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Rabb-it

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  1. rabb-it
     
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    SPOILER (click to view)
    Indecisa se postare o meno sono ricorsa al lancio della moneta, dopo aver domandato consiglio in quattro chiacchiere.
    Testa pubblicavo, croce no.
    Era uscita testa, quindi eccovi il capitolo.


    Terzo capitolo



    Cosa era successo?
    Era la domanda che assillava Derek, se avevano trovato dove Reid lo teneva nascosto dovevano anche aver scoperto cosa gli aveva fatto, era impossibile che lo lasciassero libero di circolare.
    A meno che non sia riuscito a farmi trovare senza far sapere che era grazie a lui che sto in queste condizioni, ma pensa veramente di cavarsela?
    Da quando si era ripreso dalla sedazione , era stata fatta per calmarlo la sera prima, non aveva aperto gli occhi temeva che lo sedassero nuovamente, però il dolore era atroce.
    Diverse volte era stato tentato di gridare, ma doveva aspettare.
    Attendeva che a trovarlo passassero Hotch o Garcia a cui fare domande.
    Loro avrebbero impedito al medico di sedarlo.
    Appena avesse sentito le loro voci, e non quelle di sua madre e delle sue due sorelle, allora avrebbe aperto gli occhi.
    Le sentiva parlare e la loro vicinanza era rasserenante, sapeva che non poteva accadergli niente di male.
    “Ha dormito?”
    “Tutta la notte, lo hanno sedato dopo che al risveglio era troppo agitato, dicono che sia normale con quello che ha passato, più tardi dovrebbe essere più calmo, poi con quelle bruciature la sedazione era il minimo.”
    “Ti hanno spiegato cosa è successo?”
    “No, so che erano in servizio, mi ha telefonato il suo capo e sono corsa in ospedale, Scusate se non vi ho avvisate subito, ma sono andata nel pallone quando ho sentito che era ferito gravemente.”
    “Mamma non ti preoccupare, ci ha chiamato JJ quando ha capito che eri venuta da sola, l’importante è che lui stia bene, il resto non ha alcuna importanza.”
    Lottava Derek, contro la voglia di dire loro che erano state la sua ancora di salvezza, che senza di loro non avrebbe resistito, temeva che come prima non gli uscissero le parole, che lo addormentassero di nuovo, non poteva permetterlo.
    Poi quelle voci.

    “Posso entrare?”
    “Vieni, vieni dentro, credo che si stia per svegliare, il dottore ha detto che l’effetto sarebbe durato circa dodici ore e ne sono passate quasi tredici, penso proprio che a breve riaprirà gli occhi.”
    “Che splendido suono quella parola, riaprirà gli occhi, voglio esserci, e dirgliene quattro per lo spavento che ci ha fatto prendere.”
    “Concordo, sentirà le sue.”
    “Le nostre vuoi dire.”
    Gli scappò da ridere, aprì gli occhi e si trovo davanti Penelope, Rossi e JJ, dietro di loro in silenzio e serio come al solito Hotch, ma gli vide un accenno di sorriso quando i loro sguardi si incrociarono.
    E gli sentì dire una sola parola: “Bentornato.”

    Reid non c’era.
    Lo sfiorò l’idea che fosse in carcere, ma poi gli venne in mente che lui non aveva ancora detto cosa aveva fatto, che fosse scappato?
    Sillabò a fatica il nome dell’ex-amico: “R-e-i-d?”

    Fu Penelope a rispondergli.
    “Non è qui.
    Ci ha detto cosa è successo, ora stai tranquillo.”

    Derek sbarrò gli occhi per lo stupore.
    Poi tentò ancora di parlare.
    “T-u-tt-o?
    “Sì ci ha raccontato ogni cosa, e capisco la tua rabbia ieri, ma adesso non pensarci, devi rimetterti e non serve che ti angusti, è stato un incidente.”
    Alla parola incidente Derek si infuriò.
    Ma le parole gli si accavallarono di nuovo nella mente, l’ansia stava riprendendo il sopravvento un’altra volta.
    Incidente col cavolo!
    “Calmati Derek, non risolvi niente agitandoti, a quello che è capitato penseremo poi, d’accordo?”

    Era stato Rossi a parlare, notando l’agitazione crescente del collega.
    Poi anche sua madre.
    “Derek, se rimani calmo ti riprenderai prima, ascoltaci.”

    Il tono supplichevole della madre ebbe effetto.
    Qualsiasi cosa abbia detto Reid io ora non posso spiegarmi, devo calmarmi, devo.
    E con la calma arrivò anche il raziocinio.
    Indicò il gesto di scrivere, e gli vennero passate carta e penna.
    Iniziò a scrivere, ma si rese conto che la sua mano non eseguiva quanto il suo cervello le ordinava, vedeva davanti a se degli scarabocchi scomposti.
    Penelope gli tolse i fogli dalle mani, quando vide che stava diventando frenetico nel cercare di scrivere.
    “Derek è una cosa passeggera, già non avevi una gran grafia prima, il coma ha lasciato il segno, abbi pazienza, vedrai che andrà meglio. Ti prego, guardami, andrà meglio.”
    “C-o-…”
    Non riuscì a terminare la parola.
    “Sì Derek, sei rimasto in coma qualche giorno, ci hai fatto temere il peggio. Mi hai fatto invecchiare di dieci anni, minimo.”
    L’ultima parola la donna l’aveva detta sorridendo all’indirizzo dell’amico, era in ansia all’idea che i danni cerebrali fossero peggio di quanto pronosticato dal medico, data la scarsa profondità del coma, non voleva che anche lui indugiasse sui suoi stessi pensieri.
    “Ora devi riposare, domani andrà meglio!”

    “Q-u-a-n-d-o?”

    “Quando? Quando è successo? Pochi giorni fa, non temere non hai perso il superbowl!”
    Fu la battuta di Rossi per stemperare l’atmosfera.
    Non avrebbe voluto, non capiva ancora se aveva solo sognato quello che gli aveva fatto Reid o se era riuscito a farlo passare per un incidente, ma l’umorismo del collega ebbe la meglio e gli rispose con un sorriso tirato, o almeno lui credeva di avergli fatto un sorriso, gli era venuta una smorfia sgemba.
    Come non aveva il controllo delle mani, aveva anche dei problemi ai muscoli facciali, ma il medico aveva detto che erano cose di lieve entità recuperabili con alcune sedute fisioterapiche, se l’umore reggeva.
    Però non ne era consapevole e gli amici risposero al sorriso come se egli avesse fatto uno dei suoi soliti sorrisi, senza fargli capire quanto fossero sconvolti.

    Continua...

    Edited by rabb-it - 29/5/2010, 15:38
     
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