?
    Se vi succedesse qualcosa?! Se vi sparasse a distanza!? Potrebbe succedere a tutti. E perchè ha rapito l'altra insegnante?! Ho paura, Dolcezza."
    "Piccola, è comprensibile, ma ricordati che la vittima è un'amica di Emily, è una parte di lei. Abbiamo sempre rischiato, per tutto o per tutti. Voglio rischiare anche per lei. E giuro che se solo prova a torcerti un capello, lo ammazzo con le mie mani. Lo sai che fine ha fatto il tuo ultimo aggressore. Tranquilla. Ha rapito l'altra insegnante perchè è pazzo. Non penso c'entri qualcosa. E' pazzo. Rimane sempre il nostro S.I. solo che è un ex cecchino, e rimane un agente federale sotto copertura. Rimane sempre fuori di testa. Viene qui, Dolcezza!"
    Si strinsero in un abbraccio, poi tornarono ai loro lavori.

    *

    La cosa non andava a genio a Dave. Aveva detto ad Emily che per qualunque cosa ci sarebbe stato. Non capiva perchè doveva scaricare una cosa del genere sulle sue spalle.
    "Hotch, scusa ma non condivido."
    "Cosa non condivideresti?"
    "Mi stai scaricando un TUO problema sulle MIE spalle. Mi spieghi perchè non glielo dici te?!
    "Non mi sembra così grave. Si ok, ho detto che le sarei stata sempre vicino, gliel'ho ripetuto sempre in queste settimane...ma non me la sento. E poi non è un dramma se non glielo dico io. Non è questione di vita o di morte!
    "Se vuoi stare vicino alle persone, devi stargli vicino in tutto e per tutto. Non puoi solo fare solo finta. O sei un amico o non lo sei.

    Detto questo se ne andò lasciandolo di stucco, lì, da solo.
    *

    Bussò lievemente alla grande porta di legno, poi fece uscire i ragazzi, ultima, uscì Lei.
    "Ti devo parlare. E' importante. Abbiamo notizie su Bennet. Vuoi le notizie secche o notizie un po' più soft.?"
    "Secche,preferisco" L'adrenalina le saliva nel colpo, in cuor suo sapeva che non era niente di buono.
    "Bennet è un ex cecchino della SWAT. E' un agente sotto copertura. E' pazzo. Probabilmente ha rapito Rachel per motivi che ci sfuggono. Bisogna controllare Kim. E te. Soprattutto te. Potrebbe pensare che anche te sei coinvolta." Girò i tacchi e se ne andò. La lasciò così, da sola, in preda alla rabbia e alla disperazione.

    Era assurdo tutto questo. Era un misto di situazioni in quel momento. Doveva dirlo a Kim ora. Come avrebbe fatto? Doveva parlare con Hotch.

    Si certo, Hotch. Bella roba mandare Dave. Complimenti. Bel cretino. Ed io che ci vado pure dietro.



    Le lacrime ora corrono veloci, e non si fermano.

    "Perchè non me l'ha detto lui?"
    "Dice che non se la sentiva."
    "Io, nei suoi panni, me la sarei sentita."

    *

    Durante il pomeriggio Emily aspettò una sua parola messa lì, per consolarla, per starle vicino, per farle sentire che non era sola. Niente.

    *
    Nel frattempo nell'ala di Legge...

    "Capitolo XI. Model Penal Code."

    "L' MPC è un testo di legge che è stato sviluppato dall'ALI, nel 1962. Il Reporter capo del progetto era Herbert Wechsler. La forma attuale del MPC è stata aggiornata nel 1981.
    Qual'è la caratteristica principale?...Te, terza fila, nome?"
    "Daniel Board. Una delle caratteristiche principali è Una delle caratteristiche principali del MPC è il suo uso di standard mens rea (mente criminale) i termini per determinare i livelli di stati mentali, proprio come l'omicidio è considerato più grave se fatto intenzionalmente e non accidentalmente. Questi termini sono (in ordine decrescente) "di proposito", "consapevolmente", "sconsideratamente", e "per negligenza", con un quinto stato di "responsabilità oggettiva".
    "Molto bene, Daniel. E vediamo se sei intelligente oppure fai solo finta di esserlo. Un agente federale rapito da un uomo non capace completamente di intendere e di volere, anch'esso un federale sotto che ordine lo poni?"
    "Responsabilità oggettiva, per me."
    "Potrebbe."

    Ancora due colpi che interrompono le lezioni mattutine.

    "Professor Hotchner potrebbe uscire un secondo?!"
    "Certamente, ragazzi ci vediamo domani. Buon pomeriggio."

    Poi la fece entrare, lui si mise seduto lei invece cominciò ad urlare.

    "COME DIAMINE TI VIENE IN MENTE DI MANDARE I DELEGATI PER DIRMI CHE SONO IN PERICOLO EH!? è UNA SETTIMANA CHE SALTI LE LEZIONI, PROPRIO OGGI DOVEVI ANDARE?! MA GUARDA UN PO'. COS'E' POI QUESTA STORIA CHE ANDIAMO VIA!? COS'E'!? E' TROPPO DIFFICILE IL CASO!"
    Urlava come mai aveva fatto.
    "Emily ti posso assicurare che il caso non verrà abbandonato...Per quanto riguarda il fatto che non ti ho detto io la notizia bhè...non so che dirti. Mi dispiace...non pensavo ci tenessi così tanto, voglio dire non gli davo così tanta importanza!"
    Emily alzò le mani al cielo e con uno sguardo furioso poggiò le mani sulla cattedra e si avvicinò con il viso a lui, continuando ad urlare.


    Non lo riteneva importante eh...bene! Diamine! Fortuna che mi doveva stare sempre vicino, che mi consolava, fortuna che mi aveva detto che lui ci sarebbe stato! Pensa se non l'avesse detto! Mi doveva dire che un cecchino mette in pericolo la vita di una parte della mia famiglia, e non lo ritiene importante...Ma ora mi faccio sentire. Se deve fare così, preferisco l'Hotch che non rideva mai. MAI.



    "MA CHE DIAVOLO TI FRULLA IN TESTA ULTIMAMENTE?! PRIMA FAI L'AMICO CON TUTTI, DICENDO CHE CI SARESTI SEMPRE STATO NEI MOMENTI DIFFICILI, E POI!? QUANDO SERVI!? NON TROVI 5 MINUTI!? MI DOVEVI DIRE CHE UN PAZZO METTE IN PERICOLO LA VITA DI UNA PERSONA A ME CARA E AVERE UNA PERSONA CHE MI CAPISCE, MI SAREBBE SERVITO." Poi riprese fiato e staccando la presa sui suoi occhi disse. "Non mi ha fatto male il fatto che non me l'hai detto te, ma che poi te ne sei fregato."

    Is it better is it worse?
    are we sitting in reverse?
    It’s just like we’re going backwards (backwards)
    I know where I want this to go
    We’re driving fast but let’s go slow
    What I don’t want to do is crash, no

    Poi cinque minuti, per far scorrere il mondo, le loro vite, le loro menti, per buttarsi alle spalle gli avvenimenti di tutto quello che li circorconda , per essere solo loro.

    Un minuto per ritrovarsi.
    Un minuto per avvicinarsi.
    Un minuto per pensare.
    Un minuto per un bacio.
    Un altro per un colpo di pistola.

    E poi tutto normale. Il mondo, le loro vite, le loro menti, gli avvenimenti di tutto quello che li circonda, di nuovo tutto questo che si insinuava nella loro vita. Di nuovo.


    Just know you’re not in this thing alone
    There’s always a place in me
    that you can call home
    Whenever you feel like we’re growing apart
    Let´s just go back back back back
    back to the start, oh

    Anything that´s worth having
    Is sure enough worth fighting for
    Quit is out of the question
    We make a stop gotta fight some more

     
    Top
    .
  8. MidnightSun*
     
    .

    User deleted


    DISCLAIMER: I personaggi, tranne Kimberly Rafiqa McGraw, Rachel McGraw e la preside DeCarolis, non mi appartengono, sono di Jeff Davis. Criminal minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
    NOTE: La canzone che cito è One day in your Life di Anastacia. Le parti in rosso sono flussi di coscienza. Gli autori delle citazioni sono diseguito ad essa.

    *



    Capitolo 9

    *



    Se dall'amicizia all'amore c'è la distanza di un bacio (Anonimo) , allora quei giuramenti, quei profumi, quei baci infiniti, rinasceranno (Charles Baudelaire ), perchè il bacio è un dolce trovarsi dopo essersi a lungo cercati (Anonimo).


    Un minuto per ritrovarsi.
    Un minuto per avvicinarsi.
    Un minuto per pensare.
    Un minuto per un bacio.
    Un altro per un colpo di pistola.

    Hotch prese la collega e la spinse violentemente a terra, poi estrasse la pistola e con polso fermo, caricio d'odio, sperò un colpo, rompendo il restande della vetrata.
    Poi si fermo ad osservare.
    C'erano vetri, vetri sparsi dappertutto, che lui associò ai suoi pensieri.
    Incredibile, l'aveva baciata, piano, dolcemente. Voleva ritrovare l'anima perduta, semplicemente ritrovarsi.

    Emily si stava massaggiando la spalla, che aveva urtato contro il pavimento dietro la cattedra quando il colpo, da poco sparato, aveva sfontado la vetrata del campus.
    Emily Prentiss, mai avrebbe pensato che, in quella folle avventura in Florida, Hotch avrebbe assunto quel significato speciale.
    Emily Prentiss era stufa di dover dare spiegazioni a se stessa agli altri, si voleva solo prendere del tempo per, con qualcuno vicino a Lei, possibilmente.

    Hotch le diede una mano a rialzarci poi la fece andare in camera dicendogli che poi stasera, avrebbero parlato.

    Uscirono insieme, guardando davanti a loro, cercando di non dare troppo nell'occhio se solo ce ne fosse stato bisogno. Il corridoio era buio, silenzioso.
    In un secondo poi tutto nero; furono tramortiti e rapiti.

    Il resto della squadra non ci mise molto a capirlo: Hotch non era tipo da non rispondere per più di due volte al telefono e lo sparo che avevano sentito attraverso la ricetrasmittente non li aveva di certo tranquillizzati. Aspettarono quindi ancora mezz'ora e poi, non trovando neanche la collega si riunirono nella camera di Garcia la quale, sotto indicazione di Rossi, aveva già fatto delle ricerche.

    "Ragazzoni miei vi lascio questi fogli e la parola al nostro bel profiler." esordì Penelope.

    "In questa foto vedete la moglie dell'S.I e la sua amante. Seguendo una teoria completamente diversa possimao ipotizzare un'associazione di immagine che scatena rabbia nell'S.I.
    La prima signora, la moglie, assomiglia molto alla signora McGraw, mentre l'amante assomiglia molto all'altra vittima. Sentendo le testimonianze di alcuni amici l'S.I è stato lasciato sia dalla moglie che dall'amante e in seguito ad una crisi di nervi avuta in classe è stato anche licenziato.
    A questo punto le nostre due vittime si sono trovate faccia a faccia con un pazzo e i nostri due colleghi cominciavano o a sapere troppo o diventavano di intralcio. E' probabile che, avendo scoperto la vera identità di Rachel, abbia avuto un attimo di pazzia ma non mi convince. Lui vuole solo vendicarsi."
    "Come procediamo Rossi"
    "Derek te interroga, fra una lezione e un'altra, gli amici. Garcia indaga ancora sulla vita di questo verme. Jj tu prendi una cartina dettagliata di tutto il campus, non può essere andato lontano con due corpi. Probabilmente ha stordito Emily e condotto a forza Aaron. Spencer, studia la carta e tracciami masimo 3 posti in cui possono trovarsi. Ci rivediamo fra 3 ore."

    *

    Quando Emily si svegliò d'istinto cercò di liberarsi dalla posizione in cui era ma si accorse che non era legata: era solo seduta su una vecchia sedia malandata.
    Alzò la testa spostando una ciocca di capelli sporca di sangue, ma non era suo, lei non era ferita; cercò di alzarsi ma la testa le girava e alllora rimase seduta con la testa fra le mani convinta che prima o poi sarebbe uscita.
    Si chiedeva dove fosse la sua amica, in quale cella era stata imprigionata ma, principalmente il suo il suo pensiero era rivolto ad Aaron...

    I know
    that's just it goes
    and you ain't right
    for sure
    you turned your back on love
    for the last time
    it won't take much longer now
    time makes me stronger, way
    there's nothing more to say ♫♫



    Quando ero più giovane consideravo i baci prove d'amore, ma ora sono cresciuta.
    Hai voltato le spalle all'amore 3 anni fa, perchè ora vuoi spalancare le porte a questo sentimento?
    Perchè vuoi ferire me?
    Molte donne ti vengono dietro?
    Perchè proprio io?
    Perchè in questo momento, così difficile, te sei l'unico che sento mi capisce veramente?
    Non capisco e non capisco nemmeno cosa mi hai fatto. Sei importante e non voglio perderti. Se solo avessi tempo per pensare...per pensarti.


    Chiuse gli occhi e fece scendere una lacrima.

    Poi come se non bastasse il tempo per far straziare il suo cuore sentì la sua voce e quella di Rachel.
    Aaron stava convincendo l'S.I a buttare la pistola ma lui, ancora più innervosito fece partire un colpo.

    La donna si aggrappò alle sbarre della sua cella ed urlò quanto più poteva forte, il nome del suo amico, amante e collega, piangendo, perchè quella situazione superava di gran lunga la soglia di resistenza della sua psiche.
     
    Top
    .
  9. MidnightSun*
     
    .

    User deleted


    DISCLAIMER: I personaggi, tranne Kimberly Rafiqa McGraw, Rachel McGraw e la preside DeCarolis, non mi appartengono, sono di Jeff Davis. Criminal minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
    NOTE: La canzone che cito è Il linguaggio della resa di Tony Maiello. Le parti in rosso sono flussi di coscienza. Gli autori delle citazioni sono diseguito ad essa.

    Capitolo 10

    "Dave scusa, potrei parlarti un secondo?"
    "Derek, in questo momento non posso."
    "E' urgente."

    Uscirono dalla ''base operativa'' ed entrarono nel SUV.

    "Che diavolo hai in mente di fare Dave? Di tenere nascosta a noi, che simao profiler, il vero stato dell'S.I? Sai benissimo che il profilo che hai fornito non è completo. L'hai solo detto in parte. L'S.I non sta degenerando, è già degenerato. Sai benissimo che è diventato più aggressivo."

    "Questi sono affari miei. Tu non sai niente, non hai capito niente."

    "Che cavolo stai dicendo Dave!? Che diavolo stai dicendo? Sappiamo fare bene il nostro lavoro, per quale dannato motivo li stai tenendo all'oscuro dello stato mentale di quel malato celebrale?"

    "Perchè è giusto così; se sai tutto allora sai bene che potrebbero essere già morti. Associa chi rapisce a chi l'ha ferito e si vendica. C'è qualcosa di più terribile?! Se si sapesse tutto entrerebbero in panico e non si farebbe più niente."

    "Non sono d'accordo Dave"

    "Questi, sinceramente, sono affari tuoi. Non mi interessa niente. Ora vai a fare il tuo lavoro. Ti rimangono pochi minuti."

    DEtto questo Derek uscì e si catapultò dal suo Oracolo di Quantico.

    "Penelope, trovato niente?"
    "Niente di niente. E' come un'ombra. Morgan." Enfatizzò molto il suo nome.
    "Perchè niente battutine, principessa?"
    "Potrei fare la stessa domanda, Adone."
    "Litigata violenta con Dave."
    "Immaginavo...vi ho visti uscire...Quando vorrai ci sarò..SEMPRE"
    "Ti voglio bene, Principessa."
    Uscì ma fece qualche passo indietro e le diede un bacio sulla testa, facendola arrossire.

    Quell'amicizia, per loro due, era tutto ciò che di più bello c'era...

    *



    Stava gridando con tutte le sue forze, come una madre che si vede strappare il figlio dalle proprie mani, come una donna che si vede strappare in cuore dal petto.
    Era annebbiata dalla stanchezza, dalla botta in testa e dalla morfina iniettatale.
    Era in ginocchio davanti alle sbarre aggrappata con tutte le sue forze, come se quell'ostentazione di forza facesse capire al suo S.I chi avesse di fronte.
    Non sapeva come stava colui che aveva contribuito a far ri-battere il suo cuore, dov'era e con chi era.

    C'era una sola finestrella da cui penetrava l'odore dolce e un po' fastidioso della primavera.
    Pensava a tante cose Emily...tante cose tristi dolci e negative.
    Perchè ultimamente in queste tre cose trovava un connubio indissolubile, come se le cose tristi, che sono per forza di cose quasi sempre negative, siano per qualche verso anche dolci.
    In una parola ricordava.
    Che cosa?
    Ricordi: si perchè i ricordi sono tristi dolci e negativi. Perchè tanto finisci sempre per pensare alle cose iniziate bene e finite male.
    In linea con questo pensierò disse a se stessa: "Allora ricorderai questa bella avventura!"
    Intanto pensava alla squadra e si chiedeva se loro l'avrebbero mai ritrovati.


    *



    Dall'altra parte, Hotch, sanguinante da una spalla, dopo aver imprecato per una buona mezz'ora, si sedette a pensare...


    Lui è lì e ricorda
    sente la sua assenza
    sveglio da più di un'ora ripensa a lei ancora
    che l'abbracciava forte
    durante quella notte di neve e di luce
    L'orologio non gira
    lo stereo non suona
    tutto ora riposa nella sua stanza vuota
    si chiude così una storia
    com'è strana questa notte perchè
    lei non c'è
    Il tempo cambia ti spezza e ti lega



    L'aveva sentita urlare il suo nome e lo stomaco si era chiuso.
    Niente dolore.
    Niente tatto.
    Niente olfatto.
    Niente vista.
    Solo udito che gli faceva percepire quella voce rotta dal pianto, riproposta a mo' di eco per un numero infinito di volte.
    Poi quando l'eco smise di tormentarlo ritornò a sentire dolore, un dolore lancinante, allo stomaco, non alla spalle; un dolore di preoccupazione, di tensione, di sfinimento.
    Ripensava a suo figlio e si sorprese di non ripensare alla sua ex moglie. Preferiva pensare ad un'altra donna, a lei, a Emily, a Lei che gli aveva fatto battere il cuore dopo tre anni di separazione.
    "Era ora" pensò "che trovassi un'altra donna...Sai quanti ne ha trovati Haley di uomini".
    Pensò a quante volte l'avrebbe abbracciata quando la ritroverà e si maledì per tutte le volte in cui avrebbe potuto confessare tutto e non lo ha fatto.
    Passiamo talmente tanto tempo a pensare a quante porte ci si sono chiuse davanti nella vita che spesso non vediamo quante, nel frattempo, se ne sono aperte.
    Emily è una di quelle aperte, Haley è quella chiusa.

    Ad un certo punto, colto da un attimo di follia, si alzò e scagliò un calcio alle inferiate.
    Accorse l'S.I.
    "Cosa vuoi maledetto sbirro."
    "Portami da Lei. Subito".
     
    Top
    .
  10. MidnightSun*
     
    .

    User deleted


    Capitolo 11

    Anthony Bennet sentendo la richiesta del suo prigioniero emise una sonora risata.

    "Amico, non dovresti sprecare il tempo con quella tizia. Le donne sono tutte uguali!. La mia mi ha tradito. Assomiglia molto alla vostra amichetta, quella che hai cercato di salvare prima, quella Rachel..."disse sedendosi a cavalcioni sulla sedia che mise davanti ad Hotch. Poi capendo di essersi scoperto troppo enfatizzò dicendo con disappunto: "Tutte uguali."
    Preseguì. "Anche la moretta, quella che ti piace tanto, quella che salveresti anche se dovessi subire tutte le pene dell'inferno, prima o poi, anche lei ti farà soffrire come un cane."
    Aaron Hotchner era famoso per la sua freddezza, per la sua diligenza, in alcuni casi anche per la sua apatia.
    In quel momento si sforzava di mantenere la calma, di radunare quella calma che gli avrebbe permesso di non saltare addosso a Bennet.
    Aveva la testa chinata in avanti, la ferita se pur superficiale gli faceva male.
    Metà volto era in penombra e questo rese il ghigno, che Hotch fece ritenendo la situazione quasi paradossale, molto inquietante.
    Il suo piano, che gli era sopraggiunto in testa solo in quel momento, era in qualche modo di farlo arrabbiare per poi farlo parlare e capire veramente il o i motivi di quel rapimento.
    "Bada con le parole che non sono tuo fratello. Amico lo dici ad un altro; e poi ti è andata male, ho già sofferto per amore. Mia moglie mi ha fatto scegliere fra lei ed il lavoro, ho scelto male e lei si è portata via mio figlio e tutto il resto. Poi grazie al lavoro ho conosciuto Lei."
    "Chi siete?"
    "Professori."
    "Non ti credo, i professori non hanno riflessi pronti per schivare una pallottola in quel modo."
    "Fortuna."
    "Continuo a non crederci."
    "Ci deve credere."
    "Mi rincresce obbligarvi ad essere miei ospiti, ma sapete non posso fare altro. Presto farete compagnia a molte altre persone nell'alto dei cieli.
    Bennet guardò la sua mano un po' gonfia un po' sporca di sangue ed esordì così:
    "Sai, il sangue è tuo, per la ferita, ma il gonfiore me l'ha provocato la tua amichetta."
    "Cosa gli hai fatto?"
    "Fra poco lo vedrai. Tranquillo."
    Emise un ghigno poi se ne andò.

    *

    "Ehi, tesoro, cos'hai?"
    "Niente,Bambolina, perchè?"
    "Dai, non fare il cretino, cosa c'è che non va?"
    "Ehi, ti ho detto che va tutto bene, ok?"
    Non aspettandosi quella rispostea Penelope fece un passo indietro.
    "Va bene. Ma punto primo non alzare la voce con me. Punto secondo non puoi mentirmi. Punto terzo, non puoi mentire a me con la convinzione che io ti creda."
    Detto questo Penelope prese i suoi fascicoli immancabilmente rosa e viole, alzò i tacchi e nel mentre in cui se ne andava fu fermata da Derek.

    "Scusami. Ho litigato con Rossi e lui non ne vuole sapere di darmi ascolto."
    "Ehi Profiler, - cominciò Pen aggiustandogli il colletto della camicia- siamo una famiglia, una squadra, un qualcosa di fantastico, è difficile separarci. Non permettere a niente e a nessuno di farci dividere."

    Gli schioccò un rumoroso bacio sulla guancia e se ne andò sorridendo.

    "La sua bellezza è questa...finisce di essere arrabbiata, di detergersi in una piccola lacrima che subito riparte, seppur a testa bassa, pronta per lanciare in resta e arrivare ai traguardi, i suoi traguardi, quelli che che solo lei sceglie." Pensò Morgan.

    Più tardi scendendo nella sala riunioni prese l'agente Rossi in disparte e disse:

    "Ora io e te parliamo. Io non volevo risultare così antipatico, indisponente, rompi scatole e ribelle. Credimi non lo sarei mai con voi. Il fatto è che quel bastardo di Bennet poteva rapire me, o Penelope ed il fatto che non l'abbia fatto non mi aiuta affatto. Lui è il mio capo e lei è parte integrante della squadra. Io penso solo che mettere al corrente la squadra, sia solo la cosa migliore. Ma se te non se d'accordo, non fa nulla. In questo momento il capo sei te, quando lo sarò io, comanderò io. Mi dispiace Dave. Davvero." Gli porse la manò poi, dopo una veloce stretta si diedero una pacca sulle spalle a vicenda.

    "Ehi Derek, per la cronaca...ho già dato il profilo completo al resto della squadra. Ora andiamo a sentire le novità degli altri."

    ..

    "Miei bei profiler, niente, quel verme è inesistente, nulla di nuovo le ultime notizie 3 anni fa e ve le ho già fornite."

    "Io e JJ abbiamo tracciato tre punti molto, molto, approsimati. I posti più plausibili sono una vecchia scuola in disuso, un bunker anti-atomico e un piccolo carcere minorile. Io punterei più sul carcere."

    "Perchè Spencer?"

    "Istinto, Dave."

    "Va bene prepariamoci, fra 10 minuti ci rivediamo qui."

    *

    Emily aveva il viso tumefatto e il volto appoggiato al muro.
    Aveva il respiro affannato e odiava quell'odore e quel sapore dolciastro del sangue.
    Gliene usciva un po' dal labbro e dal naso.
    Lui voleva sapere cosa voleva, il suo "profilo" chi avevano chiamato per dargli la caccia. Lei per evitare escalation di rabbia aveva mantenuto il silenzio stampa come consigliato da Rossi e Hotch dicendo che erano professori e che non sapeva neanche cosa fosse un profilo. Più o meno aveva funzionato...
    "Più o meno", pensò Emily "Più o meno!"
    In ogni caso se l'era cavata con qualche livido sul corpo e uno sulla tempia. Avrebbe potuto uccidermi- considerò..
    Si guardò attorno e come per incanto le venne in mente un'idea.

    "QUESTO NON PUO' ESSERE UN BUNKER! DAI BUNKER NON SI VEDE L'ESTERNO! I BUNKER NON HANNO FINESTRE. QUESTA è UNA CELLA DI UN CARCERE!"

    D'istinto estrasse dalla tasca, ermeticamente chiusa da una lampo, il cellulare che buttò fuori dalla finestra.
    "Se Pen è intelligente, e lo è, rintraccerà il segnale GPS. Dai Pen...ti prego!"

    Fece 10 passi contati poi si rimise "comoda" con la testa vicino al muro.
    Sentiva freddo e per questo prese le ginocchia e le portò vicino al petto.
    Bechè si fosse riproposta di non dormire, cedette, e chiuse gli occhi; è per questo che quando sentì girare le chiavi nella serratura pensò di sognare.

    "Em, Em...sbrigati mi sta cercando...Corri per il corridoio e la prima cella che trovi è la sua...Tieni le chiavi e apri la prigione e scappate"
    "E te? Te che fai"
    "Corri via, svelta, non resterà bloccato a lungo! Corri!"
    "No, cavolo!Non ti lascio qui in balia di quel mostro! Avrai anche esperienza ma è imprevedibile! Vieni con me!"

    Sentirono un urlo.
    "Emily scappa!", le diede uno spintone costringendola così a scappare.
     
    Top
    .
  11. MidnightSun*
     
    .

    User deleted


    DISCLAIMER: I personaggi, tranne Kimberly Rafiqa McGraw, Rachel McGraw e la preside DeCarolis, non mi appartengono, sono di Jeff Davis. Criminal minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
    NOTE: La canzone che cito è Forbidden Colours Ryuichi Sakamoto. Le parti in rosso sono flussi di coscienza. Gli autori delle citazioni sono diseguito ad essa..


    L'ira può sopraffarvi e distruggere in voi l'incentivo ad agire. Tutte le volte che vi lasciate vincere dalla collera, riflettete su come sono andate le cose. Qualcuno vi ha trascurato o criticato Perché la cosa dovrebbe darvi tanto fastidio? Dovete per forza dipendere dalle opinioni altrui? Non sarete stati voi stessi a permettere che altre persone vi imponessero le loro aspettative o controllassero il vostro comportamento? (Ari Kiev)



    Emily Prentiss si trovava in un corridoio buio, da sola con i suoi pensieri. Ogni tanto quando ne aveva bisogno, bisogno di pensare sul serio ed aveva poco tempo, Emily Prentiss invocava il suo amico, purtroppo morto...

    The wounds on your hands never seem to heal, I thought all I needed was to believe.
    Here am i, a lifetime away from you.
    The blood of christ, or the beat of my heart, my love wears forbidden colours,my life believes - La mia vita crede♫♫

    "Pensavo che bastasse solo andare avanti per cercare di superare tutte quelle cose brutte che mi, che ci, capitano tutti i giorni con il nostro lavoro.
    Ricordi quando litigavi con mia madre perchè lei voleva che facessi l'ambasciatrice?
    Tu volevi invece che io ti seguissi in ogni dove, come anche io volevo. Siamo ben distanti da quei progetti...
    Io innamorata di un uomo che mi sta salvando da quello che, per me, era un baratro infernale. Una noia, una routine dalla quanle non riuscivo più a uscire.
    Non potrei neanche fare questi pensieri, è contro le regole...
    Ma tu lo sai che io non sono mai stata così conformista...
    Ed ora? Rachel è lì che mi vuole salvare a tutti i costi...
    Cosa sto facendo?
    Perchè scappo?
    Io non voglio scappare...Io voglio aiutarla,salvarla!"


    Come se avesse ritrovato il senno cambiò direzione e ritornò indietro.

    "Cosa gli hai fatto?"
    "Tramortito con il calcio della pistola, ho bloccato poi i cancelli che si trovano sul percorso, con le chiavi ma non ci metterà tanto ad aprirla. Che cosa ci fai ancora qui? Ti ho detto di scappare."
    "Quanto tempo abbiamo?"
    "Massimo 30 minuti."
    "Se scappo, scappi con me. Andiamo Rachel, siamo sempre state inseparabili, non permettere che questo piccolo infame ci separi."
    La prese per mano e corsero via insieme.

    In cinque minuti arrivarono alla cella di Hotch, che balzò in piedi incredulo, dandosi una spinta con le braccia. Ricadde indietro perchè senza fasciatura il braccio faceva troppo male.

    Emily accorse da lui e provvedette a medicarlo come poteva, sperando che l'idea del cellulare andasse a buon fine.

    *

    "Rossi, come procediamo?"

    "Il carcere è enorme ci vorrà troppo tempo per setacciarlo tutto. Ma non si pu fare altro, Reid non riesce a fare di più, ha già fatto il possibile tracciando tre probabili posti. Stiamo andando ad intuito"

    "Il piccolo genietto non c'è riuscito, ma l'oracolo di Quantico può fare cose inimmaginabili! Ho trovato il segnale GPS del cellulare di Emily. Questa ragazza mi conosce come le sue tasche! Sapeva che avrei pensato a rintracciare il segnale! Aah! Beata tecnologia!"

    "Bambolina, sei unica!"

    "Allora, ho scannerizzato la piantina della prigione, è praticamente a forma di rettangolo più un'ex torretta di controllo quadrangolare con due uscite d'emergenza. E' sull'ala nord-ovest. L'entrata principale è nell'ala est. Non pensavo che fosse così grande questa prigione! Wow...sempre più emozionante il mio lavoro."

    "Secondo il profilo non è uno imprevedibile, escalation di rabbia dovrebbe essere finita. Sicuramente ha pensato ad un probabile assalto ed è sull'ala nord-ovest."

    "Signore c'è un problema. Essendo molto vecchia la struttura non consenet il passaggio dei cani , dal passaggio entra si e no una persona."

    "Entrerò io da lì, voi entrate dall'ala est."

    "Kimberly, non ti permetterò di entrare in questa storia."

    "Rossi, ci sono dentro fino al collo non le pare? Mia madre e mia "zia" sono stati rapiti; possiedo una pistola d'ordinanza, è a conoscenza della mia storia. Andiamo le sarò d'aiuto. Lo sa."

    "Bene, prendi un giubbotto antriproiettile e vai nel parcheggio, noi ti raggiungiamo subito."

    "Rossi, lo dico a te, come agli altri: se nella frase "noi ti raggiungiamo subito" è un invito agli altri a parlare di me, non ti fare scrupoli e parla con me, non con loro."

    Dopodiché uscì, guardando dritta davanti a se, preparandosi psicologicamente all'irruzione.

    "Rossi, pensi sia una buona idea?"

    "Ci servono più persone possibili, los ai. LEi maneggia bene la pistola, è sottocopertura da quando è nata insieme alla madre. Non la obbligo io, mi obbliga lei. Forza andiamo."

    Derek annuì poi disse: "Bambolina inviaci la mappa sul telefono, con il segnale di Emily sopra. Sei fantastica Bambolina!"
    Si diresse verso di lei e gli schioccò un sonoro bacio sulla testa.

    Poi corse nel parcheggio con gli altri insieme a Rossi.

    "Questo non lo potevi fare quando eri a capo dell'Unità eh!"
    "No Rossi..non lo potevo fare e non sai quanto mi trattenevo..."ribadì ridendo Morgan.

    *

    "Hotch, ora stai fermo ok?"
    "Che cosa vuoi fare? Cosa stai facendo?"
    "La parola fermo intendeva anche stai zitto."

    Gli tolse la giacca che aveva una grossa chiazza di sangue e girò la testa con la scusa di voler vedere che combinava Rachel. Una lacrima le scese dal viso ma alzò il braccio e l'asciugò tirando su con il naso.

    "Stai fermo ora."

    Strappò la manica della camicia senza sangue e la girò stretta attorno alla ferita, fortunatamente, superficiale.
    Lui strinse gli occhi per il dolore ma girò anche lui la testa per non farsi vedere da lei.

    "Hotch, so che ti fa male, ma strigi più che puoi sulla ferita"
    Mise una mano sulla camicia che iniziata ad essere sporca di sangue e lei cercando freneticmaente qualcosa con cui fermare il pezzo di stoffa, si sciolse i capelli, che le ricaddero davanti agli occhi.

    Lo allargò e lo mise al centro del pezzo di stoffa che doveva fermare il sangue; poi lo aiutò ad alzarlsi.

    "Hotch hai ancora la pistola di riserva?"
    "Si, te?"
    "Ovvio" disse sorridendo.

    L'S.I stava arrivando, armato di fucile, pronto a fare una carneficina.
    Era arrabbiato e Rossi si era sbagliato. La sua rabbia non si era placata, era aumentata.
    Mentre correva verso l'uscita d'emergenza, dove erano i suoi prigionieri, ripensava a tutto il male che il mondo gli aveva fatto.
    E più ogni pensiero gli balenava in mente più la rabbia cresceva.
    E più pensava al legamo che univa i suoi carcerati, più l'ira gli faceva perdere il controllo.

    Chiunque può arrabbiarsi: questo è facile. Ma arrabbiarsi con la persona giusta, e nel grado giusto, ed al momento giusto, e per lo scopo giusto, e nel modo giusto: questo non è nelle possibilità di chiunque e non è facile. (Aristotele)



    Edited by MidnightSun* - 29/8/2010, 20:40
     
    Top
    .
  12. MidnightSun*
     
    .

    User deleted


    DISCLAIMER: I personaggi, tranne Kimberly Rafiqa McGraw, Rachel McGraw e la preside DeCarolis, non mi appartengono, sono di Jeff Davis. Criminal minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.

    "Guardare avanti e porsi un obiettivo.
    Guardare avanti e sfidare il destino.
    Guardare avanti e sfidare la morte.
    Guardare avanti e pensare e sopravvivere e sperare di uscirne vivi."



    Gli uomini della BAU erano abituati alle situazioni estreme.
    Quella però lo era veramente troppo per due sole giornate, per loro interminabili.

    In meno di 48 ore si erano ritrovati a dover fare da agenti federali e da ostaggi, feriti e maltrattati.

    Si erano disposti a mo' di piramide così da avere tutti quanti, più o meno, una visuale completa dell'S.I.

    Esposta in prima linea c'era lei, Emily, che come aveva fatto in quelle ultime 48 ore, si era dimostrata più forte di quanto la sua psiche potesse sopportare.
    Se prima la sua voglia di andare a Roma e riscoprire le meraviglie del suo passato, era un desiderio celato, ora era un desiderio smanioso che le martellava in mente, persistente.
    Voleva liberarsi di quelle responsabilità che si prendeva in continuazione, come ora; si era messa "in prima fila" per motivi a detta sua ovvi: voleva proteggere Rachel e naturalmente Hotch.
    Anche lui era un grosso interrogativo.
    Lui l'aveva pure baciata, ma sapeva che quello era Hotch e avrebbe trovato mille problemi. Lui trovava problemi per tutto.

    Alla sua destra c'era Hotch, che con una mano (quella non dolorante per la ferita), neanche fosse Rambo, aveva impugnato la pistola.
    Si sentiva la febbre, probabilmente come aveva notato prima dell'arrivo delle due ragazze, la ferita si era anche infettata e gli aveva procurato appunto qualche linea di alterazione. O forse quest'ultima era dovuta ad altro. In ogni caso era poco stabile, poco concentrato e poco fiducioso. Dovette divaricare le gambe di molto per non barcollare di più. "Ci mancavano solo i giramenti di testa." pensò il capo unità.

    Rachel, alla sinistra aveva un'impugnatura salda ed era concentrata. Pensava a sua figlia che al 99% aveva convinto il sostituto di Aaron, a portarla con se.
    Pensava che in ogni caso, quella che ci doveva rimettere, se sarebbe dovuto succedere qualcosa, sarebbe dovuta essere lei, perchè anche se Kim era maggiorenne aveva bisogno di un sostegno valido che lei non sempre le dava.
    Spesso metteva il lavoro davanti a lei; Emily invece aveva sempre trattato Kim come una figlia; lei prima del mondo, il mondo dopo.

    Poi sentirono un rumore sordo venire dal buio davanti a loro.
    Il cuore che batte.
    L'adrenalina che sale.
    Il presentimento che qualcosa sarebbe andata male.

    Prentiss strinse gli occhi e girò la testa dall'altra parte; aveva delle fitte lancinanti allo stomaco; "troppa agitazione" pensò "questo renderà tutto più difficile".

    *

    Arrivati davanti all'entrata della stazione di polizia, dove momentaneamente si erano "trasferiti", abbandonando la loro settimana da professori, Dave e Derek furono assaliti dai giornalisti.

    "Cavolo, chi li ha avvertiti?" Derek era infuriato, "non abbiamo tempo da perdere"

    Dal corridoio centrale sbucò poi Jj con dei fogli rosa dove aveva buttato giù delle idee per un discorso. Al suo fianco Spencer, pensieroso, che rifletteva su come allontanare quella immane folla.

    "Gli studenti hanno avvertito la polizia. Sotto obbligo della preside. Infastidita dal fatto che non ci siamo presentati al lavoro ha rivelato tutto ad un gruppo di studenti e li ha mandati a parlare con la stampa. E' un disastro. Sono come belve feroci."

    "Ma ha completamente perso la ragione! Come se noi fossimo insegnanti" ringhiò Dave. Poi continuò: "Cambio di programma: Jj e Reid voi rimanete qui e teneteli a bada; controlliate che non ci seguano, sarebbe la fine."

    I due annuirono e gli altri due agenti uscirono dall'entrata laterale per evitare di morire calpestati da tutti quei giornalisti.

    JJ aveva il viso sconvolto.

    "Spence non ce la faremo mai, aiuto..."
    "Ehi JJ, tranquilla...ci penso io; con un QI di 187 penso di cavarmela in 10 minuti! Certo che se mi dai una mano te...dai coraggio! Sbrighiamo questa faccenda poi andiamo da Garcia e vediamo come procede il lavoro di Garcia.

    10 minuti dopo erano davanti a quella folla di persone

    "...ed è per questo che noi ci impegneremo ad avvertirvi appena sapremo qualcosa."

    Rientrarono e buttarono fuori con un forte sospiro, tutta l'aria che avevano tenuto dentro fino a pochi minuti prima per l'agitazione.

    "Grazie Spence"
    "Di cosa? Senza la tua bravura non saremmo riusciti a fare nulla.."
    "Ma smettila..." JJ sorrise ed allungò la mano chiusa a pugno sulla sua spalla; poi l'abbracciò e gli diede un lieve bacio sulla guancia..."Grazie davvero Spence..di tutto"

    Poi corsero da Garcia per seguire il percorso dei colleghi.

    *

    "Garcia, bambolina, dove dobbiamo andare?"

    "Sempre dritti poi a destra e prendete il sentiero di sinistra. 5 minuti e sarete arrivati al carcere. E' tutta strada di campagna quindi avrete un po' di mal di pancia, tesorini miei...State attenti!"

    "Bambolina, grazie di tutto..A dopo"

    Il luogo d'incotro era davanti alla prigione. SWAT e cani erano disposti in fila, pronti per entrare in azione se mai ce ne fosse stato bisogno.

    David Rossi mando quest'ultimi a fare una perlustrazione del luogo e chiamò i suoi a raccolta.
    Della squadra c'era solo Derek, poi c'era Kim ed poi erano presenti i rinforzi della polizia californiana.

    "Ragazzi, non so voi ma ho un brutto presentimento."
    "Derek, cerchiamo di non pensarci ok? Kimberly te la senti?Una volta lì davanti non si torna indietro!"
    "Quando iniziamo?"

    "Subito. Andiamo, e fai, -disse guardando la ragazza- facciamo attenzione.."

    Ci vollero 10 minuti per sistemarsi ma Lei era già entrata. Il suo percorso era più breve. Si appostò dietro un muro portante che faceva angolo con un altro.

    Sentiva tutto, persino il suo cuore che batteva.

    Si ripetè in mente quello che la madre ogni volta le diceva, prima di fare irruzione dentro una casa, o di affrontare un nuovo psicopatico, quando si toglievano di dosso i panni della copertura e ritornavano semplicemente madre e figlia, Kimberly e Rachel. Sole come sempre, unite, come solo madre e figlia possono essere.

    "Guardare avanti e porsi un obiettivo.
    Guardare avanti e sfidare il destino.
    Guardare avanti e sfidare la morte.
    Guardare avanti e pensare e sopravvivere e sperare di uscirne vivi."

    Poi sentì una voce che non conosceva.

    "Vi siete disposti per bene; siete gli ostaggi perggiori. Ma avete paura, vi sudano le mani; state attenti alla presa! Avete paura, lo vedo."

    Emily tagliò corto: "Poche chiacchiere amico. Stanno venendo a prenderti. Comincia te ad avere paura."

    "Non ti scaldare, non è te che voglio eliminare."

    Emily capì che quel momento, che sperò in tutti i modi non venisse, era giunto. Si riposizionò e prese bene la mira, pronta per sparare, perchè non era lei che voleva.

    Avvertiva che la situazione era giunta al limite. Che tutta la vicenda si sarebbe conclusa con un secondo.

    E così fu: caricare, sparare, morire.

    L'S.I caricò il fucile, velocemente, puntando contro il cuore di Rachel; ma prima di sparare fu colpito da tre proiettili sparati rispettivamente da Emily, Hotch e Kim. Un colpo partì comunque dal fucile di Bennet e colpì lo stomaco di Rachel.
    Cadde all'indietro, sorretta dalla figlia che piangeva.

    Arrivò il resto della squadra, mentre Rossi si preoccupava di andare a chiamare i soccorsi, che erano pronti davanti lì davanti.

    Emily non si era mai trovata in quelle circostanze, ma se lo sentiva che sarebbe successo qualcosa.
    Derek era impegnato a tamponare la ferita, Emily abbracciava la giovane ragazza, Hotch aveva seguito Dave di fuori.

    Poco dopo uscirono tutti gli altri e furono tutti medicati.

    "Bambolina, stiamo bene, più o meno..Hotch è stato ferito ad una spalla...Emily ha solo qualche livido, la sua amica però è stata portata in ospedale."
    "Come all'ospedale?"
    "Si, tesoro, è stata colpita dall'S.I"
    "E Lui? E' morto vero?"
    "Si, come fai a saperlo?"
    "Ehi, ero in collegamento, ricordi? Ho sentito più colpi, se voi state bene, qualcono ha preso quelle pallottole.."

    Derek non parlò; era stanco come gli altri.
    "Bambolina ti passo Dave, ti deve parlare.."
    "Oh..ok!"

    "Penelope ho bisogno che tu mi prenoti un volo diretto per l'Italia, senza scalo, poi una stanza in un hotel a tua scelta e un biglietto di ritorno."
    "Signore, non ci sono posti, ma potrei fare una delle mie magie. Al vostro ritorno saranno sopra la vostra giacca."
    "Grazie Pen, sei la migliore!"

    Riattaccò e lascio l'oracolo di Quantico in balia di tante domande.

    Girandosi vide tante emozioni sui volti dei suoi amici, ma erano tutte uguali: erano tutti stanchi, spossati, tristi e desiderosi di avere qualcosa di bello nella loro vita.

    Lui però sorrideva, perchè era contento per quella nuova sfida vinta contro il "male", lo chiamava così il figlio di Hotch.

    Sorrise e si diresse verso Emily per parlarle...

    "Siamo una famiglia. Questa volta ne siamo usciti un po' ammaccati, tristi e infelici. Ma ci diversifichiamo per questo; noi vediamo cose che altre squadre neanche immaginano e continuiamo con le nostre vite, continuiamo ad amare e a dare il meglio di noi. Sempre. "pensò; ma di certo non si immaginava la notizia che Prentiss, di li a poco, gli avrebbe dato.


    Leo Tolstoy: "Le famiglie felici si somigliano tutte, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo."



    Edited by MidnightSun* - 5/9/2010, 20:32
     
    Top
    .
  13. MidnightSun*
     
    .

    User deleted


    DISCLAIMER: I personaggi, tranne Kimberly Rafiqa McGraw, Rachel McGraw e la preside DeCarolis, non mi appartengono, sono di Jeff Davis. Criminal minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
    NOTE: La canzone che cito è Because You Loved Me di Celine Dion. Le parti in rosso sono flussi di coscienza.


    David Rossi procedeva lentamente verso Emily, togliendosi il giubbotto antiproiettile con scritto sopra FBI.

    "Ehi, come stai?"

    Prentiss lo guardò negli occhi e mettendo una mano sulla sua spalla gli indicò uno spiazzo più giù.
    Si incamminarono silenziosamente, riordinando i propri pensieri, fianco a fianco.

    "Dave quello che ti sto per dire deve rimanere fra me e te, solo fra me e te. Non deve saperlo nessuno. Non lo sa nessuno.
    Erin Strauss, quell'arpia di Erin Strauss, mi ha concesso un mese di ferie tranne che per emergenze. Questo vorrà dire che ci sarò solo se voi richiederete il mio aiuto. Io non reggo più questo succedersi di fatti; prima Matthew, poi Rachel..."

    "Poi Aaron!"

    "Come scusa?"

    "No dico, poi Aaron...Oh! Andiamo! Pensi davvero che non me ne sia accorto? Ho notato l'attrazione fra di voi quando siamo partiti. Complimenti! Bel colpo di fulmine...Anche se avevate le ore contate."

    Emily era allibita!

    "Perchè non lo dici ad Aaron?"

    "Perchè so che non partirei più. Vado in Italia per una settimana.Se parlassi con lui non partirei più ed ho bisogno di una vacanza di non vedere DC per qualche giorno."

    "Potresti unire le due cose..no??"

    "Andiamo non partirebbe mai. Gli altri sanno che ho preso un mese per accertamenti medici ed è quello che dovranno continuare a sapere. Dovevo dirlo a qualcuno e visto che sei un po' come il papà della squadra ho sentito di potermi fidare."

    "Non ti fidi della squadra?"

    "No! Mi fido! E' che si preoccuperebbero e non voglio!"

    "A quando la partenza??"

    "Domani sera."

    David annuì sorridendo; un'idea malsana gli balenò in mente.
    Si sentiva un po' cupido in quel momento.

    Poi sorridendo e scuotendo la testa, pensando ai suoi "piani", se ne andò sentendo la voce di Emily sempre più in lontananza che gli chiedeva il motivo della risata.

    Lei dal canto suo era convinta che lui stesse pianificando qualcosa.
    Lo vide prendere il telefono e chiamare qualcuno, poi lo guardò correre verso la macchina, chiedendosi se fosse successo qualcosa; lui rideva ancora però e si tranquillizzò. qualcosa stava accadendo, davvero.

    "...Bene Garcia, hanno ragione quando ti definiscono l'Oracolo di Quantico."
    "Grazie signore"
    "A te Penelope! Non saprei come fare senza di te!"

    Riattaccò poi compose un altro numero.

    "Pronto?"
    "Signora, sono io."
    "Non mi aspettavo una sua chiamata! A cosa devo l'onore?"
    "Un fatto personale. Lei mi può sicuramente aiutare."
    "Mi dica pure!"
    "Si tratta di Aaron Hotchner.
    So che non lo reputa un gran agente e si sbaglia. So che se dovesse chiedergli delle ferie non le darebbe. Bene, le chiedo di dare quattro giorni di ferie al signor Hotchner, come favore personale. Sono a conoscenza del fatto che anche l'agente Prentiss mancherà dalla squadra per un po' di tempo, ma se non fosse strettamente necessario non glielo chiederei.
    Quattro giorni in cambio di tanti anni di servizio e un favore personale deciso da lei mi sembrano uno scambio ragionevole.
    "Le va di venire a cena fuori domani sera?"
    "Oh..ehm..si certo!"
    "Bene. Aaron Hotchner avrà le sue ferie. Alle otto, domani sera. Puntuale signor Rossi. Arrivederci."
    "Arrivederci signora Strauss."

    David tutto si sarebbe immaginato meno che di doversi mettere in tiro per Erin Strauss.
    Con favore personale lui si immaginava di dover spiare Aaron come successe con Emily, naturalmente non avrebbe mai tradito la squadra. Un invito a cena proprio non se lo sarebbe aspettato.

    Entrò nella stazione e vide Penelope Garcia corrergli incontro.
    Era vestita con uno strano vestito blu con uno smile giallo come spilla attaccato sulla parte superiore del vestito. Aveva i capelli ricci che le scendevano sulle spalle e un fiorellino sempre giallo fra le ciocche. In mano aveva uno dei suoi raccoglitori fucsia e una penna profumata viola.
    "Quella donna è fantastica, come fa a rimanere così serena anche quando tutto sembra nero?" pensò Dave.


    "Signore, ecco i biglietti, andata e ritorno per l'Italia, tutto come aveva detto.
    L'oracolo di Quantico ha dovuto sfoderare tutto il suo sex appeal e soprattutto il mio tesserino dell'F.B.I per cambiare il biglietto."

    A quell'ultima battuta Dave rise e ringraziando ancora una volta la ragazza andò a preparare le sue cose per ripartire.

    "Signore mi scusi...ehm...dov'è Derek?"
    "Di fuori, stava andando a prendere un caffè. Vai pure, penso che ti stia aspettando"

    Garcia ringraziò l'uomo e corse di fuori. Derek Morgan era appoggiato al SUV.
    Si abbracciarono e andarono a prendere via insieme.
    Penelope si era preoccupata, anche se non lo dava a vedere. La squadra era stata smembrata e lei apprensiva come sempre aveva celato una preoccupazione neanche tanto lieve sotto un sorriso smagliante.

    *

    Quattro ore dopo il jet del BAU solcava il cielo verso casa.
    Ritornavano verso la loro casa con i loro pensieri, carichi di emozioni come sempre.
    Dormivano quasi tutti; avevano passato giorni senza vedere neanche l'ombra di un cuscino.
    Erano stati giorni pesanti, resi ancora più duri dalla mancanza di membri del team, riposo e tranquillità.

    Alla fine del jet, verso gli ultimi posti erano seduti Derek e Penelope.
    Erano avvolti da una copertina rossa, lei poggiava la testa sulla sua spalla e lui a sua volta sulla sua testa.

    Spencer dormiva con il viso poggiato alla parete del jet mentre JJ, davanti a lui, guardava di fuori.

    Emily si era dolcemente addormentata sulla spalla di Aaron metre lui le accarezzava i capelli.

    Quando passò Rossi gli sorrise e lo guardò come per dire: "siete profiler, so che lo sapete."

    Alla vista di quella scena, Rossi si convinse che quello che stava facendo era la cosa giusta, sarebbe davvero una bella sorpresa per loro. Se lo meritavano.

    Aveva sempre pensato a quella squadra come eroi, anime gemelle che si erano incontrate un giorno per fare qualcosa di buono; erano come pezzi di un puzzle che si incastravano perfettamente fra loro.

    Derek e Penelope si erano sempre trovati.
    Ora si erano trovati Aaron e Emily.

    "Era ora che si trovassero quei due..sono anni che cercano di allontanarsi l'uno dall'altro. Che imbecilli che sono stati!".

    Pensando questo chiuse gli occhi e si lasciò cullare nel sonno anche lui, pensando a quanto amore c'era nelle loro vite, talvolta buie talvolta risplendenti di luce.

    For all those times you stood by me
    For all the truth that you made me see
    For all the joy you brought to my life
    For all the wrong that you made right
    For every dream you made come true
    For all the love I found in you
    I'll be forever thankful baby
    You're the one who held me up
    Never let me fall
    You're the one who saw me through through it all


    Edited by MidnightSun* - 26/9/2010, 11:13
     
    Top
    .
  14. MidnightSun*
     
    .

    User deleted


    DISCLAIMER: I personaggi, tranne Kimberly Rafiqa McGraw, Rachel McGraw e la preside DeCarolis, non mi appartengono, sono di Jeff Davis. Criminal minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
    Ultimo Capitolo.

    William Gilbert ha scritto: "È l'amore che fa girare il mondo."

    Erano passati due giorni dall'ultima missione. Da quel momento in poi Hotch non aveva più parlato con Emily, non l'aveva più vista.

    Aveva così tante cose da dire, confessare e voleva saper, sentire, sperimentare il brivido della realtà; voleva chiarire con lei, sapere cosa pensava.
    Cominciava a vedere l'uscita di quel tunnel.

    Un mondo senza dolori né peccato.
    Un mondo tutto rosa e profumato.
    Come lei l’ha già sognato, da sempre…
    Per me.
    Tutto sembra attendere.
    Sembra un evento storico, ma…
    È un miracolo di sempre!

    (Renato Zero, Sogni nel buio)

    Lei era piombata nella sua vita così, quasi per caso, con un sorriso e con la voglia di andare avanti anche quando tutto era sfavorevole.
    Lui invece da quando si era separato con la moglie era diventato più cupo più triste; poi un cambiamento, vedendo la felicità di una persona importante.

    Non la voleva lasciar andare ma si era convinto che per lei sarebbe stato meglio così.
    Ancora una volta si era fatto carico di problemi inesistenti.

    A distoglierlo dai suoi pensieri ancora una volta fu Dave.

    "Hotch che ci fai qui?? voglio dire...ancora non sei andato via?"
    "Via?"
    "Si via..Oh..bhè! Colpa mia! Non ti ho dato il mio regalo!"

    Gli allungò due biglietti andata&ritorno per l'Italia.
    Lui capì tutto e sorrise. Sorrise sconsolato perchè quei biglietti li aveva si desiderati tanto, ma ora lo lasciavano davvero spaesato.

    "Dave, se ne va. Lascia l'unità per un mese. La Strauss ha già dato l'ok."
    "Bhè?Vai anche te no!? E' bella Roma. La città eterna. E poi ha dato l'ok anche a te!"
    "Come scusa?"
    "Hai tre giorni liberi..."
    "Non so se lo vuole."
    "Hotch, la cercherai se ti dirà di no, la cercherai comunque."
    Seguì poi un sospiro.
    "...Ti stai aprendo, sei più..solare."
    "Me lo hanno detto in tanti.."
    "Ha sofferto molto Hotch, sin da quando era una ragazza 15enne."
    "Saprò fare del mio meglio."
    "Impegnati."
    "Stanne certo."

    Afferrò i biglietti e scappò via; poi ripercorrendo i propri passi chiese:
    "Come hai fatto?"
    Rossi rise..."Lo sai che la Strauss non resiste al mio sex-appeal!"

    Hotch rise e poi corse verso il suo volo.

    *

    Ognuno era affidato al proprio destino.

    Dave era con la Strauss a parlare del più e del meno; mostrava finto interesse per lei, ma avrebbe fatto questo ed altro per i suoi colleghi.
    Lui sfoderava il proprio sorriso smagliante, lei ne rimaneva ammaliata.
    Nessuno dei due era interessato all'altro, era solo un modo per passare il tempo in compagnia da buoni amici.
    Lei era meno terribile del previsto e lui più affascinante di quanto pensasse la vecchia strega Strauss.

    Nello stesso momento in cui Rossi beveva il suo vino, Penelope Garcia era al cinema con Derek, accoccolata sul suo petto, sentendosi protetta come non mai.

    Lei vedeva il mondo in modo positivo. Era impossibile distruggerla, ma questi casi che riguardavano i propri amici in prima linea, la segnavano profondamente.
    Aveva bisogno di riprendersi per poter poi ritornare ad essere la Penelope di sempre.
    Lui la stringeva forte: sapeva quanto avesse sofferto, quanto fosse stata preoccupata per lui e per gli altri. Si meritava il riposo che gli spettava.

    Il film scorreva in bianco e nero sul grande schermo. Vedere pellicole vecchie faceva uno strano effetto su di loro, era come vedere il passato rivivere e loro da quelle immagini si convincevano che il proprio passato non fosse totalmente perduto.

    Solo uno spirito disperato può raggiungere la serenità, e per essere disperati bisogna aver molto vissuto e amare ancora il mondo. (Blaise Cendrars).
    *

    Si pensa che di draghi non ce n'è più neanche uno. E neppure di prodi cavalieri. E neppur l'ombra di una principessa che vaghi per foreste misteriose, incantando col suo sorriso cerbiatti e farfalle. [...] Che bello, sbagliarsi! Principesse e cavalieri, incantesimi e draghi, avventura e mistero...! non solo son qui pure adesso, ma son tutto quel che c'è e c'è sempre stato! (Bach, Un ponte sull'eternità.)

    Era davanti alla porta dell'hotel; inspirava ed espirava, inspirava ed espirava, inspirava ed espirava.
    Era agitato poi bussò.

    Ad Emily Prentiss non era mai capitata una cosa simile.
    Era senza parole. Lo invitò ad entrare, chiuse la porta e rimase immobile davanti a lui.
    Poi si sentì afferrare il viso e le labbra di Aaron si posarono su di lei.
    Con un riflesso istintivo lei gli passò le mani intorno al collo e si strinse a lui.

    Rimanendo sempre vicini gli sussurrò:
    "Perchè sei qui?"
    "Per te!"
    "Per me?"
    "Si, sono e sarò sempre qui con te e per te. Non voglio più scappare da me stesso. Con il tempo diventerò l'uomo giusto per te e non ti farò mai soffire."
    "Non mi hai mai fatto soffrire e sei già parte di me Aaron Hotchner."

    Poi impaziente prese le sue mani e lo baciò.
    Voleva sentirlo, ed essere felice insieme a lui.

    Finalmente si erano ritrovate, le due anime sole di due persone solitarie.
    Erano insieme felici, come non mai da tanto tempo.

    Ogni singola anima di quella squadra era con la sua metà in quel momento, felici.

    I due amanti scesero in strada mano per la mano, contenti per non dover nascondere il proprio amore.
    Una leggere brezza primaverile correva nei capelli di Emily; lui la guardava negli occhi e non riusciva a smettere di dirle che l'amava.
    Lei si strinse a lui mettendosi completamente a nudo, facendogli capire quanto avesse bisogno di lui.
    La strinse e si sentì finalmente in pace con se stesso.
    Era uscito dal suo tunnel, afferrando le mani dell'unica donna che era riuscita a salvarlo.

    Ed era trovare qualcosa.
    Era sperimentare.
    Era vivere.
    Era sognare, immaginare, sorvolare zone inesplorate con la fantasia.
    Era desiderare qualcosa con tutto il cuore e ottenerlo.
    Erano semplicemente, i piaceri della primavera.

    FINE


    *

    Ringrazio tutte le perosne stupende che mi hanno seguito in questa avventura. Sempre, anche quando vi ho fatto aspettare secoli e secoli.
    Quest'ultima parte la dedico a ZetaElle&Pearl che mi hanno fatto tanta compagnia in questi pomeriggi lunghi condividendo con me la passione per questo telefilm e non solo. Grazie mille!


    Edited by MidnightSun* - 30/9/2010, 19:52
     
    Top
    .
13 replies since 27/4/2010, 20:08   1018 views
  Share  
.