Quando

Rabb-it

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  1. rabb-it
     
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    Ottavo capitolo



    “Aggiustate, può stare tranquillo sono tutte integre le sue ossa.”
    Con quella frase un medico del pronto soccorso dei sobborghi di LasVegas lo aveva dimesso.
    Sperava che la sua conoscenza medica fosse migliore di quella della lingua, ma si sentiva quasi bene, quindi era ottimista sulla diagnosi, sperando gli avessero fatto delle lastre mentre dormiva e non si fossero affidati alla mera osservazione.
    Aveva dormito come un sasso tutta la notte, e nessuno lo aveva disturbato.
    Una volta sveglio l’amara sorpresa, niente documenti, niente soldi, niente cellulare.
    Poco male, si disse che avrebbe solo dovuto trovare un telefono e chiamare…
    …i fatti degli ultimi due giorni gli piombarono addosso mentre accendeva il cervello, al secondo caffè offerto da una delle infermiere presenti in pronto soccorso, aveva staccato dal turno e si era intenerita a vedere quel giovane un po’ trasandato con l’aria di non sapere dove stava e come ci era finito.
    Chi posso chiamare? Ho rotto i ponti con tutti.
    Sono solo.

    Per la prima volta da una settimana vedeva con nitidezza cosa aveva combinato la settimana precedente.
    Come se stesse osservando tutto dall’alto, uno dopo l’altro gli avvenimenti che lo avevano portato a quel punto si dipanarono davanti a lui.
    Mentre in tutta la settimana, con la preoccupazione per la vita di Derek aveva guardato solo il presente, atterrito dal futuro, ora dava uno sguardo al passato.
    Era ad un passo dalla dissociazione, ma stavolta a differenza del giorno prima non ne era spaventato, aveva capito che si era fatto travolgere e non aveva ragionato lucidamente, non stava impazzendo era solo troppo stanco.
    Troppo concentrato sul qui ed ora per capire il prima e il poi.

    Prima.

    Lui e Derek avevano appena consegnato ai poliziotti di Albuquerque i due pericolosi serial killer che avevano inseguito per tre stati, i contatti con Garcia non erano ancora stati ripristinati, ma avevano sentito David ed erano d’accordo che ognuno sarebbe rientrato con i suoi mezzi, riunione il mattino seguente a Quantico per stendere i rapporti, Hotchner per una volta aveva concesso mezza giornata di pausa, più per le distanze reciproche che per reale desiderio.
    Derek lo aveva convinto a starsene a zonzo per una sera, avrebbero preso il volo all’alba e sarebbero stati a Washington in tempo per fare rapporto.
    Era indeciso, ma l’amico aveva fatto un paio di battute sul fatto che non si godeva la vita e non gliela voleva dare vinta.
    Maledizione, avessi dato retta al mio lato petulante e preciso tutto questo non sarebbe accaduto.
    Promemoria, non dare mai più retta a Derek… se me ne darà l’occasione.

    Ovviamente per prendersi pausa dovevano essere irreperibili, e visto che il capo ha detto pausa non ci sta niente di male a spegnere i telefoni.
    E così andarono a zonzo in quel del Nuovo Messico, niente follie particolari, mezza giornata libera passata a non pensare.
    Almeno per Derek, lui continuava a stressarsi ed a stressare con quello che forse potevano fare se rientravano prima.
    Ad un certo punto Derek non potendone più lo aveva preso a male parole, niente di che lo prendeva spesso in giro per il suo carattere strano.
    Ma qualcosa gli fece saltare i nervi.
    Un riferimento involontario a disturbi mentali, che a Morgan non sarebbe mai uscito se avesse pensato a cosa stava dicendo, ma era parecchio su di giri e a volte le parole escono prima che si abbia il tempo di pensarle, specie se si ha bevuto, e Reid si tramutò in una furia.
    Una furia che contro un colosso della stazza di Derek Morgan avrebbe avuto l’effetto di una tempesta in un bicchiere d’acqua, un po’ d’acqua sul piano d’appoggio si asciuga e via.

    Ma gli imprevisti a volte ci mettono lo zampino e proprio nel momento in cui Reid lo colpiva, Derek stava spostando il peso da un piede all’altro, già malfermo per la sbronza che si era preso, venne colto di sorpresa dalla reazione scomposta di Reid, erano nei pressi di una scalinata, Spencer senza rendersi pienamente conto di quello che stava accadendo vide l’amico rovinare giù.
    Sì sentì nitidamente il crak di un osso spezzato, forse più di uno.
    In fondo alla scalinata c’era uno di quei baracchini di hot dog, il baracchino rovescio addosso alle gambe di Derek parte del contenuto.
    Quello che si sarebbe dovuto risolvere con una risata da parte di Derek mentre respingeva il colpo di Reid, a cui era scemata di botto tutta la furia, stava diventando una tragedia, mentre il sangue formava una pozza a lato della testa di Derek.

    Ricordava di aver gridato, chiamato i soccorsi, tamponato la ferita alla testa, preso dell’acqua per spegnere le ustioni.
    Al pronto soccorso, richiesto anzi ordinato, le lezioni involontarie di Hotch erano state apprese per semplice osmosi, che gli fossero fatte TAC e elettroencefalogrammi.
    Poi i contatti con gli altri, lui che non riusciva a spiegare coerentemente l’accaduto, loro che sapevano solo che c'era stato un incidente, e lui che non ce la faceva a spiegare che dalla scalinata ce lo aveva spinto lui e non era caduto da solo per la sbronza.

    I giorni passati al suo capezzale, accorgersi di quando l’antidolorifico smetteva di fare effetto e ordinare che gliene dessero ancora, pretendere di essere presente ad uno degli elettroencefalogrammi per vedere le reazioni nervose quando gli parlava.
    Lo scoramento all’idea che poteva non svegliarsi mai più.
    Penelope che lo sgridava di farsi sentire da Derek a dire certe cose, Hotch che gli ordina di reagire e Derek che dopo una settimana in cui rispondeva solo agli stimoli dolorosi, facendo presagire il peggio, reagisce, serrà i pugni, stringe la mascella e non è una questione nervosa, è una reazione alle parole di Hotch.
    Il risveglio, l’afasia e quello sguardo.
    Di odio.

    Lo avrebbe affrontato, ora era lucido, aveva riposato.
    Era stato un incidente.
    Un maledetto, stupido incidente.
    Davide aveva atterrato Golia, ma senza volerlo.
    Ed ora forse lo avrebbe aiutato a rialzarsi.
    Se glielo avesse permesso.

    Continua...forse.


    SPOILER (click to view)
    Spiego il forse.

    Ci sono ancora un paio di capitoli, almeno abbozzati sulla carta, ma ora come ora non mi viene proprio di passarli al pc, quindi teoricamente ci sono ancora un paio di cose da chiarire, ma non so quando... senza ironia stavolta.
    Solo non mi andava di lasciarvi troppo in attesa di questo ottavo, che in fondo potrebbe anche essere una conclusione, forse.

    Per l'admin, se non vado avanti, avverto, diciamo entro un mese, aspetta a spostarla nella zona ff a capitoli terminate, grazie.
     
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29 replies since 23/5/2010, 22:06   1417 views
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