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Rabb-it

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    Capitolo 14


    Arrivata, era a casa. Finalmente.
    Stava uscendo dall’ufficio quando aveva ricevuto la chiamata di Emily, aveva avvisato Will che avrebbe fatto tardi, lui le aveva detto di non preoccuparsi.
    Ma appena le cose erano state chiarite tra Derek e Spence li aveva salutati e se ne era corsa a casa.
    Non solo per la voglia di rivedere marito e figlio, ma anche per non poter essere sincera con loro e non aver voglia di mentire. L’avevano salutata tutti sorridendo.
    Solo Garcia l’aveva guardata un po’ in modo strano.
    Come se sapesse perché scappava.
    E non sarebbe nemmeno strano, lei sa spesso quello che succede. Quasi come Rossi, sono i migliori informatori sulle voci di corridoio, da sempre. Ma forse stavolta aspettano che ne parli io.

    Will stava preparando Henry per cenare, seggiolino agganciato alla tavola e pasto in tavola.
    “Ciao, mi spiace. Crisi in corso.”
    “Tranquilla, abbiamo appena preparato, vieni a sederti. La crisi riguarda le ultime novità? Se la sono presa a male?”
    “No, non lo sanno ancora, il vicedirettore deve ancora parlarne con Hotch. E non ho avuto il coraggio di dirlo io per prima.”
    “Sai che a saperlo da lei la prenderanno peggio. Dovresti prepararli alla cosa.”
    “Non ce la faccio Will, ne abbiamo passate troppe. Mi sembra di tradirli. Sono anche loro la mia famiglia per certi versi.”
    “Lo so, e per questo penso che dovresti prendere tu la decisione di informarli che stai per...”
    Lei lo interruppe irritata.
    “… non voglio, so che devo farlo d’accordo, ma non ci riesco.”
    Lui le prese una mano e giocherellò con l’anello che la donna portava al dito.
    “Potrebbero anche finire con l’essere contenti per te.”
    “So che lo saranno, ne sono certa, ma fino a che la Strauss non ufficializzerà la cosa con Hotch, io preferirei non ne sapessero niente. Anche se…”
    Le strinse un poco la mano, come ad invitarla a continuare.
    “…anche se penso inizino a girare le prime voci.”
    “Fermale sul nascere, al diavolo il vicedirettore, sono più di sei anni che lavori con loro, non si meritano di saperlo da pettegolezzi.”
    “Hai ragione. Domani parlerò con Hotch.”
    Ecco lo aveva detto, domani, era decisa.
    Si sentiva già più leggera.
    Iniziarono a cenare, ridendo con il loro bambino.
    Sereni.

    L’indomani JJ bussò con decisione all’ufficio della Strauss.
    “Si accomodi, ho visto il suo messaggio, è una cosa molto urgente?”
    “Vorrei mettere al corrente i miei colleghi, o perlomeno il supervisore Hotchner di quello che sta per succedere, non intendo mancarle di rispetto, ma la situazione per me sta diventando insostenibile.”
    “Non le avevo detto chiaramente che ne avrei parlato io? Entro la settimana terremo la riunione in cui spiegherò ogni cosa.”
    “Lei era stata chiarissima, sono io che preferirei potergliene parlare prima che lo sappiano dalle voci che stanno già iniziando a girare.”
    “Capisco, va bene, lo dica pure all’agente Hotchner. Ma non agli altri. Le voci sono solo voci, fino a che non vengono confermate.”
    Salutò ed uscì.

    Una mezza vittoria. Toccava accontentarsi.
    Era intenzionata a dirlo in ogni caso a Hotch, ma era meglio poterlo fare senza disobbedire ad un ordine diretto.
    Entrò nell’open space, si diresse al suo ufficio, prese alcune cartelline che doveva far approvare ad Hotch, erano il suo alibi per andare in ufficio senza destare domande.
    Sorrise ai colleghi che incrociava.
    Un'altra bussata, stavolta meno decisa.
    Hotch era al telefono, le fece cenno di entrare.
    Terminò la conversazione e prese le cartelle che lei gli porgeva.
    “Hotch, dovrei parlarti di una cosa, se hai un momento.”
    “Certo dimmi.”
    L’uomo firmò rapidamente e chiuse i fascicoli, e lei ebbe tutta la sua attenzione.
    “Ecco sai che da qualche tempo il vicedirettore mi manda anche a seguire altre unità. Nella prossima riunione… ecco… io…”
    Hotch fraintese la sua esitazione.
    “Vuoi che le parli e le chieda di smetterla? È nelle mie intenzioni. Non ha senso che ci privi di un elemento della squadra per le sue lotte contro di me.”
    “Hotch… no. Non farlo. È diverso.”
    “JJ… spiegati meglio.”
    “Mi ha proposto per un nuovo incarico, questo prevede che io segua le varie squadre solo dagli uffici, sai cosa vuol dire…”
    “Una promozione! Congratulazioni JJ!”
    L’uomo si alzò in piedi e le porse la mano per congratularsi.
    Lei ricambiò la stretta, Hotch l’aveva presa bene.
    “Non so… mi sembra di abbandonarvi. Non è ancora ufficiale fino alla riunione, ha presentato domanda di prepensionamento la persona che gestiva il livello superiore e la Strauss ha fatto il mio nome per il posto vacante.”
    “Sei la persona giusta, certo per noi sarà un bel guaio. Ma sono contento per te.”
    “Il fatto del guaio, prima quando hai detto che la Strauss mette i bastoni tra le ruote, confesso che questa promozione mi sembra più un dispetto a voi che un premio a me… avrò un sacco di grattacapi in più”
    “Sui grattacapi non so darti torto, ma il dispetto no. Doveva scegliere un sostituto ed ha scelto la migliore, non è così autolesionista il vicedirettore.”
    “Mi ha chiesto di dirlo solo a te, voleva dirlo lei nella riunione, ma io non ce la facevo più a sentire gli altri che…”
    Sì fermò rendendosi conto che lui forse tutte le lamentele degli altri non le conosceva.
    Lui si rese conto che c’era qualcosa che JJ non voleva dire, e non indagò. Sospettava potesse entrarci la lite del giorno prima con Derek e preferiva non avere conferme.

    Un toc toc alla porta.
    Rossi che entra.
    “Le voci di corridoio sono vere allora? Stai per mollare l’unità.”
    “Dave, ma come…”
    “La porta era aperta e tu non hai parlato a bassa voce nel farle le congratulazioni, sto nell’ufficio a fianco te lo ricordi?”
    JJ guardò Hotch che fissava Rossi come se volesse capire da dove gli arrivava tutta quella comaritudine.
    “Prossima volta chiuderò la porta, altro che voci di corridoio. Comunque sì a breve ci lascia, ma se va avanti così potrebbe anche andare al posto della Strauss.”
    “Uh dimmi dove si firma per la petizione: Voglio JJ direttore.”

    JJ scosse il capo ridendo per la solerzia con cui Dave aveva raccolto l’idea balzana di Hotch.

    Continua...
     
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29 replies since 23/5/2010, 22:06   1417 views
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