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Rabb-it

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  1. rabb-it
     
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    SPOILER (click to view)
    Due in un giorno? Eh... mi porto avanti per quando vi farò aspettare... che settimana prossima lavoro quindi... non sarò molto presente. Così non mi odierete troppo per l'attesa, forse!


    Quarto capitolo



    Sconvolti.
    Non c’era un altro termine per definire come si sentiva la squadra dopo gli ultimi avvenimenti.
    L’idea che Reid avesse mentito e che ci fosse dell’altro dietro a quanto era capitato a Derek li lasciò senza parole.
    Si era capito dalla reazione scomposta di Derek che non era stato un semplice incidente, ma cosa mai poteva essere capitato?
    Nessuno di loro era stato presente ai fatti, cosa poteva aver fatto infuriare così tanto Derek, e quando sarebbe stato in grado di spiegare loro l’accaduto?
    Ognuno di loro stava vagliando delle ipotesi, ma erano meramente campate in aria senza sapere la versione di Derek.
    Reid aveva detto quel mattino che non li avrebbe accompagnati all’ospedale, ritenendo che Derek fosse ancora furioso con lui per l’accaduto, e li invitò a non difenderlo dall’ira dell’amico – lasciate che si sfoghi – aveva detto.
    Entrarono negli uffici di Quantico, aspettandosi di trovarlo dietro alla sua scrivania nell’open space, ma non c’era.
    Non c’era nemmeno la sua fedele tracolla marrone.
    Non c’era niente di suo nell’open space.
    Il suo spazio alla scrivania era svuotato, ripulito.

    Hotchner lo chiamò immediatamente al cellulare per delle spiegazioni, ma ricevette l’atono messaggio di cellulare spento o non raggiungibile.
    Ordinò, anzi, intimò a Penelope di scovarlo.
    “Qualsiasi cosa sia successa va chiarita, non può comportarsi in questo modo!”

    Penelope si infilò rapidamente nel suo ufficio pieno di schermi e di tastiere ed iniziò la ricerca del genietto di Quantico.
    Non è assolutamente da Reid un comportamento del genere, cosa gli sta succedendo? Derek è il suo migliore amico!

    Rossi osservò la donna al lavoro per qualche istante, ricordava bene cosa le aveva detto una volta, aveva appena rintracciato un sospetto, e collegato i complici solo grazie alle sue ricerche e gli era uscito spontaneo un “Spero di non dovermi mai nascondere da te!”
    Ecco Reid si è ficcato in un bel guaio se non ha pensato alle conseguenze del suo gesto.
    Andarsene senza spiegazioni.
    Giovane, sarà meglio che tu abbia una buona spiegazione, l’umore del supervisore è… da graticola!

    JJ andò nel suo ufficio, rimase qualche istante assorta davanti alla fotografia del figlioletto, proprio la sera prima poco prima di andarsene a casa Reid, anzi Spence, si era fermato un po’ a parlare, rimirando proprio quella fotografia.
    Il ricordo si fece strada prepotente.
    Spencer teneva un gomito posato sulla scrivania e con una mano si tormentava i capelli, con la mano libera girellava la fotografia di Henry sovrappensiero.
    “Stanco? Dai Derek si è ripreso, vedrai andrà tutto bene.”
    “Non lo so, sai era uno sguardo pieno di odio quello che mi ha lanciato, ricorda bene cosa ho fatto, è solo colpa mia se è in quel letto.”
    “Vedrai che domani sarà più calmo, oggi si era appena svegliato, dagli tempo.”
    “Meglio che andiate solo voi domani, così non si agiterà inutilmente vedendomi.”
    “Spence…”
    “Dammi retta, andrò a trovarlo quando starà meglio, e potrà farmela pagare.”
    “Non fare così, non lo hai fatto apposta, gli incidenti succedono.”
    “Non lo so, forse volevo davvero fargli male!”
    “Spencer Reid, non dirlo nemmeno per scherzo.”
    “Sai…”
    “Cosa?”
    “Niente, vai a casa da Henry, da un abbraccio al mio figlioccio da parte mia.”
    “Potresti anche venirlo a trovare, stasera mi sa che non è il caso che resti da solo, sei troppo giù.”
    “No, sto bene, davvero, ora mi passa. Devo solo riposare un po’. A domani.”

    E invece era sparito.
    A che domani ti stavi riferendo, Spence?

    Emily si mise seduta alla sua scrivania, osservava quello spazio vuoto con mille domande che le ronzavano nella testa.
    Erano andati da soli a controllare la casa del sospettato.
    Avevano comunicato la loro posizione.
    Poi i contatti persi fino alla chiamata di Reid dall’ospedale.
    Angosciato, continuava a ripetere che era solo colpa sua.
    Ma colpa sua di cosa, gli incidenti accadono… o non era stato un incidente.
    Perché ora è sparito, sembra una fuga, cosa è successo in quella casa?
    Reid dove sei?

    Nessuna risposta dal cursore che continuava a lampeggiare sullo schermo del suo pc.

    Un cursore simile lo stava osservando Hotchner, era arrivato in fondo alla mail che Reid gli aveva inviato prima di sparire.
    Non credeva ai suoi occhi.
    Non poteva aver scritto Reid quelle righe.
    Non il Reid che conosceva da oltre sei anni, da quando facevano squadra con Gideon.
    Ricordava bene il ragazzino, anche se aveva già 24 anni era difficile non prenderlo per tale, che si domandava un po’ seccato perché Gideon lo chiamava sempre dottor Reid quando lo presentava e non agente, e lui che gli aveva spiegato che voleva che la gente lo prendesse sul serio e non per un ragazzino imberbe.
    Non poteva essere stato lui a scrivere quelle frasi, alcune totalmente prive di senso.
    O forse il senso lo avevano, mancava giusto la versione di Derek e il puzzle sarebbe stato completo.

    La sola idea di dove portava quel puzzle sembrava una pazzia.

    Continua...
     
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29 replies since 23/5/2010, 22:06   1417 views
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