Don't leave me alone

Spoiler season 6. ATTENZIONE Rating R per temi trattati, Morti

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    Autore:fra235

    Titolo: Don’t leave me alone!

    Rating: R (temi trattati!!! Non per persone sensibili, morti)
    Categoria: Drama
    Avvertimenti: Se siete sensibili, non leggete. Raccontata situazione terribilmente triste!!!! (klinex!!!)

    Personaggi/coppia: Emily Prentiss; Aaron Hocthner
    Spoilers: Season 6

    AN: two-shot
    Disclaimer:Criminal Minds non mi appartiene, (ma ne potremmo discutere) i personaggi sono di Jeff Davis e non ci guadagno nulla. (solo i vostri commenti)

    Il freddo attanaglia DC da qualche giorno.
    Nonostante siamo ormai a fine febbraio, le temperature cadono inesorabilmente al di sotto dello zero.
    Sono le due del mattino, è dalla riunione di ieri pomeriggio che non abbiamo più notizie di te.
    È evidente il tuo coinvolgimento nella questione Ian Doyle, è evidente che non ti sei fidata di noi.
    O come dice David, ci stai tenendo al sicuro.
    Penso e ripenso al perché nessuno sapeva nulla del tuo passato.
    Neanche io, che ti avevo conosciuta come Emily Prentiss, quando appena adolescente eri tornata a vivere a DC, dopo il Medio Oriente, dopo l’Europa.
    Una giovane e spavalda Emily, che eludeva sempre più facilmente le guardie di sicurezza, quando voleva incontrarsi col fidanzato al parco.
    Fino a quando sei partita per Yale.
    La sera precedente la tua partenza, ci siamo incontrati sulla terrazza, tu rientravi da uno dei tuoi giri in città “non autorizzati” e io ti aspettavo al varco.
    Mi pare ancora di sentire le tue parole di adolescente ribelle, quando ti ho fatto notare, al tuo rientro, che dal giorno dopo saresti stata libera, niente più gala obbligatori, niente più capi di stato e ambasciatori, niente più Security…
    Mi hai risposto che ti divertivi, a prendere in giro gli anziani capi di stato, che parlavano cercando di non far cadere la dentiera, e che era ancora più divertente seminare la Security in giro per DC.
    Mi hai guardato dritto in volto mentre mi dicevi che le guardie di sicurezza erano troppo vecchie e troppo lente per correrti appresso.
    E poi mi hai baciato!
    Il tocco delicato e azzardato di un’adolescente che si stringe a me.
    Ho ricambiato quel bacio, fino a quando il viso di hailey mi si è materializzato nella mente, e ti ho scostato.
    “povero giovane maritino…” mi hai schernito entrando nella tua stanza dalla veranda.
    Perché?
    Perché non ci hai raccontato di Lauren?
    Chi è Lauren?
    Perché Ian vuole uccidere Emily?
    Come posso tenere Emily lontana da Doyle e da Lauren?
    Mio Dio!!!
    Appoggio la fronte alla finestra, cercando tra le mille possibilità una risposta alle mie domande
    Ai miei dubbi.
    Mi basta una sola risposta!!!

    “hanno rintracciato il telefono di Emily nella zona dei magazzini portuali di Norfolk! La SWAT è sul posto in mezz’ora” mi annuncia JJ affacciandosi al mio ufficio.
    Afferro la pistola, e il giubbino di Kevlar prima di uscire e raggiungere il team.
    Ci dirigiamo a Norfolk, il tutto si svolge in assoluto silenzio. S’intravedono Emily e Doyle sul tetto di uno dei magazzini.
    Mi sudano le mani
    Intravedo solo le spalle di Em da qui, dobbiamo salire.
    Mentre la squadra tattica prende posizione un colpo di pistola squarcia l’aria
    E subito un secondo.
    Non c’è più tempo!!!
    Saliamo sul tetto ed interviene un elicottero ad illuminare con un faro la zona.
    Due persona a terra…
    Vengono immediatamente allertati i soccorsi
    “officer down!”
    “Officer Down”
    Risuona nel mio auricolare
    Corro…
    Salgo le scale a due a due
    I polmoni mi bruciano per lo sforzo.
    Ti vedo stesa a terra, vicino a due ragazzi della SWAT.
    Mi avvicino chiamandoti a gran voce
    “EMILY!!! EMILY!!! NOOOOO!!!!”
    M’inginocchio vicino a te
    “Aaron …” mi chiami con voce flebile
    “sono qui” ti dico prendendo le tua mani insanguinate e andando a tamponare la ferita come meglio posso
    “I SOCCORSI!!!! DOVE SONO I SOCCORSI?????”
    Grido in direzione degli agenti.
    “Emily!!! Sono qui! Andrà tutto bene!” ti dico
    Accarezzo il tuo viso madido di sudore.
    Capisco immediatamente che la ferita è grave!
    Piango silenziosamente mentre il tuo corpo è scosso da leggeri brividi.
    Stai perdendo troppo sangue…
    Vuoi parlare
    Mi fai gesto di avvicinarmi
    Con un filo di voce mi dici cosa già so.
    “lauren è morta in un incidente d’auto!” mi dici con un filo di voce
    Facendo evidentemente fatica a parlare
    “Emily, shhh! Non sprecare energia! L’ambulanza sta arrivando! Starai bene! Faremo questo discorso domani, quando starai bene” ti dico, pur sapendo che più passano i minuti, meno sono le possibilità di averti con me domani.
    “Aaron… sto morendo! Emily sta morendo!” mi dici ancora con un filo di voce, sempre più flebile, con uno sforzo maggiore.
    “Aaron… quel bacio, quella sera prima che andassi a Yale! Quel bacio è stato il più sincero che ho dato… è stato il più sincero che ho ricevuto” mi dici con voce spezzata dalla fatica, e da i colpi di tosse.
    Il proiettile deve aver perforato un polmone, il tuo fiato è sempre più corto!
    “ti ho sempre amato, sin da quella sera… anche se eri sposato… anche se tu non mi amavi” dici ancora
    Ti stringo tra le mie braccia, mentre appoggi la testa alla mia spalla ed esali il tuo ultimo respiro.
    Sento il fiotto di fiato caldo contro il mio viso, prima che le tue braccia, le tue spalle si rilassino lasciando un corpo esanime tra le mie braccia.
    Ti stringo forte, non voglio lasciarti andare via.
    I barellieri sono alle mie spalle, ed è Derek, che per la seconda volta mi allontana dalla donna che amo, che è morta.
    Sono attonito
    Incredulo
    Sono al di fuori dell’obitorio e non ho più lacrime
    “l’amavamo entrambi, ci ha lasciato entrambi Aaron” mi dice l’Ambasciatore Pretiss.
    Prima di essere attorniata da un nugolo di reporter.
    Come un automa, mi allontano e giungo a casa.
    Se solo mi avessi detto quello che stavi affrontando.
    Se solo mi avessi raccontato le tue paure e i tuoi timori…
    Li avremmo affrontati insieme.
    Ma tu hai voluto lasciarci fuori
    Avevi paura di Doyle
    Avevi paura che facesse male alla tua famiglia, e sei morta cercando di evitare che accadesse.
    Mi chiudo la porta alle spalle e resto nel mio appartamento
    Al buio
    Il rumore della città che ancora dorme, mi accompagna fino nella stanza da bagno, dove accendo la luce del lavandino, per lavarmi le mani.
    Lavo via il tuo sangue dalle mie mani
    Tolgo la camicia e la butto nel cesto dei panni, consapevole che la dovrei buttare.
    Mi siedo a terra, stremato dai fatti del giorno, stremato dal dolore che ho visto, stremato dal vederti morire tra le mie braccia.
    Affondo il viso tra le mani, e piango ancora…
    Piango lacrime che non credevo di avere più, piango per spingere fuori questo enorme dolore che ancora una volta si è affacciato nella mia vita, piango, poiché più nulla mi è rimasto da fare per te!.
     
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  2. fra235
     
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    ultimo capitolo
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    Due settimane dopo
    Sono le due del mattino, e come spesso accade da quando sei morta, il tuo ricordo mi fa compagnia durante le notti insonni.
    Sento un rumore provenire dal salotto.
    Afferro la mia Glock e raggiungo la cucina, sto per accendere la luce quando sento dire:
    “lascia la luce spenta Aaron”
    Sei tu
    Sei qui
    Ti riconoscerei ovunque
    “Emily…”
    “Emily è morta!” m’interrompi subito!
    “Emily è morta su quel tetto! Ed è lei che tu devi piangere” mi dici ancora con tono controllato
    “Volevo vederti ancora una volta, e poi andare via per sempre!” mi dici ancora, prima di vedere la tua figura uscire dalla finestra sulla scala antincendio, e vedere solo 2 SUV neri, allontanandosi a luci spente nella notte di DC.


     
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  3. fra235
     
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    Ho deciso che questa FF, meritava un altro paio di capitoli...
    +++++++++++++++++++++++
    capitolo 3
    Quattro anni dopo!

    Dopo diversi anni di duro lavoro, Rossi insiste perché ci prendiamo una vacanza insieme. Jack, io, rossi Henry e JJ.
    La morte di Hayley prima, la morte/abbandono di Emily dopo, hanno segnato un periodo difficile, dal quale mi ci è voluto tempo per riprendermi.
    Ma alla fine, ce l’abbiamo fatta
    JJ insiste per andare in un campeggio in italia, vicino al mare, ma vicino ad alcune attrazioni turistiche, nella zona dell’alta Emilia Romagna, la regione Italiana dedicata al turismo locale ed europeo per chi vuole mare e relax, ma abbastanza vicino ad alcune città d’arte, come Bologna, sede di una delle prime Università Italiane, Venezia la città lagunare e degli innamorati per eccellenza, e Verona, città simbolo degli innamorati, grazie all’ambientazione shakespiriana.
    In questi anni, ho avuto qualche relazione, ma a nessuna ho donato il cuore, come avevo fatto con Hailey, e nessuno mi aveva donato il suo come Emily.
    Una mattina presto, con Dave, JJ e i bambini, decidiamo di andare a Venezia, ma per un percorso particolare, alternativo alle usuali vie turistiche.
    Prendiamo un battello a Chioggia, città lagunare non lontana da Venezia, ma ugualmente caratteristica e bella, senza il traffico di turisti come la sua sorella maggiore. Il battello ci porta sull’isola di Palestrina, dove il biglietto acquistato ci permette una corsa in autobus attraverso vicoli e stradine dell’isola, fino all’altro capo dell’isola stessa, dove lo stesso autobus viene imbarcato su un battello, che ci fa giungere al Lido di Venezia.
    Ancora una corsa sullo stesso autobus che ci porta, passando davanti alla zona notoriamente dedicata al Festival Del Cinema Di Venezia, alla zona dedicata ai taxi d’acqua.
    Quelle piccole imbarcazioni che solcano il Canal Grande e portano i turisti nella zona più famosa della città lagunare.
    Il viaggio è stato bello e rilassante, è stato emozionante soprattutto per Jack ed Henry.
    Una cosa che mi ha sempre affascinato, nel visitare paesi al di fuori degli States, è il vedere, l’osservare la vita ordinaria degli abitanti del luogo.
    È per questo motivo che ho sempre cercato di affittare un appartamento, muovermi in città con i mezzi pubblici della città che mi ospita… solo in questo modo “respiri, vivi, assapori la città”.
    È tutto molto bello quando cammini per le strade di Parigi o Londra o Roma, ma non ti addentri nello stile di vita del Parigino, del Londinese o del Romano.
    In passato, mi ero affittato un appartamentino in uno dei quartieri popolari di Roma, e andavo in ambasciata con i mezzi pubblici, così vivevo e respiravo la città.
    Emily, mi diceva sempre che avrei potuto affittare in un posto migliore, ma io preferivo così.
    Emily…
    Già… ero parte dello staff della security di sua madre, quando vivevo a Roma.
    Sono passati quattro anni da quando l’ho vista l’ultima volta.
    E ancora mi s’inumidiscono gli occhi, mentre l’autobus s’imbarca sul battello che ci riporta verso le auto prima di tornare al nostro campeggio.
    Il sole scende sulla pianura, alle spalle della laguna, andando a portare un altro giorno in altri luoghi, mentre la mia memoria corre ancora una volta ad Emily.
    Questo rumoroso silenzio che è presente sull’autobus, mi permette di camminare per il sentiero dei ricordi, cercando e ricercando i nostri momenti più belli, e mi ritrovo a rivedere sguardi d’intesa prima di un’azione, sorrisi complici mentre sgridiamo Reid che aggiunge opinioni mediche alla sua stessa cartella, e poi quel bacio… il sapore delle tue giovani labbra sulle mie e subito dopo te, stesa tra le mie braccia che esali l’ultimo respiro, e la tua voce mi riecheggia nella testa
    << Emily è morta su quel tetto! Ed è lei che tu devi piangere>>
    Torno con i piedi per terra, quando improvvisamente Henry, rincorso da Jack mi finisce addosso. Lo afferro, sedendolo sulle mie gambe.
    Facciamo ritorno al campeggio stanchi.
    JJ, si occupa di mettere a dormire i bambini stanchi, Jack vuole dormire con Henry, quindi stanotte dormirò da solo nel bungalow.
    Mi fermo nel portico di Dave e JJ a fumare un sigaro.
    Quando i miei amici vanno a dormire, m’incammino lungo il sentiero che fiancheggia la laguna da un lato e la pineta dall’altro e che mi porta al mare.
    Cammino in silenzio, ancora una volta in compagnia dei fantasmi del passato.
    Era da tempo che non mi ritrovavo così immerso nei pensieri e nei ricordi.
    Devo ammettere che sono sempre di più quelli relativi ad Emily che tornano a farmi compagnia, invece che quelli relativi ad Haley.
    Haley, è morta. L’ho vista!
    Ho abbracciato il suo corpo esanime, ho sfiorato le sue ferite!
    Ho pianto lacrime mentre gli operatori delle onoranze funebri l’hanno vestita per l’ultimo viaggio!
    Mentre con Emily…
    Anche lei ha esalato l’ultimo respiro tra le mie braccia, ma ci hanno obbligato a stare fuori durante la vestizione ed imbalsamazione, non c’era una bara aperta… e poi…
    Quella notte
    Al buio nel mio salotto…
    Ho sognato?
    O eri davvero tu che mi parlavi?
    << Emily è morta! E’ lei che devi piangere>>
    Questa frase mi rimbomba e mi rimbalza nel cervello
    Quasi come una pallina nel flipper.
    Chi era su quel tetto?
    Ancora a distanza di anni, sono queste le domande alle quali non riesco a dare risposta
    E la differenza tra Haley, un amore lungo anni, ma tragicamente concluso ed evidentemente concluso per mano di qualcun altro, e la situazione Emily, un amore mai decollato, mai espresso mai neanche ipotizzato.
    Un sentimento che è rimasto latente, ma che non ha avuto una vera e propria conclusione.
    Non vi è stata posta la parola FINE con la tragica morte di Emily
    Poiché, pare evidente e palese che la morte di Emily non c’è stata!
    E questo mi lascia confuso spiazzato…
    A tal punto da non aver ancora metabolizzato il lutto a distanza di anni.
    Mi trascino nel mio bungalow, mentre nel villaggio i villeggianti cantano e fanno festa fino quasi all’alba.
     
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  4. fra235
     
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    capitolo 4
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    Sono circa le 5 del mattino, quando inesorabilmente il sonno mi lascia da solo con i miei inseparabili pensieri.
    Decido di prendere l’auto e di andare al paese vicino, centro di un porto di pescatori, a godere dello spettacolo delle barche che rientrano dopo la notte di pesca.
    Mi siedo al bar che si affaccia sul molo, e col sole di fronte, guardo il mare e i pescherecci che fanno rientro.
    E come se già non ne avessi necessità, ti vedo!
    Dall’altro lato del canale che divide in due la piccola cittadina di mare, ti vedo ferma ad accogliere uno dei pescherecci.
    Anche tu ti fermi
    Mi guardi a lungo
    Prima di afferrare la bicicletta ed allontanarti.
    Il ponte, è troppo lontano, ci metterei troppo tempo a raggiungerti
    Guardo solo la tua figura che si allontana china sulla bicicletta…
    Rimango allibito, sconcertato
    Non so che pensare
    Non so che fare
    Guardo l’altro lato del canale in modo vuoto, catatonico…
    Rientro al villaggio, e vado direttamente da JJ, le racconto cos’è accaduto
    Vedo preoccupazione nel suo sguardo
    Non dice una parola e guarda Rossi
    Mi rendo conto che è sceso una sorta d’imbarazzo tra di noi
    E guardo i miei amici
    Spostando lo sguardo da JJ a Dave
    Mi stanno nascondendo qualcosa

    Sto per innervosirmi, quando i bambini corrono da noi, interrompendo tutto ciò che potevamo dirci.
    Dave, decide di portare i bambini a fare colazione al bar, mentre JJ ed io ci sediamo a parlare.
    Mi conferma che non ho avuto le allucinazioni
    Che Emily, adesso si chiama Alex, era stata nel mio salotto quella notte, quattro anni fa.
    Che solo in quel modo avrebbe potuto chiamarsi fuori dal polverone sollevato dal caso Doyle.
    E che adesso avrebbe dovuto lavorare in Olanda, per quanto ne sapeva lei al dipartimento di stato, Alex/Emily si doveva trovare ad Amsterdam, e non a Porto Garibaldi!
    Anzi… a Porto Garibaldi, non ci doveva neanche essere mai stata.
    Sono allibito, JJ vuole telefonare in ufficio, ma la fermo.
    Mi ha visto, mi ha visto molto bene! Se è Emily vedrai che si farà viva le dico
    Stiamo ancora qui una settimana da oggi, affermo, vedrai che se è lei, si farà viva.
    Intanto, ogni sera chiedo a JJ di tenere Jack per la notte, e poter andare a camminare sulla spiaggia silenziosa, una delle sensazioni che amo più al mondo.
    Camminare con le scarpe in mano sulla sabbia ancora calda dal sole della giornata, respirare a pieni polmoni l’aria salmastra e perdermi nell’immensità di un Plenilunio che nasce dal mare, con una luna enorme, che ci osserva, che ci rassicura, con la sua faccia così conosciuta, ma che allo stesso tempo è misteriosa questa luna piena.
    Ci mostra sempre solo la stessa faccia, quella che tutti conosciamo da Nord a Sud, dall’Europa, all’America, all’Australia…
    Quella faccia della luna che è stata testimone del nostro bacio sulla terrazza a DC, quella luna che è stata testimone della tua morte …
    Ma quella luna, non è stata testimone del nostro incontro notturno nel mio salotto.
    Quella notte la luna non c’era
    La luna…
    Piuttosto di farci vedere <<l’altra>> faccia
    Non ci fa vedere nulla.
    Un po’ come te!
    Ci hai sempre mostrato solo una faccia…
    Ma l’altra, benché nascosta.. esiste!
    Dovrei essere arrabbiato
    Dovrei essere furioso con te!
    Dovrei prendere la tua falsa morte come un tradimento
    Come il tradimento di una persona con cui hai condiviso tante cose, belle e brutte per ben 5 anni, e ad un certo punto mi ritrovo a riconoscere un viso, delle abitudini che sono naturalmente riscontrate su un viso amico come sorrisi, smorfie, il modo d’inclinare la testa, o di torturarsi le mani…
    Riconosco tutte queste cose, su una persona che mi rendo conto di non conoscere.
    Dovrei essere furibondo con te, arrabbiatissimo
    Afferrarti per le spalle e scuoterti, chiederti gridando PERCHE’???
    Perché CI ha fatto questo?
    Perché MI ha fatto questo?
     
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  5. fra235
     
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    Capitolo 5
    Pubblico adesso, perchè mi si prospetta un pomeriggio alquanto impegnativo e non so se avrò tempo più tardi.
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    Questo lato della costa è tristemente e fantasticamente isolato.
    La spiaggia e la laguna, fanno si che le case siano abbastanza lontane, e talvolta s’incontrano dei ragazzi che cercano un po’ d’intimità…
    Ma siamo talmente lontani dal resto della popolazione che vive oltre la pineta, che non ci s’intralcia, e quindi mentre una coppia si bacia su una pietra, io posso tranquillamente passare oltre andarmi a sedere su un tronco abbandonato dalla marea un po’ più in la.
    Ancora una volta a cercare e ricercare nei miei pensieri un motivo per odiarti.
    Un motivo per sperare intensamente che non fossi tu quella donna dall’altra parte del canale
    E invece, dopo aver elencato i motivi per cui dovrei allontanarti se t’incontrassi, i motivi per cui dovrei essere arrabbiato da gridarti tutto il mio dolore…
    Trovo sempre solo nella mia memoria la dolcezza di quel bacio, la delicatezza delle tue mani sul mio collo, e la spavalderia di una diciottenne nei tuoi occhi.
    In fondo… non riesco proprio ad arrabbiarmi con te.
    Il bene che ti voglio, supera la rabbia che provo.
    Passano i giorni, e ogni mattina, all’alba, vado a prendere un caffè al porto, cercandoti dall’altro lato del canale con lo sguardo, ed ammirando il lavoro di queste persone che fanno rientro ogni mattina da una battuta di pesca, ed ogni sera, mi ritrovo a camminare sulla spiaggia del campeggio, cercando un motivo per odiarti, ma trovando solo motivi per amarti di più!
    Ed è un cane che si morde la coda.
    Poiché più ti penso, più sto male
    Un dolore lancinante all’altezza del petto
    Un dolore lancinante all’altezza del <3
    *
    È l’ultima sera che passiamo in Emilia, domani ci trasferiamo a Milano, per prendere l’aereo il mattino successivo.
    L’ultima occasione di credere che fossi tu sul canale.
    Perché il tuo sguardo, i tuoi occhi non mentono!
    E possono passare anche cento anni, ma ti riconoscerei ovunque.
    Come ogni notte, ormai, passeggio nella stessa direzione della spiaggia, dove il mare incontra il fiume, e la spiaggia è più larga, e piena di tronchi.
    Mi vado a sedere sul solito tronco, su cui oggi qualcuno ha inciso qualcosa in inglese, sulla morbida corteccia del pioppo:
    “1993 – La Solitudine- Laura Pausini. l’ultima strofa è l’ anamnesi della nostra storia. Aspettami, ancora una volta!”
    Niente firma!
    Niente!
    Solo il titolo di una canzone italiana che non ho mai sentito, e una frase che rimanda all’ultima strofa.

    Aziono immediatamente il mio I-Phone e cerco la canzone su YT, ma ne trovo solo la versione italiana…
    Cerco ancora e trovo una traduzione amatoriale su un blog
    Il titolo in inglese è “The loneliness”
    E le parole mi rimandano a questo:
    << I beg you, wait for me because
    I cannot be without you.
    It is not possible to divide
    The story of us two>>
    Ma come tutte le cose, e soprattutto le canzoni, in italiano, benchè per me incomprensibile, queste parole hanno un gusto particolare, quasi dolce, che culla e fa sperare.
    <<ti prego aspettami
    Perché
    Non posso stare senza te.
    Non è possibile dividere.
    La storia di noi due…>>
    Ascolto e riascolto la canzone attraverso il telefonino, su YT ne esistono infinite versioni, con immagini e video stupendi, con tipologie diverse… live, ai festival, in studio, cantata da ragazzine che oggi saranno donne…
    Fino a quando la batteria mi abbandona
    E rimango solo nell’oscurità illuminata dalla luna calante, con i piedi affondati nella sabbia e le parole incomprensibili di una canzone straniera nella testa con il rumore della risacca a fare da sottofondo musicale.
    all’improvviso ti domando
    A te
    Che stai alle mie spalle
    Come fai a conoscere questa canzone, nel ’93 eri a Yale, avevi addirittura quasi finito il College
     
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  6. fra235
     
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    Capitolo 6
    Ultimo capitolo
    *********************************************
    <<dopo aver vissuto in Italia, una delle cose che ti porti dietro, è la musica. I momenti, le situazioni, i sentimenti hanno un legame con la musica. Ma in questo paese, in modo particolare. Su una metropolitana di una qualsiasi città del mondo, la gente ascolta la musica per non essere importunato dal prossimo … anche qui in Italia. Ma in modo diverso! Metto quella canzone nel mio I-pod, perché mi ricorda quella situazione, quelle parole, quel profumo, quel momento… se mi devo isolare dal mondo, voglio ricreare una nicchia calda in cui sto bene. Non un luogo qualunque, purchè serva al mio scopo. L’italia ha una colonna sonora particolare, e personale.
    Fatta di canzoni simbolo e cardine, fatta di situazioni ricordate da quelle specifiche canzoni.
    Anche i momenti più bui della storia italiana, sono accompagnati da canzoni
    Le canzoni delle giubbe nere, durante il fascismo, in contrapposizione alle canzoni partigiane della resistenza.
    Ti sei mai accorto che passando da un negozio all’altro senti costantemente una musica di sottofondo?
    Proviene dai bar, dai negozi di abbigliamento, dalle gelaterie… dagli altoparlanti posti lungo le strade. Quando sei cresciuta con un sottofondo musicale, fatto di cantautori, negli anni 80 erano tanti i cantautori italiani, e passi poi in un mondo dove la musica, è musica… ma non è ricordo, non è legame indissolubile con i minuti del giorno… tendi a ricreare quei momenti.
    Mi sono tenuta al passo con i tempi, ma come sempre ci sono canzoni che ci “restano” più di altre. E benché quando questa ragazza ha cantato questa canzone al Festival della canzone della sua nazione, io avessi già 23 anni… non so perché, ma mi ha sempre ricordato quel bacio sulla veranda a DC. Erano passati 4 anni.
    Come sono passati 4 anni dall’ultima volta che ti ho visto>>
    Mentre parliamo, il tuo profumo mi giunge alle narici.
    Non mi sono ancora voltato…
    Non so perché
    Paura di vederti?
    E poi vederti sparire di nuovo?
    L’ultima volta che ti ho incontrata, non ti ho vista.
    Non hai voluto che accendessi la luce.
    Qui non c’è luce artificiale, ma ci fa compagnia un quarto di luna.
    Ti siedi al mio fianco
    Ed è con tutti i muscoli tesi del mio corpo che mi volto per incontrare il tuo sguardo.
    Ho paura di non riconoscerti
    Ho paura di non sapere chi sei
    O chi eri
    Finalmente, il mio sguardo incrocia il tuo
    Ed è silenzio tra di noi
    Un silenzio dolce
    Un silenzio carico di cose da dire
    Carico di cosa da fare
    Non è un silenzio rabbioso
    I miei occhi s’inondano di lacrime, e tendo ad abbassare il viso, per non farti vedere quali reazioni provochi ancora su di me.
    Ma le tue mani, mi accarezzano la guancia e mi sollevano il mento, per incontrare di nuovo il tuo sguardo.
    Anche i tuoi occhi sono colmi di lacrime, ma sei tu la persona forte tra i due in questo istante, sei tu che con delicatezza passi una mano sulla mia guancia asciugando le gocce salate che l’emozione di averti al mio fianco ha creato.
    E baci ogni lacrima che ha lasciato un solco sulla mia guancia. Prima di stringermi forte.
    “Non sarà per sempre” mi dici all’improvviso.
    Ti guardo interrogativo
    “non starò via per sempre” mi dici.
    “appena preso Doyle, e stavolta non scapperà di galera, io torno a DC!” mi dici
    Il tuo lavoro ti aspetta
    E i tuoi colleghi anche
    Guardandoti negli occhi senza il velo di lacrime
    Sicuro di ciò che ti sto dicendo
    “E tu?” mi domandi sottovoce
    “Io non posso più aspettare” ti rispondo baciandoti con passione.
    Abbracciandoti forte, quasi fino a farti male.
    Se dovranno passare anni prima che ti riveda, voglio assaporare ogni millimetro di te, il tuo profumo, la morbidezza dei tuoi capelli e della tua pelle.
    Ci avviamo verso il mio Bungalow e facciamo l’amore.
    È la prima volta, e mi sento come l’adolescente che incontravo tutte le sere sulla spiaggia…
    Facciamo l’amore in un modo che ci resterà impresso nella mente per anni
    Anche quando saremo riuniti a DC, faremo l’amore come oggi in questo bungalow
    La canzone della cantante italiana, mi farà assaporare ogni millesimo di secondo trascorso questa notte con te
    E quando saremo riuniti a DC, sarà quella canzone che ci farà ricordare questa notte, anche quando il suo titolo sarà storia.
    Sarà parte della nostra personalissima storia, e sarà sempre presente nelle nostre playlist.
    *
    Sono le 4 del mattino, quando un leggero bussare sulla parete del bungalow mi desta.
    Vedo che sei vestita e stai uscendo.
    Mi raggiungi sul letto e mi baci appassionatamente
    “Devo andare! Mi aspettano ad Amsterdam per questa sera, e sono dieci ore di auto” mi baci ancora prima di uscire.
    Esco anche io sulla veranda e vedo che ti allontani con JJ in auto.
    Mi giro verso Dave, che mi mostra una tazza di caffè e mi dice:
    “se ti vesti, te ne verso una tazza”
    Lo raggiungo mentre mi vesto, mentre ancora una volta il sole si alza dal mare che si trova oltre la pineta e la laguna, per illuminare questa nostra particolare vacanza.
    “tua moglie mi prende in giro” dico a Rossi, rompendo il silenzio che c’era tra di noi.
    “a me lo dici???” mi dice sorridendo
    “piaciuta la vacanza che ha organizzato mia moglie?” aggiunge.
    Sorrido… dando ragione ai dubbi che mi avevano pervaso nei giorni scorsi.
    “che intendi fare?” mi domanda ancora il mio amico.
    “aspetterò…”
     
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