Quando

Rabb-it

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  1. rabb-it
     
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    Primo capitolo



    Quando si svegliò nuovamente non era da solo.
    Ma erano certamente delle allucinazioni causate dalle droghe.
    Non poteva spiegarsi in altro modo la presenza di sua madre e delle sue due sorelle al suo fianco.
    “Resisti Derek, non arrenderti, devi lottare.”
    “Puoi farcela non ti lasceremo solo.”

    Ecco l’inconscio al lavoro. Mi manca solo che passi Penelope, la mia consolazione divina ed ho fatto l’ein plein.

    E l’inconscio doveva proprio lavorare di gran lena, visto che non aveva fatto in tempo a formulare il pensiero sull’informatica più simpatica di tutta Quantico, ed eccola.

    “Avanti Derek, un Dio greco scolpito nella cioccolata non può farsi battere in questo modo! Lotta!”

    “Penelope è Reid, avverti gli altri!”
    Sapeva di essere irrazionale a parlare ad un allucinazione, ma non aveva potuto trattenersi.

    Sto impazzendo.

    Ma si sentiva anche stranamente rasserenato da quelle presenze che si alternavano nel delirio.
    Come se potessero trasmettergli la loro energia solo nel ricordo.
    Riprovò a liberarsi, ma le cinghie parevano ancora più strette della volta precedente.
    E di nuovo il dolore.
    Pulsante, lancinante, feroce.
    E Reid, di nuovo presente.
    “Siamo ancora nella situazione di ieri.”

    “NON ASCOLTARLO!”
    Gridò Penelope.

    Una luce lo colpì dolorosamente, dovette chiudere gli occhi.
    Vedeva dei lampi, probabilmente continuava ad accendere e spegnere la torcia proprio di fronte a lui.
    Che cosa crede di fare?
    I lampi continuarono a lungo, e lui serrava sempre più forte gli occhi, mentre sentiva una lama penetrargli nelle carni, e tornava il dolore.
    Cosa mia sta facendo? Basta… basta!
    Poi di nuovo il buio, forse la pace.

    “Reagisci Derek!”

    No, quella non era la pace.
    Quella voce fredda, perentoria, secca.
    Quello era Hotch.
    Il suo capo.
    Il sergente di ferro come si era definito una volta.
    Quello che non aveva esitato a dirgli che non avrebbe fatto il suo nome per una promozione se non avesse imparato a fidarsi maggiormente dei suoi colleghi.
    Dio se lo aveva odiato.
    Quanta voglia di rispondergli male, ma aveva ingoiato il suo orgoglio quel giorno.
    Lo avrebbe tirato fuori più avanti, in quel momento decise di non reagire d’impulso e fece bene.
    Passata la prima furibonda irritazione si ritrovò ad analizzare le ragioni di Hotch, continuava a non condividerle, ma sapeva che c’era un fondamento di verità in quello che gli aveva detto.
    Anche se i modi lasciavano a desiderare.
    Ma quello era Hotch, prendere o lasciare.

    Che ci fai nel mio inconscio? Diamine, preferivo mia madre e le mie sorelle lo sai? Di gran lunga!

    Un riso nervoso gli salì in gola.
    Ed apostrofò a male parole l’allucinazione che aveva davanti a se.
    “Senti, per venire qui a darmi il tormento senza nemmeno renderti utile è meglio se sparisci. Almeno Penelope mi fa sorridere. Intima a Reid di stare zitto, o ci prova, ma te: reagisci!
    Ma va a fan brodo va… non lo vedi che sono legato? LE-GA-TO… chiaro il concetto? Sono in trappola!
    Fammi un favore: evapora agente speciale supervisore Hotchner!”

    E nel dirlo aveva serrato i pugni, e stretto la mascella.
    Mentre lo faceva sentì una fitta e perse di nuovo conoscenza.
    Ma ebbe la sensazione, un secondo prima di svenire, che le cinghie si fossero allentate.
    Se Reid non se ne fosse accorto forse la volta seguente sarebbe riuscito a liberarsi.
    La rabbia verso Hotch a qualcosa era servita.

    Forse.

    Continua...


    Non è uno spoiler

    SPOILER (click to view)
    Visto che il prologo era proprio breve, faccio come per l'altra fanfic e vi servo subito il primo capitolo.
    Che buona, vero? :rolleyes:


    Edited by rabb-it - 25/5/2010, 01:59
     
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