Quando

Rabb-it

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  1. rabb-it
     
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    Quinto capitolo



    Pazzia… era quindi arrivata?
    Il tanto temuto spauracchio della genetica, quella malattia materna da cui sperava di scampare, al diavolo il calcolo statistico.
    Non aveva altra spiegazione per quello che era successo.
    Aveva ferito un amico.
    Doveva venire a patti con quello che aveva fatto, ma come poteva farcela quando lui per primo non se ne capacitava.
    Quando quella mattina aveva visto Hotch e Rossi li aveva spediti da Derek, gli altri non erano nemmeno saliti in ufficio, e mentre loro erano fuori aveva scritto quelle febbrili veloci righe ad Hotchner.
    Non sapeva nemmeno se andavano bene come dimissioni, non era stato molto professionale, aveva scritto quello che sentiva esplodergli dentro, il senso di colpa lo stava distruggendo.
    E c’era solo un posto dove poteva andare.
    Un rifugio per un po’, solo un poco, sapeva bene che lo avrebbero trovato in fretta, ma aveva una mattinata di vantaggio, qualche ora di pace.
    Ma era pace quella?
    Non ci sta peggior giudice della nostra coscienza era stato scritto, mai cosa fu più vera, non c’erano posti dove nascondersi da se stessi.
    E lui lo sapeva meglio di molti altri.
    La sera prima tornato in ufficio, dopo quell’occhiata raggelante da parte di Derek, avrebbe voluto confidarsi con JJ, lei avrebbe capito.
    Quasi sicuramente.
    O almeno lo avrebbe rassicurato, già… per quello aveva taciuto.
    Non voleva sentirsi dire che non era colpa sua, che era stato un momento di follia, che potevano aiutarlo.
    No, non poteva confidarsi con JJ, ne con gli altri.
    Aveva faticato persino a mettere giù l’accaduto davanti al monitor, senza nessuno che gli badava, non avrebbe mai potuto affrontarli a viso.
    Cosa avrebbe fatto quando lo avrebbero costretto a farlo non lo sapeva, non ancora.
    Voleva solo ritardare il momento, posticipare l’inevitabile confronto.
    Non riusciva a pensare lucidamente, l’unico sprazzo di lucidità in quelle ore era consistito nello spegnere il cellulare, ben sapendo che trovandolo acceso Garcia lo avrebbe rintracciato appena glielo avessero chiesto, e pagare il biglietto in contanti, per non lasciare tracce con la carta di credito.
    L’unica traccia che poteva aver lasciato era il prelievo fatto poche ore prima, ma l’aveva fatto vicino agli uffici, ed ora ne era ben lontano.
    Appoggiò la testa indietro, facendo un profondo respiro.
    In quel momento uno scoppio ed uno scossone, il pullman su cui era seduto si inclinò pericolosamente di lato, avevano forato ed erano finiti nel fossato al lato della strada e le zolle erbose stavano andando troppo velocemente nella direzione del suo finestrino.
    O perlomeno quella era la sua percezione, anche se sapeva bene che stava avvenendo l’opposto, era il finestrino che stava per schiantarsi sul terreno.

    Finirà dunque tutto così?
    In un incidente su un pullman diretto a Las Vegas?


    Continua...
     
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29 replies since 23/5/2010, 22:06   1417 views
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