Per sempre

No spoiler - Emily~

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  1. Emily~
     
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    Autore: Emily~
    Titolo: Per sempre
    Rating:Verde
    Categoria: Triste, malinconico
    Avvertimenti: One-shot ispirata a Distretto di polizia.
    Personaggi/coppia: Emily Prentiss, Aaron Hotchner (Hotly)
    Disclaimer: I personaggi non mi appartengono(tranne quelli da me inventati), sono di Jeff Davis. Criminal Minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
    Note: Una fine diversa del caso del Mietitore


    A tutte colore che credono nell'amore fra Emily e Hotch




    Per sempre




    Parcheggiò il SUV al margine di un campo coperto da un sottile strato di neve. Le impronte degli agenti di polizia avevano distrutto la sofficità compatta di quella sfoglia bianca che, adesso, somiglia sempre più ad un miscuglio di terra ed acqua. La sensazione di Derek era quella di camminare su uno strato melmoso e fu solo grazie ai suoi scarponi che riuscì a non cadere a terra. Circa mezzora prima, era arrivata una telefonata alla sede della BAU la quale informava che c’era bisogno di un membro del team per un piccolo caso. Dato che Hotch non era ancora arrivato in ufficio, Rossi aveva domandato a Morgan se poteva recarsi sul luogo dell’omicidio e cominciare a controllare la scena del crimine e fare un profilo preliminare nell’attesa che il Supervisore arrivasse. Aveva acconsentito, si era infilato la giacca a vento, un cappellino per proteggersi dal gelo ed era partito verso quel luogo desolato dove la neve aveva coperto ogni particolare.
    Era una zona solitaria, fatta solo di poche case sparse qua e là. Scese dall’auto chiudendo la portiera ed addentrandosi nel campo fangoso. In lontananza, mentre si avvicinava, scorse alcuni uomini della scientifica con le loro tute bianche che erano chinati a terra, probabilmente sul corpo della vittima ed alcuni SUV parcheggiati accanto a loro con altre persone che giravano attorno. Non appena si fu avvicinato, un uomo di circa cinquant’anni con i capelli brizzolati che sostava con le braccia incrociate e che riconobbe come capo della polizia di Washington, gli andò incontro – Derek. – disse non appena gli fu accanto. La sua voce era spaventata, quasi rotta dall’agitazione. – Derek aspetta. – insistette parlando a bassa voce per non farsi sentire e bloccando il cammino di Morgan.
    Lui allargò le braccia cercando di passare ma la cosa gli parve alquanto difficile dato che l’amico lo placcava stretto – Matthew, avanti! Non sarà così tremendo!
    - No, davvero… Derek… - perseverò Matthew scuotendo il capo.
    - E cosa sarà mai? Mutilato? Sventrato? Ho visto di peggio! – rise ma la sua espressione mutò di colpo quando incontrò gli occhi di Matthew. Era un amico del team da diversi anni e speso uscivano in sua compagnia per bere un drink dopo il lavoro. Il suo volto era sconvolto, i suoi occhi grigi erano spenti, arrossati e pareva preda di una commozione silenziosa che non riusciva ad esprimere. Derek si guardò attorno ed osservò che, pian piano, tutti gli uomini, dopo averlo guardato, si stavano scostando da quel corpo della vittima ed indietreggiavano. Gli uomini della scientifica si tolsero la mascherina che portavano sulla bocca mentre gli agenti di polizia si levarono il cappello posandolo sul petto in segno di rispetto.
    - Che cosa…? – Morgan guardò l’amico nella speranza che potesse spiegargli quanto stava succedendo ma non appena posò gli occhi su di lui, Matthew distolse lo sguardo sopraffatto dalla commozione, lasciò cadere lungo i fianchi le mani che bloccavano l’agente della BAU e raggiunse i suoi subordinati con un passo incerto e fragile.
    Derek rimase scosso per qualche istante poi, lentamente mentre il cuore impazziva nel petto, camminò verso quel corpo senza vita sdraiato nel fango. Non lo vide bene in faccia ma poté notare le braccia aperte come se fosse un angelo, le gambe leggermente divaricate, la camicia bianca sporca di sangue dove si poteva intravvedere un piccolo foro all’altezza dello stomaco dove certamente era stato freddato. Non vide sangue attorno al cadavere. Fece un altro passo per poter vedere meglio il volto ed, in quell’istante, il suo cuore esplose infrangendosi in mille pezzi lasciando sgorgare dai suoi occhi fiumi infiniti di lacrime.
    – No… - portò le mani alla bocca e cadde a terra sulle ginocchia sentendo il gelo che saliva sulle gambe e riempiva il suo corpo fatto a pezzi. Si lasciò andare ad un pianto disperato raggiungendo la mano dell’uomo, ormai fredda e senz’anima, la strinse forte mentre si dondolava avanti ed indietro e lasciava libero sfogo al suo dolore.




    Emily era in piedi sulla scala intenta a fissare alcune coccarde ed una scritta di buon compleanno sopra il grande tavolo rotondo della sala riunioni. JJ le passava le puntine mentre Reid teneva la scala per evitare che cadesse e Garcia stava preparando gli stuzzichini in compagnia di Rossi. – Hotch quando lo vedrà darà di matti, ragazzi! Non si aspetterà mai un compleanno simile!
    - Vero, però poi questa sera a casa dovrai fare la tua parte Emily! Ti sei comprata qualche babydoll carino? – la punzecchiò JJ fissandola con occhio malizioso.
    - JJ! – esclamò scandalizzata – Ma certo che sei senza pudore!
    Scoppiarono a ridere mentre la bionda passava l’ennesima puntina all’amica.
    Reid fu l’unico a non capire la battuta ma Rossi lo tranquillizzò dicendogli che avrebbe capito una volta cresciuto, poi si pulì le mani sporche dell’olio delle patatine in un fazzoletto ed afferrò il suo cellulare che stava suonando nella tasca della sua giacca. – Rossi! – disse allegramente.
    Garcia canticchiò a bassa voce la canzoncina di compleanno ma dovette smettere quando l’espressione di Dave si trasformò in uno sguardo terrorizzato. Le parve quasi incredulo, esterrefatto, come se avesse ricevuto la notizia più terribile della sua vita.
    – Eh, ragazzi – disse lei rivolgendosi al resto del team ma senza distogliere lo sguardo da Rossi – Io non sono una profiler ma credo sia successo qualcosa…
    Emily scese immediatamente dalla scala, JJ posò le puntine ed assieme a Reid aspettarono che l’amico chiudesse la comunicazione. Quando ritirò il cellulare rimase un istante in silenzio, fissò le sue mani ricercando ogni piccolo particolare per evadere dalla sensazione di impotenza che lo affliggeva poi si voltò verso Reid, guardò JJ, fissò Garcia dopodiché girò verso Emily. Il volto di lei era così impaurito che ebbe quasi paura a sorreggere il suo sguardo per timore di mandarla in frantumi. La scrutò con gran malinconia. Abbassò lo sguardo e lo rialzò cercando di trovare le parole giuste per comunicare una simile notizia ma, in realtà, non esistevano parole giuste per piegare una simile situazione. Respirò a pieni polmoni ricercando in sé quel coraggio che gli veniva a mancare, vide Reid guardare JJ e Garcia scambiare una veloce occhiata con Emily. Deglutì aspramente il magone e, cercando di non far sentire il pianto sulla sua voce, mormorò – Sospendete i preparativi. La festa non si farà.




    Si inginocchiò accanto al suo corpo prendendogli la mano sporca di sangue e portandosela vicino al viso. Poco importava se si sarebbe macchiata, poco importava se avrebbe contaminato le prove di un omicidio senza precedenti. Con gli occhi annebbiati e lo spirito in preda al dolore più tremendo, Emily accarezzò il volto dell’uomo che amava con tutta sé stessa; lo sentì freddo, gelidi, la sua pelle era ricoperta da un sottile strato di nevischio che, tremante, levò delicatamente come se stesse cercando di riscaldarlo. Guardò fisso quel pallido volto segnato dal dolore, attendendo il minimo movimento, pur sapendo, inconsciamente, che non sarebbe mai più stato possibile. Quel groviglio di arti sciolti giaceva immobile davanti a lei, la testa leggermente piegata da una parte, un rigoglio di sangue secco che gli macchiava la guancia, i capelli scompisciati ed incrostati di terra e neve eppure possedeva la sua solita espressione tranquilla, ad Emily parve quasi che dormisse, come se la morte non fosse più un problema insormontabile.
    - Aaron… - lo chiamò con voce rotta dal pianto poggiando una mano sul suo torace e scuotendolo nel disperato tentativo di rivedere i suoi occhi vivi e meravigliosi. – Aaron… - scosse il capo mordendosi un labbro fino a farlo sanguinare. – Non è vero… no… - Strinse gli occhi scoppiando in un pianto dirotto. Derek era alle sue spalle, una mano poggiata sulla sua schiena per darle forza, per quanto possibile.
    JJ stringeva forte Garcia e Reid era in piedi accanto a Matthew, incredulo e senza parole. Rossi, invece, era inginocchiato dalla parte opposta di Emily, osserva la donna con cuore sofferente nel vederla in quell’atroce stato. Guardò il suo caro amico, gli posò una mano sulla fronte, gli accarezzò i capelli. Chiuse gli occhi. Li riaprì poco dopo potendo vedere Emily fra le braccia di Derek dirotta in un pianto convulso. Si staccò da lui non appena i paramedici arrivarono sulla scena e, con tanta tenerezza da farlo commuovere, Emily si chinò su di lui e gli baciò le labbra. – Ciao amore mio…




    Aaron Hotchner era morto la notte del suo compleanno. Un proiettile gli aveva trapassato lo stomaco, il sangue, sua linfa vitale, era pian piano fuoriuscita da quel corpo robusto di un tempo. Aaron Hotchner aveva chiuso gli occhi. Per sempre. Era bastato un istante, un solo istante e Foyet aveva avuto anche lui. Il Mietitore aveva finalmente vinto, aveva avuto tutto ciò che voleva e questo, ad Emily, non importava.
    Aaron Hotchner era stato ucciso come un animale dal suo più accanito nemico, ferito allo stomaco e lasciato nello strazio per ore. Aveva esalato l’ultimo respiro alle sei di una fredda giornata d’inverno, solo e senza aiuto.
    Emily abbracciava il cuscino nella loro camera da letto, sdraiata ed immobile come se tutto attorno a lei non avesse più importanza. Si voltò alla sua destra e passò una mano sul cuscino al suo fianco, quello dove Aaron poggiava ogni sera la sua testa, accarezzò quella stoffa che tanto amava sentire sulla pelle ed immaginò di stare accarezzando il suo viso ma l’unica immagine che gli appariva nella testa era quella del suo corpo sdraiata sul tavolino metallico dell’obitorio. In un taschino della sua giacca avevano trovato un paio di occhiali rubati alla vittima precedente e gli era stato sottratto la fede che portava al dito. Erano certi che fosse stato Foyet ed erano certi che presto sarebbe arrivato a prendere anche Emily.
    Sorrise e si mise a sedere mentre il suo volto era la maschera del dolore. Non gliel’avrebbe data vinta. Non un’altra volta. Aprì un cassetto e ne estrasse un piccolo astuccio nel quale c’era una piccola ampolla che aveva prelevato da una delle basi CIA quando lavorava ancora per il governo. Aprì la boccettina che conteneva un liquido trasparente e la inghiottì in un colpo. L’arsenico avrebbe agito velocemente. Si alzò in piedi per guardare l’ultima volta la neve che cadeva dalla finestra e pianse lacrime amare ricordando che, l’ultima volta, aveva visto la neve fra le braccia di Aaron, nuda e calda, dopo aver fatto l’amore. Socchiuse gli occhi e sorrise.
    - Ovunque tu sia, io sarò con te… - sussurrò baciando la fede che portava al dito. Si sdraiò sul letto, si girò sul fianco rivolta verso la loro fotografia e chiuse gli occhi. Sorrise serena nel pensiero che presto sarebbe stata di nuovo fra le sue braccia calde e forti.





    A chi crede in un amore sincero e profondo.

    A chi vie sperando in un amore infinito.

    A chi piange sotto la pioggia per non farsi vedere.

    A due stelle che resteranno per l’eternità unite da un sottile legame di seta.

    Per sempre.

     
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  2. Pur
     
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    Un amore immenso che ti fa vedere tutto il mondo immerso in una luce splendente, accecante e poi un dolore che ti squarcia il cuore, che ti strappa il respiro, il vuoto.
    Perdere la persona che si ama come la tua stessa vita, se non di più, è il dolore più grande che si possa provare, ma per questo non si può non amare, fa parte del gioco della vita.
    Non si può smettere di amare solo perchè si ha paura di perdere tutto, quindi se è necessario si può piangere sotto la pioggia e si può gridare il proprio dolore.
    Complimenti, mi è veramente piaciuta.
     
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  3. Emily~
     
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    Oh, grazie Pur!
    Sei sempre gentile, sono felice che ti piaccia..
     
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  4. Emily27
     
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    Che tristezza :cry: :cry: però è molto bella. Il dolore di Emily è straziante mentre è vicino al suo Aaron privo di vita, così tanto che decide di seguirlo, è molto commovente. La parte che mi ha toccata di più è stata all'inizio quando il capo della polizia blocca Derek e lui ci scherza su, per poi scoprire l'amara verità :cry: Complimenti, e bellissima la frase alla fine.
     
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  5. viola32
     
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    davvero bella, ma anche molto triste....
     
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  6. Elisy
     
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    Ma cosa devo dire???
    Struggente, ti lascia senza fiato!
    L'amore di Emily per Aaron va oltre ogni cosa, decide di seguire il suo grande amore, Per lei vivere vuol dire stare insieme a lui e per questo decide di seguirlo. Sa che non tornerà ma non le importa, l'unica cosa che conta è che sarà di nuovo con Aaron.
    Semplicemnte Meravigliosa e triste.
    :cry: :cry:
    Compliemnti, hai scritto un'altra perla!
     
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  7. aleee96
     
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    CITAZIONE
    Ma cosa devo dire???
    Struggente, ti lascia senza fiato!
    L'amore di Emily per Aaron va oltre ogni cosa, decide di seguire il suo grande amore, Per lei vivere vuol dire stare insieme a lui e per questo decide di seguirlo. Sa che non tornerà ma non le importa, l'unica cosa che conta è che sarà di nuovo con Aaron.
    Semplicemnte Meravigliosa e triste.
    :cry: :cry:
    Compliemnti, hai scritto un'altra perla!

    quoto!!
     
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6 replies since 11/11/2011, 15:42   171 views
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