Quando

Rabb-it

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  1. rabb-it
     
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    Autore:Rabb-it
    Titolo:Quando
    Rating:?giallo?
    Categoria:Angst
    Avvertimenti:alcune descrizioni sono un po' forti, credo.
    Personaggi: il team.
    Spoilers:Alcuni riferimenti ad episodi della 5 serie
    Disclaimer:I personaggi non mi appartengono, Criminal Minds appartiene alla CBS. Questa storia non è a scopo di lucro.
    Note: Ho deciso alcuni mesi fa che dovevo far tribolare un poco alcuni soggetti... le mie prime lettrici!

    A voi. Ora condividerete un po' quello che ho appena accennato in alcuni post.
    E lo potrete commentare qui.


    Quando
    Prologo



    Il dolore era molto forte.
    Partiva dal piede destro, saliva lungo la gamba e dall’inguine si irradiava al resto del corpo.
    Voleva gridare, ma non gli usciva un suono.
    Era in un bagno di sudore e si dibatteva stretto da delle cinghie, queste ultime lo bloccavano ad una specie di lettiga.
    Ogni suo tentativo di liberarsi aumentava il dolore, ma non poteva fermarsi, doveva sbrigarsi prima che tornasse, tornava sempre.
    I ricordi dei suoi ultimi giorni erano confusi, stava lavorando, era stato impegnato come al solito.
    Poi a casa, ma non rammentava di esserci entrato, quindi lo avevano catturato prima che rientrasse.
    Poteva anche essere stata una persona sola, non ricordava di aver lottato, ma un ago, sì, ricordava un ago.
    Lo avevano anestetizzato con qualcosa, ma chi e perché?
    Ne rammentava la presenza durante la prigionia.
    Ad ogni risveglio lui tornava.
    Intorno a se solo l’oscurità. Poi quei passi. Lenti, misurati, non affannati di chi deve brigarsi, ma passi di chi ha tutto il tempo che gli serve per completare l’opera cominciata forse da ore, o da giorni.

    Eccoli di nuovo, stava tornando. Nemmeno questa volta era riuscito a liberasi.
    La porta sul fondo che si apre, lasciando entrare un piccolo spiraglio di luce, questo si allarga piano fino a diventare un cono che illumina per intero la stanza spoglia.
    Un piccolo stanzino senza finestre. Ecco spiegato il buio, ed eccolo che ritorna non appena la persona chiude la porta dietro di se.
    Per un secondo la sua ombra si era stagliata sul cono, una figura alta e longilinea.
    Si avvicina, non ne vede il volto.
    Non lo ha mai visto.
    Ne lo ha mai sentito, fino a quel momento.

    Poche parole, ma sufficienti a raggelargli il sangue nelle vene.
    “Vorrei tanto sentirti dire un’altra volta che non sono normale, sai? Dai fallo ancora, che aspetti!”
    Poi di nuovo il silenzio, la sola presenza, e un nuovo dolore prende il sopravvento, non è fisico questa volta.
    Una domanda aleggia muta negli occhi spalancati di Derek Morgan:
    Quando è successo? Quando abbiamo perduto Reid senza rendercene conto?


    Era al suo fianco, e gli stava facendo qualcosa, il dolore pulsante al piede aumentava con il passare dei minuti, gli sembrava bruciasse, ma non riusciva ad identificare con certezza cosa succedeva, doveva essere la droga che gli era stata somministrata.
    Abbastanza forte da intontirlo e vanificare i suoi tentativi di liberarsi, ma non tanto da non fargli sentire il dolore.
    “Cosa ti è successo Spencer? Questo non sei tu!”
    Per diversi minuti nessuna risposta, poi tre parole.
    “Ne sei sicuro?”
    E riecco il silenzio, carico di un orrore mai provato per Derek.
    Poteva anche accettare che un soggetto ignoto, un criminale a cui dava la caccia, prima o poi lo avesse alla sua mercé, era un eventualità che sapeva poteva verificarsi, ma dal suo amico no, non poteva aspettarselo nemmeno nel peggiore degli incubi.
    Eppure stava succedendo.
    Cercò di farlo parlare, ma non ottenne che mutismo.
    Mentre il dolore saliva di nuovo d’intensità, sentiva che stava per perdere conoscenza un’altra volta.
    Ci sarebbe stata una fine?
    Lo avrebbero trovato gli altri?
    Gli altri.
    Come potevano trovarlo? Di sicuro Reid partecipava alle sue ricerche, e di certo faceva in modo che non si avvicinassero a scoprirlo.
    Ma cosa è successo dal nostro ultimo caso?


    Un ricordo lo distolse per un secondo dal dolore, impedendogli di perdere di nuovo conoscenza.
    Erano in uno dei tanti uffici dove avevano studiato i profili, stavano indagando su un truffatore che dalle truffe era passato agli omicidi.
    Dovevano controllare dei file d’archivio, Reid pareva trovare la cosa divertente e non aveva saputo resistere dallo stuzzicare l’amico.
    “Non mi dire che la cosa ti piace?”
    “Adoro i documenti ben ordinati.”
    “Mai fare una cosa normale tu, vero?”

    Ma non può essere, non per una facezia simile!

    Non poteva credere che per quella sciocchezza Reid fosse uscito di senno in quel modo.
    Gliene ho dette anche di peggiori, si scherza. Non ci credo che è stato quello.
    E glielo disse.
    Lo sentì ridere.
    “Dillo ancora forza, io e le cose normali non siamo compatibili, su che le cose normali lo sai solo te come sono!”
    Poi una sferzata, con la forza di un maglio il dolore lo colpì un’altra volta, stavolta era all’inguine e si irradiava lungo l’addome.
    Perse i sensi, con nelle orecchie quella risata. E quella frase.

    E il dolore pareva andarsene insieme alla conoscenza, almeno quello meramente fisico.
    E la domanda di prima tornò, un attimo prima dell’oblio.

    Quando?




    Continua...

    Edited by rabb-it - 11/7/2010, 13:51
     
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29 replies since 23/5/2010, 22:06   1417 views
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