Caro Gesù Bambino

Christmas saga - Emily~

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  1. Emily~
     
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    Sta arrivando Natale ed ho intenzione di scrivere alcune FF dedicate a ciascuno dei miei internetfriends!!

    Sissì, lo so... è presto...si, avete ragione..manca un mese! Ok, ok... l'anno prossimo inizierò a rompere col Natale solo a dicembre... ora ritirate i coltelli, grazie!

    *Emily si ritira nel suo angolino



    Dedico questa FF alla mia Honey!!






    Autore: Emily~
    Titolo: Caro Gesù Bambino
    Rating: Verde
    Categoria: SongFics
    Avvertimenti: /
    Personaggi/coppia: Jack Hotchner, Emily Prentiss, Aaron Hotchner, Team
    Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, sono di Jeff Davis. Criminal Minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
    Note: /



    - E se non sarò bravo? – chiese il piccolo rannicchiato nel lettino mentre abbracciava il suo peluche preferito.
    La donna sorrise amabilmente a quella tenera domanda e gli si sedette accanto cominciando a passargli le dite delle mani fra i capelli – Sarai bravissimo! Abbiamo provato tante volte!
    - Sì, ma cantavamo assieme e tu sei bravissima. E se, invece, io sbaglio? – insistette con due occhietti impauriti.
    - Non accadrà, cucciolo mio. Vedrai: sarai bravissimo!



    Caro Gesù Bambino




    Aaron si allontanò dal computer, indossò il cappotto e la sciarpa, afferrò la sua ventiquattrore e spense la luce del suo ufficio dopo aver chiuso la porta. Scese le scale per entrare nell’open spaces e guardò il suo team – Bene, sono in ritardo! – proclamò sbuffando.
    - Come al solito, aggiungerei! – intervenne Rossi alle sue spalle; anche lui con il cappotto allacciato e pronto ad uscire sotto la neve che, lentamente, cadeva dal cielo.
    - Errore! – allegra, Emily saltò in piedi vestita con una camicetta bianca ed una gonna nera – Ho tirato avanti il tuo orologio di circa quindici minuti – rivelò annuendo – Prometto, lo rimetterò a posto! – e, quando vide l’occhio truce di Aaron, passò alla difesa – L’ho fatto per Jack! Se arriviamo tardi allo spettacolo, non te lo perdonerà. E nemmeno io! – afferrò il suo cappotto rosso già pronto sulla sua scrivania e fece l’occhiolino a Derek che aveva iniziato a ridere come un matto.
    Aaron le passò la mano attorno alle spalle – Ti diverti a farmi sembrare tanto ridicolo?
    Lei sorrise al supervisore ed annuì serenamente. – Ora sbrighiamoci. JJ e Garcia ci stanno aspettando nel parcheggio con Will, Reid e Kevin. Manchiamo solamente noi!




    L’aula magna della scuola di Jack era talmente riscaldata che il naso di Emily divenne rosso come quello della renna peluche di Jack. Si strofinò le mani e si mise a sedere in seconda file fra Aaron e Derek. JJ, che si era sistemata dietro di loro, teneva in braccio il piccolo Henry che iniziava già a dire qualche parolina e, dispettoso, cominciò a tirare i capelli ad Emily. Quest’ultima, ridacchiando, gli afferrò i piedini ed iniziò a fargli il solletico ed il bambino cominciò a ridere come un matto contorcendosi fra le braccia della madre.
    Rossi, che si era accomodato accanto a Reid, Garcia e Kevin pareva alquanto intenerito da quella scena, tanto da dover distogliere lo sguardo per non commuoversi. Il vecchio e buon Dave stava diventando sensibile a questi slanci di affetto famigliare, lui diceva sempre che era solo la vecchiaia che si faceva sentire ma, in realtà, era solo il grande amore che provava verso la sua famiglia a toccarlo nel profondo.
    Quando le luci si abbassarono, Emily si girò verso il palco e vide l’insegnate di canto di Jack comparire sul palcoscenico vestita con un paio di jeans ed una simpatica felpa con la stampa della faccia sorridente di un Babbo Natale dal naso rosso. Emily trattenne una risatina che attirò immediatamente Aaron – Perché ridi?
    Lei scosse il capo e si rifece seria. L’insegnate presentò con allegria il gruppo più piccolo che avrebbe aperto il recital con un classico canto natalizio che i bambini avevano imparato durante le ore di musica. Il palco era cosparso di nevischio bianco e il fondale era un telo azzurro cosparso di brillantini che luccicavano sotto i fari dei riflettori. Emily si sentì stranamente agitata e quando vide il piccolo Jack, vestito da angioletto dalle ali bianche, fare la sua comparsa assieme ai compagni della sua classe, tutti quanti vestiti da piccoli angeli, sentì un’emozione talmente forte da farle arrossire il viso. Si mordicchiò il labbro per non commuoversi e guardò il piccolo posizionarsi davanti al coro, congiungere le mani dietro la schiena e guardare la maestra con due occhioni impauriti e tremanti. Emily lo vide socchiudere gli occhi e respirare profondamente mentre dondolava a destra ed a sinistra.

    - E se non sarò bravo? – chiese il piccolo rannicchiato nel lettino mentre abbracciava il suo peluche preferito.
    La donna sorrise amabilmente a quella tenera domanda e gli si sedette accanto cominciando a passargli le dite delle mani fra i capelli – Sarai bravissimo! Abbiamo provato tante volte!
    - Sì, ma cantavamo assieme e tu sei bravissima. E se, invece, io sbaglio? – insistette con due occhietti impauriti.
    - Non accadrà, cucciolo mio. Vedrai: sarai bravissimo!

    Quando la musica partì, la maestra era già scesa dal palco e si era messa in mezzo al corridoio per dirigere il coro ma Jack non sembrava affatto intenzionato a guardarla, anzi, pareva non avere occhi che per Emily, rintracciata, in un istante, accanto al padre in seconda fila. Jack osservò gli occhi intesi e profondi di Emily e, rubandole un po’ del suo coraggio, cominciò a cantare come le aveva insegnato: chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare dal suo cuore che batteva forte nel suo petto. - Caro Gesù Bambino, - intonò seguendo la musica mentre la mora muoveva la testa a ritmo per incitarlo a continuare - tu che sei tanto buono, fammi questo piacer, lascia una volta il cielo e vieni a giocar, a giocare con me. – una lacrima bagnò la guancia di Emily e, dolcemente, posò una mano sul ventre; socchiuse gli occhi ed appoggiò la testa sulla spalla di suo marito. Aaron le lanciò un dolce sguardo e le passò una mano attorno alle spalle posando l’altra sopra la sua per ascoltare la presenza della sua bambina che scalciava allegra dentro il caldo ventre materno.
    - Tu sai che il babbo è povero – intonarono tutti i bambini mentre un coro angelico di voci bianche si estese per tutta l’aula magna della scuola - ed io non ho giocattoli, sono un bambino buono come lo fosti tu. Vedrai però se vieni noi ci divertiremo anche senza balocchi, vieni Bambin Gesù. – la commozione di Emily le aveva infiammato la gola ed il viso. Aveva sempre pianto ascoltando quella dolce canzone che i bambini stavano regalando ai propri cari. Ricordava che, durante le recite di Natale, era solita cantare quella melodia così triste ma, allo stesso tempo, così intensa e, in quell’istante, le riaffiorava alla mente le immagini delicate dell’amore famigliare, il profumo delle pigne colte nel giardino, la morbidezza del muschio che la mamma portava a casa ogni anno e l’odore della scorza del mandarino che suo padre faceva ardere sul fornello, inebriando la casa di un aroma leggero e delicato. Quando riaprì gli occhi era toccato di nuovo il turno del suo bambino. La sua voce era squillante, esile, - Caro Gesù Bambino, tu che sei tanto buono, fammi questo piacer, lascia una volta il cielo e vieni a giocar, a giocare con me. – poi ancora una volta tutti insieme - Vieni Gesù Bambino, vieni Bambin Gesù… Bambin Gesù.
    Ci fu un applauso generale e le urla felici di alcuni padri che chiamavano i propri figli. Aaron, invece, si alzò in piedi ed applaudì al suo bambino. Lui fece finta di nulla per evitare le battutine allegre del team ma Emily sapeva chiaramente che quegli occhi lucidi erano la sua gioia di essere padre.



    Quando il piccolo angioletto corse verso la sua famiglia, Aaron si chinò per afferrarlo stretto e prenderlo fra le braccia – Campione!
    - Sei stato bravissimo! – lo applaudì JJ mentre Henry annuiva compiaciuto e d’accordo con la madre mentre Will lo teneva seduto sulle spalle.
    Jack nascose il viso fra l’incavo della spalla di Hotch, arrossendo. – È stata mamma ad insegnarmi… - mugugnò lanciando le braccia al collo di Emily. Lei lo afferrò cercando di mantenere l’equilibrio per non cadere rovinosamente a terra. – Jack, sei pesante per la mamma. – lo avvertì ed il piccolo, dopo averla baciata sulla guancia, ritornò per terra. Emily si chinò davanti a lui – Hai visto? Cosa ti dicevo?
    - Anche a Elise è piaciuta? – chiese con la delizia di un bambino accarezzando il pancione dove la sua sorellina cresceva ogni giorno di più.
    Emily annuì profondamente – Sì, cucciolo mio. Anche a lei è piaciuta molto.
    Emily gli accarezzò il viso poi, afferrando la mano di JJ, si rimise in piedi. Guardò il buon padre e sorrise dolcemente. Fissò Aaron ed il team circondare allegramente il piccolo Jack ed un dolce calcetto si fece sentire, così abbassò lo sguardo e posò una mano sul ventre – JJ.
    - Dimmi, Em.
    - Secondo te è giusto che Jack mi chiami mamma? Io non sono Haley… - disse in disparte.
    JJ sorrise dolcemente – Non importa se non sei Haley, importa l’amore che hai donato a quella famiglia. Hai riacceso il fuoco dei sentimenti dentro un uomo freddo come Aaron, un uomo che aveva perso tutto, hai restituito la gioia e la felicità in un bambino che ha perso una parte di lui. Hai salvato questa famiglia. Loro ti amano è basta, Emily.
    Lei abbracciò l’amica – Sei sempre un tesoro. – le baciò la fronte poi, insieme, si unirono alle risa.
    Fuori dalla finestra la neve scendeva dondolando nell’aria: quell’anno sarebbe stato un Natale perfetto.


     
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  2. Elisy
     
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    *me super commossa*
    Grazie Honey sei troppo gentile ♥-♥
    Questa OS è tenerissima e davvero emozionante!
    Sei riuscita a risaltare il vero significato di famiglia. Hai mostrato Emily nei panni di mamma: crescendo il suo Jack e aspettando la nascita della piccola Elise.
    A Elisy questa OS è piaciuta tantissimo!!!
    Sono onorata, Grazie Honey blush :wub:
     
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1 replies since 17/11/2011, 17:49   136 views
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